L’insistenza di un blocco e di una falla continentale, estesa dal centro-nord europa al mediterraneo, sono all’origine della fase ben poco primaverile di questi ultimi tempi. Il blocco medesimo, lungo la fascia occidentale del continente, ha impedito una più rapida riapertura ad occidente ed ha, invece, creato le condizioni di un significativo afflusso settentrionale, capace, attraverso impulsi successivi, di rendere attiva una circolazione ciclonica e il tempo instabile relativo. Nel disegno la medesima situazione, tuttora presente, è simboleggiata dalla linea blu, rappresentativa di una isoipsa di riferimento. L’esteso cut-off, che abbraccia l’area mediterranea, corrisponde ad una goccia fredda in quota semi-chiusa e bloccata, inserita in un contesto generale che vede l’alta pressione fare muro ad occidente ed estendere un’area in sede scandinava. Dette rimonte con evoluzioni di tipo rex blocking e scand+ non sono mai, per il mediterraneo, promettenti di tempo mite e stabile, ma, piuttosto, di afflussi settentrionali instabili e di depressioni stazionarie. Il ritorno ad una configurazione zonale sembra, tuttavia, imminente, e può, quanto meno, rimettere in sesto il quadro delle temperature. Non sembra, infatti, che il riassorbimento della situazione di blocco descritta da parte dell’atlantico, possa corrispondere ad una stabilizzazione, perché il corso del flusso occidentale, pronto a sostituire quello settentrionale, mostra la tendenza a mantenersi basso di latitudine e a mantenere condizioni cicloniche. Il passaggio, nell’arco di 48-72 ore, del profilo della isoipsa di riferimento, da quello indicato dalla linea blu a quello indicato dalla linea rossa, identifica, infatti, la riapertura al grande ovest ma in un contesto depressionario con infiltrazioni umide instabili da ovest o nord-ovest e con un freno anticiclonico ad oriente. Un trend che conforta ampiamente la persistenza, seppur in un contesto ben più mite, di un quadro generale con segni autunnali piuttosto che primaverili…
Pierangelo Perelli