L’atlantico che incalza dalle sue latitudini centro-settentrionali, intravisto come ipotesi del medio-lungo termine in precedenza, rappresenta l’elemento dominante del prossimo corso meteo. L’associata corrente groenlandese è destinata a modificare il quadro europeo con gli effetti di una estensione ciclonica su tutta la parte centro-settentrionale del continente, certamente foriera, su dette aree, di un tempo variabile/perturbato e fatto anche di decise diminuzioni termiche. Il grande inverno, che tende ad abbracciare soprattutto tutta l’area scandinava, tenterà anche di raggiungere latitudini più meridionali, ma non sembra con i segni di affondi particolari. Risulta evidente come, per le nostre latitudini, un corso ibrido tra il polare/marittimo e l’artico/marittimo di tale natura possa fornire gli elementi di un tempo instabile, ventoso, ed anche fatto di diminuzioni termiche, ma bisogna anche considerare il quadro generale di una configurazione poco propensa a vere e proprie irruzioni e più favorevole al persistere di una fisionomia zonale. Eventuali ondulazioni annesse potranno anche non mancare di regalare qualcosa di più invernale sul nord-italia, ma senza l’aspetto di veri e propri afflussi freddi. I soliti titoli poco attinenti alla realtà e finalizzati a raccogliere attenzione, oppure frutto di totale ignoranza, li lasciamo ad altri. Qua si cerca di commentare quanto dicono effettivamente i forecast e le mappe dei principali istituti meteo, nel modo più razionale ed oggettivo possibile. Il disegno mostra la situazione generale prevista intorno ai giorni 19/20 ed è eloquente nell’indicare il contesto sopra esaminato. La estesa area depressionaria che abbraccia buona parte dell’europa struttura un ben definito corso zonale, teso e disposto dal nord-atlantico ai balcani, e linea di confine tra l’aria fredda dello stesso nord-atlantico e l’aria mite che arriva da ovest a più basse latitudini. E descrive anche un disegno che non sembra, almeno al momento, in grado di modificarsi in senso meridiano e di affondare saccature assimilabili a vere e proprie irruzioni fredde. Appare più probabile, al contrario e guardando al lungo termine di metà terza decade, che la medesima fase nord-atlantica, movimentata e moderatamente fredda, possa sfociare in una fase con affondo a largo in oceano o ad ovest dell’iberia e fatta di correnti sud-occidentali…
Pierangelo Perelli

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