Le alluvioni lampo come quelle del gargano di questa mattina, deducibili, prima ancora di ogni ascolto o lettura delle varie cronache, dall’osservazione di un cluster temporalesco lineare autorigenerante insistente su quella certa zona da ore ed ore, riportano sempre alla trattazione delle stesse alluvioni lampo e degli interessanti aspetti tecnici che le caratterizzano. Le medesime sono dovute ai fenomeni temporaleschi ed ai fenomeni temporaleschi persistenti, come quelli che risultano accolti in un sistema stazionario o semi-stazionario. La non traslazione del sistema crea le condizioni affinché lungo il flusso stazionario in cui si creano le condizioni di sviluppo delle celle temporalesche, si sviluppi un corso di celle successive che si generano, maturano e muovono lungo il flusso stesso, creando una multicella a sviluppo lineare ed insistente. Non necessariamente detti cluster si creano dove, generalmente, risultano maggiori le condizioni per detti sviluppi, ovvero lungo la risalita delle correnti del vortice o della saccatura. Talora si creano, come nel caso di questa mattina sull’area del gargano e zone limitrofe, sui quadranti occidentali o nord-occidentali dello stesso vortice, ammesso che qui sussistano le varie condizioni necessarie, come divergenza in quota, convergenza al suolo, apporto di aria caldo-umida, instabilità, eventuale effetto stau. Ebbene il caso del gargano ci racconta proprio di un contesto di questo tipo, nel quale, per come si vede nel disegno, si hanno: 1) un vortice in quota poco mobile centrato sull’adriatico meridionale e carico di aria fredda che interessa l’area con correnti fredde da nord-est (frecce blu) e che associa forte instabilità; 2) una scontata situazione di divergenza in quota annessa; 3) una condizione di convergenza dei bassi strati che vede le correnti al suolo (frecce rosse) incrociare da destra quelle in quota e produrre il wind shear favorevole agli sviluppi nuvolosi; 4) un ovvio effetto stau con risalita da orografia delle correnti umide marittime in movimento dal mare all’entroterra. Da cui il determinarsi di un autorigenerante lineare lungo il flusso da est o nord-est in quota, in stiramento ed estensione sino alle coste tirreniche e con la zona attiva e di genesi di celle temporalesche nuove e successive sull’area garganica…
Pierangelo Perelli