Editoriali Slider — 18 Dicembre 2022

Chi si rallegra del fatto che viviamo un clima tutt’altro che classicamente natalizio ed invernale perché si sta meglio, non si soffre il freddo, si può viaggiare e passeggiare con più libertà e si risparmia per il riscaldamento, deve rallegrarsi anche per il fatto che la temperatura del mediterraneo continua ad aumentare, che il limite in latitudine della siccità si sta alzando e che la troposfera ha a disposizione maggiore energia da dissipare così da poter o dover scatenare fenomeni intensi come le alluvioni lampo, i tornado, e cose del genere. Altrimenti significa che usa il cervello a metà, o che, del cervello, senza offesa, la natura si è dimenticata di fornirgli l’altra metà, ovvero quella superiore che serve al ragionamento ed alla riflessione. Non che anche decenni e decenni fa non accadessero fasi meteo miti in inverno; accadevano, ma accadeva anche quello che normalmente in inverno deve accadere. La prevalenza, da un pò di tempo, di inverni in cui dominano quadri come quello di questa fase o della fase che va maturando, devono essere ascritti ad un clima malato ed inquinato, tutt’altro che benefico. Se qualcuno ha voglia di andare ad ispezionare le situazioni prevalenti di periodi corrispondenti a questo, degli anni ’30, ’40, ’50, ’60, ed anche più recenti dei ’70 e degli ’80, ed ovvero quanto ci offrono archivi ed estrapolazioni tecniche varie, scoprirà che una configurazione meteo come quella di questa fase risulta poco frequente, mentre risultano molto più frequenti situazioni in cui la compartecipazione di deviazioni del getto atlantico verso nord o nord-est e del susseguente richiamo retrogrado di un solido russo-siberiano fa il suo per regalare un clima che rende ragione di un natale ancora rappresentato da paesaggi innevati. Fino a quando il natale sarà rappresentato da paesaggi innevati e candidi fiocchi non lo so. So che da tempo gli scienziati, salvo qualcuno che si spaccia per scienziato ma che scienziato non è e qualche ciarlatano che parla con la bocca ma non con la testa, richiamano al problema e, sulla base di dati tecnici incontrovertibili, indicano i rischi futuri. Dopodiché ci si può anche rallegrare perché a natale abbiamo 18 gradi di massima, 10 di minima, un bel sole ed una stagione che sembra primavera. Che, però, è un pò come continuare a far festa sul titanic che affonda. Il disegno della situazione generale prevista intorno ai giorni 22/23 inquadra perfettamente il contesto di un affondo in oceano con ritornante sud-occidentale e salita del sub-tropicale in mediterraneo; si può notare come tutto concorra nella direzione di correnti, sia in quota (frecce blu e rosse) che al suolo (frecce bianche) orientate da sud-ovest a nord-est, ed anche in modo marcato. Ben diverse sono alcune situazioni relativamente frequenti in passato e molto meno frequenti da alcuni decenni che ho disegnato nella cartina in alto a sinistra dove le varie frecce segnalano situazioni in cui il getto propone andamenti opposti, anche di forti risalite verso nord ed in cui, vedi frecce piccole a destra, un apprezzabile russo-siberiano, termico o ibrido, guadagna territori verso occidente…

Pierangelo Perelli

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