La storia meteo, anche in epoche non recentissime, può, sicuramente, annoverare fasi mediterranee che, in ottobre, rammentano più il mese di maggio. In ogni caso dobbiamo prendere atto, senza scomodare, come al solito ed impropriamente, i cosidetti cambiamenti climatici, di un contesto meteo davvero non così usuale. Il merito (o il demerito) di tale contesto è da associare ad un disegno cosidetto pattern WR3, che corrisponde ad un profilo rossbiano con grande flessione in oceano e rimonta in mediterraneo. Fossimo stati in estate avremmo analizzato una fase molto calda con dominio del sub-tropicale africano; per fortuna, però, siamo in ottobre e possiamo così render conto di una situazione dalla connotazione primaverile, e, per certi versi, anche piacevole, seppur per altri, inquietante. Il disegno, riferito alla situazione in quota prevista tra domenica e lunedi, da l’idea di quanto detto evidenziando il poderoso promontorio anticiclonico nella sua fase di massima maturazione e ben esteso, sia in longitudine che in latitudine. Il ristagno conseguente non può che essere all’origine del classico tempo mite, se non caldo, ed anche caratterizzato da nebbie e foschie da irraggiamento e da inversioni termiche. Uno sblocco della situazione sembra possibile nel corso della settimana, e, se non a favore di una vera e propria rivoluzione meteo, quanto meno a favore di una minore ingerenza del sub-tropicale e di una situazione con flusso zonale. Lo stesso disegno, con l’aggiunta delle relative isobare, mostra anche la posizione di ophelia, ben disposta a ridosso delle coste occidentali del continente, e, nel letto del flusso dominante, in moto lungo la relativa componente sud-ovest/nord-est…