Il disegno della situazione generale prevista approssimativamente ad inizio terza decade fornisce l’idea di quello che può succedere nel periodo natalizio. Il medesimo disegno esprime il senso di un cambiamento a favore di riaperture atlantiche, pur se nell’ambito di una configurazione invernale che vede un possibile interessante corso antizonale alle latitudini dell’europa centro-settentrionale. Va detto che con una tale evoluzione il flusso freddo che, attualmente e sulla base di un blocco anticiclonico continentale, scorre da nord a sud lungo la parte orientale del continente, finisce per deviare la sua direzione lungo i paralleli e da est ad ovest, per andare verso l’oceano, per inglobare buona parte dell’europa, ma, nel contempo, per non coinvolgere, almeno in modo diretto, il mediterraneo. Non tutto appare così scontato, e molto è ancora da verificare. E’ da verificare soprattutto quanto la barriera anticiclonica attuale potrà resistere ed anche, nel caso di riaperture all’atlantico, quali potranno essere le disposizioni precise dei centri barici e dei flussi. Ma è un fatto che, nelle linee generali, quello che appare sulle proiezioni di vari modelli è un effettivo ridimensionamento del blocco. Detto blocco è quello che, per come detto, attualmente pilota assi di saccatura ed aria fredda artico-continentale lungo il bordo orientale dell’alta pressione ed assi di saccatura che possono, nel corso dei prossimi giorni, finire anche per estendere una certa loro influenza verso ovest, segnatamente sulla penisola balcanica e sul mediterraneo orientale nonché, marginalmente, su adriatico e ionio. Alla luce di tale situazione, attuale e dei prossimi giorni, ed alla luce delle proiezioni di medio-lungo termine relative al periodo natalizio, non possiamo certo dire che certe indicazioni assai fredde dei giorni scorsi non siano andate ridimensionandosi. D’altra parte l’avevamo messo in conto e avevamo tracciato le varie possibilità più o meno alternative a quelle di forti azioni fredde dirette. Va, altresì, detto che lo sviluppo di un contesto che vede maturare un corso antizonale a nord, associato a riaperture atlantiche ed occidentali alle basse latitudini, può anche finire per creare quel delicato equilibrio tra flusso freddo continentale est-ovest più a nord e flusso opposto da ovest più a sud sempre tutt’altro che facile da interpretare e, certamente, non esente dalla possibilità di più o meno parziali e più o meno temporanei sviluppi di intervalli od opposizioni di fase in grado di rendere le eventuali depressioni atlantiche in transito richiami di aria fredda per latitudini relativamente basse. Decifrare dette possibilità come situazioni in grado di rendere le precipitazioni italiche come nevose a bassa quota oltre una certa latitudine è, forse, fin troppo semplicistico, ma non è neanche così improvvisato. Certo è che, a fronte della suddetta e non così improbabile fasatura tra l’azione oceanica e l’azione fredda continentale, se possiamo scartare ogni ipotesi di intense irruzioni dirette artico-continentali non possiamo di sicuro scartare quelle di un contesto si più umido ed atlantico, ma, forse, non così distante da un clima di tipo invernale. Vedremo…
Pierangelo Perelli