Riguardo alla carenza idrica purtroppo, continuano a non esserci, dal punto di vista meteo, buone notizie. Il quadro, illustrato in precedenza, di un andamento mobile ed ondulato con alternanza di onde di segno opposto garantisce una certa variabilità ma non, in occasione del transito delle saccature, quell’affondo e quelle estese e significative precipitazioni di cui c’è bisogno. Ed in proposito la causa è sempre quella di un invadente sub-tropicale che, in linea generale, che si tratti del ramo africano, che si tratti dell’azzorriano o di un loro ibrido, impedisce che le perturbazioni entrino in modo franco da ovest o sud-ovest, pescando con forza l’umidità del mediterraneo e producendo quelle depressioni associate a scirocco e garanzia di precipitazioni abbondanti, estese ed in progressione da ovest ad est. La variabilità accennata, allora, offre, tuttalpiù, le modeste e brevi precipitazioni che possono produrre infiltrazioni orientate da nord-ovest con obiettivo il mediterraneo centrale e la penisola balcanica, le modeste precipitazioni di situazioni che vedono coinvolte solo le regioni settentrionali o quelle che, causa barriere ad est, svaniscono decentrate ad occidente o scivolando verso nord-est. L’esame della evoluzione meteo relativa al progresso dell’ennesima sacca successiva a quella che ci sta interessando e che si prospetta per il prossimo fine settimana è, in tal senso, eloquente. E lo è perché ci racconta di un sistema che, promettente in origine e nel suo modo di avanzare lungo i paralleli ed all’altezza delle nostre latitudini, una volta raggiunta l’europa occidentale tende a sfumare ed a distribuirsi in una sacca moderata ed allungata lungo i meridiani, finendo per sfociare nella classica scissione tra una ondulazione negativa in fuga a nord delle alpi ed un cut-off che si perde sul nord-africa. Se tutto questo, per come ci dicono le attuali proiezioni di vari modelli, avverrà veramente, di sicuro lo vedremo, continuando comunque a nutrire la speranza di un trend, dal punto di vista dell’apporto idrico, meno sfavorevole. Altrettanto di sicuro non possiamo non tener conto di un contesto che, al netto di una fisionomia generale non così non in linea con il periodo, continua, nel contempo, a mostrare il segno di un fronte polare che stenta a guadagnare latitudini più meridionali e che, pur nell’ambito di uno zonale alquanto ondulato, non garantisce che le linee frontali oceaniche abbraccino, nel senso classico del termine, il bacino del mediterraneo a partire dai sui mari occidentali e sud-occidentali. Il disegno del profilo isoipsico mostra la situazione prevista in quota intorno ai giorni 18/19 ed inquadra la saccatura sopra descritta che, forte a nord delle alpi, tende, incastonata e con valori negativi più modesti, ad affondare verso sud sino al nord-africa. La simbologia, a sua volta, con le linee chiare delle isoipse e con le frecce, vuole rappresentare l’evoluzione immediatamente successiva in base alla quale lo stesso affondo, costretto tra l’onda azzorriana in estensione verso est e nord-est ed il promontorio presente sul mediterraneo centrale, tende a scivolare ulteriormente verso il nord-africa indebolendosi ed impantanandosi in una circolazione chiusa o semi-chiusa…
Pierangelo Perelli