Mi rimane sempre assai difficile ammettere evoluzioni di lungo termine sulla base di osservazioni e tendenze di matrice meteoclimatica. Non sono un climatologo o un meteorologo e certe analisi le lascio volentieri agli esperti. Peraltro l’esperienza insegna che a guardare in modo ossessivo stratosfera ed indici cercando di dedurre il futuro meteo ci si incarta e si finisce per ammettere evoluzioni che poi, puntualmente, non si verificano. Già, perché il tempo fa il suo corso, in base a migliaia di parametri e di aspetti ancora indecifrabili. E per quanto la climatologia abbia fatto, negli ultimi decenni e negli ultimi anni, passi da gigante, credo, specialmente quando veri esperti non lo siamo ma siamo dei cultori e degli appassionati, che si debbano guardare le cose con semplicità, con senso pratico, con i piedi per terra e senza fantasticare troppo per non cadere, oltretutto, nel ridicolo. Purtroppo dobbiamo prendere atto, infatti, che di ridicolo al riguardo ne esiste parecchio. E se si comincia, ad es., a parlare di stratwarming a metà dicembre per ammettere che gennaio, di conseguenza, sarà un gennaio in stile 1985 (delle centinaia di cretinate che siamo costretti a leggere qua e là faccio solo uno degli esempi più eclatanti) significa che di ridicolo, e anche a suon di inquietanti personaggi che si dichiarano climatologi, ce n’è da buttare. Ma io dico, esistono, come nel caso dei vaccini, enti di controllo e di regolazione che esaminano e bloccano o certificano; perché non esistono enti simili che controllano certe attività cialtrone e le censurano cancellandole? Macché!! Al contrario. Certe attività trovano seguaci e vanno anche in televisione, a dimostrazione che la banda dei creduloni e di forme di giornalismo insensato ed ignorante è davvero, orrendamente, assai folta. Tra un gennaio in stile 1985 e prologo dell’incipiente era glaciale ed un gennaio che rischia di regalarci una sua seconda metà piuttosto insignificante corre davvero parecchio, e corre la netta linea di demarcazione che divide la meteo cialtrona e fantasiosa da quella seria e vera. Naturalmente non sto affatto dicendo che lo stratwarming di fine dicembre e di inizio gennaio non avrà effetti. Lo vedremo, anche perché le proiezioni che ci mostrano la seconda metà del mese sono pur sempre proiezioni probabilistiche, e poiché uno stratwarming trova gli eventuali suoi effetti sul VP a distanza di 10-15 giorni o anche più, una sua influenza sul VP è ancora da non escludere. Ma se devo trattare di quanto ci raccontano i vari modelli al riguardo della situazione e della evoluzione da qui a fine mese sono costretto, mio malgrado, a considerare la possibilità che accada meno di quanto è accaduto fino a qui. L’irruzione che ci sta sfiorando appena, infatti, scivola rapida verso sud-est e muove altrettanto spedita verso levante, per fare posto a qualcosa che molto ha a che vedere con il normale flusso zonale, più o meno associato ad ondulazioni e destinato a persistere, tra fasi più negative e rimonte anticicloniche, per un pò. Ed il disegno, che si riferisce alla situazione prevista in quota tra i giorni 22 e 23, è, in proposito, eloquente. Per trovare un minimo di nuova irruzione dobbiamo arrivare alla fine del mese o all’inizio di febbraio. Peraltro certi modelli mostrano una prima metà di febbraio ben piacevole per noi freddisti, ma è chiaro che proiezioni di così lungo termine non servono di certo ad ammettere certezze. Naturalmente, e come sempre faccio, ribadisco, tuttavia, il mai dire mai, e se le cose nel prossimo futuro dovessero indicare piacevoli variazioni al tema prospettato dagli ultimi run, sarò il primo ad esserne contento…
Pierangelo Perelli