Il cambio meteo di metà terza decade si conferma ma ancora con elementi incerti e da definire. Nella sintesi il medesimo si conforma come il classico affondo sul continente dettato da una evidente rimonta azzorriana in atlantico, ma rimane da stabilire la sua esatta direzione e la sua collocazione in longitudine. Un affondo di questo tipo descrive una saccatura ciclogenetica che può affondare sino alle latitudini mediterranee, ma con esiti differenti a seconda che il bersaglio sia la penisola iberica ed i bacini occidentali oppure sia il mediterraneo centrale o centro-occidentale. Nel primo caso, infatti, la possibilità di un ingresso di correnti fredde è assai ostacolato e tendono a prevalere le correnti meridionali o sciroccali. Guardando le ultime proiezioni dei vari modelli, in tal senso, continuano a sussistere differenze di rilievo e nodi da sciogliere, oltretutto non solo riferiti alla fase dei giorni dell’episodio ma anche alla sua evoluzione ed alla fase successiva. Dovendo sintetizzare e sposando la assai probabile tesi di un affondo non così diretto e che tende un pò a muovere in direzione dell’iberia e/o dell’estremo mediterraneo ovest si può delineare una generale evoluzione che traccia una azione ciclonica, magari foriera di correnti umide da sud-ovest e di un corso di instabilità, seguita da un processo di allineamento delle correnti lungo i paralleli con allontanamento in retrogressione della depressione verso l’oceano e con eventuale ingresso di correnti orientali. Nella sostanza una evoluzione del genere è indicata anche dai forecast che descrivono un affondo mediterraneo più diretto, ma occorre anche ammettere che la successiva apertura a correnti orientali più fredde non è così scontata. Il disegno indica la situazione generale prevista dal modello europeo a metà terza decade e fornisce il senso, con l’aiuto della simbologia delle frecce più piccole, di un corso che vede la saccatura affondare intorno all’iberia a generare una figura ciclonica che crea rimonta e correnti sud-occidentali e che va in opposizione di fase rispetto alla saccatura madre chiudendo alle correnti fredde. Per come rappresentano le frecce più grandi e per come detto l’affermazione successiva ulteriore dell’alta pressione sul nord-europa e verso est può poi generare la classica situazione a flussi lungo i paralleli in cui il mediterraneo viene a risentire di un corso orientale o continentale e certamente caratterizzato da correnti fredde, ma non è neanche escluso che cut-off anticiclonico continentale e anticiclone sub-tropicale stringano un patto ad evitare ogni azione fredda di questo tipo e a regalarci, invece, correnti di tutt’altro segno…
Pierangelo Perelli