Tra spinte fredde del nord-europa o del nord-atlantico e rimonte sub-tropicali afro-mediterranee la stagione sembra voler proseguire nel segno di una dinamica inclusiva di certi estremi. In questo modo l’ipotesi, già indicata precedentemente, che, in corso di terza decade, la primavera possa esplodere per gli effetti di nuove rimonte afro-mediterranee piuttosto che per estensioni azzorriane, acquisisce una certa concretezza. Intanto, e per almeno altre 96 ore, abbiamo ancora da fare i conti con una situazione esattamente opposta, non così stabile, con temperature relativamente basse, e, più in generale, con una configurazione da scand+ ed associata, pertanto, a richiami di masse d’aria fresche del nord-est continentale. Poi, per l’inizio di terza decade, i modelli fanno intravedere cambiamenti che tendono a cancellare valori barici elevati sul nord-europa e che tendono a collocare dette alte pressioni ben più ad ovest, sull’alto atlantico groenlandese, definendo la possibilità che le discese di aria fredda instabile possano coinvolgere il vicino atlantico e l’iberia piuttosto che direttamente il mediterraneo e che possano, di conseguenza, mettere in moto, quanto meno a livello di mediterraneo centrale o centro-orientale, il poco amato anticiclone afro-mediterraneo. Una ridistribuzione dei centri barici e dei flussi come questa è quella che disegnerebbe due grandi elementi in gioco ed a confronto, ovverosia il promontorio africano menzionato e l’affondo nord-atlantico in veste di polo freddo in quota con la relativa depressione alle basse latitudini e ad occidente. Premesso che non tutti i forecast vedono questa ridistribuzione, con certi forecast che, invece, continuano a vedere l’insistenza di affondi in pieno mediterraneo, una evoluzione come quella sopra descritta ed a cui fa riferimento ad es. il modello europeo, sarebbe quella che impone il tipico quadro di elementi in opposizione e dall’evoluzione incerta nel quale si scontrano, per così dire, una depressione iberica che forza verso est ed una rimonta sub-tropicale che tende a tenerla a freno. Nel caso in cui dovesse concretizzarsi questo quadro avremmo comunque una stagione termicamente ben diversa da quella attuale, e, per quanto riguarda il mediterraneo, indecisa tra la scelta di una franca fase calda di matrice africana e quella di una avanzata piovosa, sciroccale e sempre relativamente mite, da ovest. Il disegno, che è riferito a quanto ci racconta ECMWF e che rappresenta la situazione prevista in quota a metà settimana prossima, ci racconta di un primo momento evolutivo rappresentato dalla scomparsa del contesto scand+ a favore di una certa occidentalizzazione, mentre la simbologia vuole indicare quanto potrebbe accadere nei giorni a seguire nella misura di rimonte groenlandesi/islandesi, di affondi in direzione dell’atlantico iberico e di ambiziosi risvegli dell’africano…
Pierangelo Perelli