La correlazione tra la progressione delle proiezioni modellistiche e situazioni interessanti ed evolutive come quella che si profila a partire da inizio terza decade impone come le stesse proiezioni debbano essere correttamente interpretate. In primis devono sempre essere interpretate come ipotesi, probabilità, suscettibili di cambiamenti e revisioni anche drastiche nel tempo; l’altro aspetto interpretativo da considerare è poi quello che si basa sul confronto tecnico tra le proiezioni di un modello, il quale, tra una prima proiezione ed una seconda, può presentare indicazioni più o meno diverse. C’è infatti da riflettere molto su quanto, effettivamente, dette proiezioni, quando diverse, siano poi effettivamente molto diverse. E questo perché un conto sono i possibili ed anche molto differenti effetti meteo su un’area in virtù delle due possibilità previsionali ed un altro conto è il confronto tecnico riferito al contesto meteo barico generale, che potrebbe mostrare due proiezioni alla fine non così diverse o, comunque, con punti di contatto o in sintonia. Se osserviamo, riferite a metà terza decade, le due mappe del prestigioso modello ECMWF, frutto dell’ultima emissione e della emissione precedente di 12 ore prima, non possiamo non cogliere delle differenze, ma non possiamo neanche non considerare che entrambe rilevano la possibilità di una significativa perturbazione del vortice polare, segnata da una considerevole spinta anticiclonica meridiana in direzione dell’alto oceano e della groenlandia. Tecnicamente, dunque, mostrano un contesto fatto di evidenti similitudini, con una differenza, però, che non è così sostanziale, appunto, sul piano della fisionomia generale euro-oceanica, ma che lo può essere sul piano dei risvolti fenomenologici mediterranei. Abbiamo infatti parlato di come la terza decade può essere dominata da un contesto fatto di irruzioni settentrionali ma, alla luce di queste ultime emissioni, non possiamo neanche escludere la possibilità che dette irruzioni presentino una disposizione più spostata ad ovest e che, in tal modo, finiscano per produrre sull’italia, climaticamente, qualcosa di diverso. La emissione di 12 ore fa dava, infatti, l’indicazione potenziale di una spinta nord-sud disposta sul continente e capace di allungare una diramazione a carattere freddo proprio in pieno mediterraneo; l’emissione più recente sposta l’asse della stessa poderosa azione fredda più sul vicino oceano e sull’estremo ovest europeo facendo ipotizzare la possibilità che il freddo possa dirigersi più a largo e che l’italia possa risentire della ritornante sud-occidentale piuttosto che delle correnti da nord. Ecco come, dunque, il quadro delle mappe debba essere associato sempre ad ipotesi, come un periodo più freddo e di segno parzialmente artico non sia affatto escluso e possa essere confermato o riconfermato con le emissioni prossime, ed ecco come una osservazione razionale ed analitica delle carte possa essere quella che mostra le emissioni nella loro corretta dimensione…
Pierangelo Perelli