Si conferma il senso di una terza decade si calda, soprattutto per il centro-sud, ma, in linea generale, con una fisionomia meno centrata sull’espansione sub-tropicale afro-mediterranea. Non è poco; e non lo è perché questo significa un contesto di maggior refrigerio, quantomeno per il centro-nord. Il lato negativo della medaglia, in casi come questi, nei quali ad un promontorio sub-tropicale di tutto rispetto subentra un corso più occidentale fatto di aria più fredda in quota, è rappresentato dalla possibilità di fenomeni temporaleschi di una certa entità, tant’è che il nord-italia, per quasi tutto il corso della decade, tenderà a rimanere, da questo punto di vista, a rischio. Si conferma, peraltro, anche una certa recrudescenza od un ritorno del promontorio sub-tropicale intorno ai giorni 23/25, destinata a reinfiammare isole e centro-sud, ma, per fortuna, stavolta solo per un paio di giorni. Beninteso, non aspettiamoci, sul centro-sud appunto, vere raffrescate, ma anche per dette regioni e soprattutto dopo metà decade, una certa diminuzione dei valori barici in quota certamente si. Tra il fine settimana e metà settimana prossima, tra l’altro, il flusso mobile occidentale, debolmente ondulato e che corre a nord delle alpi, proverà a proporsi con il transito di una paio di flessioni negative, dal punto di vista dei valori ciclonici decisamente modeste ed ostacolate, ma, come detto, tutt’altro che ininfluenti sul settentrione in termini di apporti troposferici destabilizzanti. Due parole su un luogo comune che, in queste situazioni, predomina e che associa il grande caldo ad un afflusso di aria sahariana o africana. Effettivamente esistono situazioni bariche nelle quali ad un promontorio in quota corrisponde un deciso afflusso di aria sahariana nei bassi strati, come nel caso di minimi iberici ed alte pressioni ad est. In altre situazioni, però, e come in quella di questi giorni, in cui ad un promontorio in quota corrisponde un quadro barico nei bassi strati privo di flussi degni di nota, debolmente depressionario, e con flussi, talora, persino da nord o da est, non si può certo parlare di afflusso di aria sahariana. E’ pur vero che, lungo il promontorio, sussiste una spinta di aria calda, ma in quota; ed in ogni caso detto grande caldo è legato principalmente alla compressione adiabatica tipica degli anticicloni dinamici. Ovverosia l’aria si riscalda per compressione, giacché negli anticicloni dinamici, sussiste subsidenza, ed esattamente il fenomeno opposto e compensatorio rispetto a quello dei cicloni, in cui invece l’aria sale e, per espansione adiabatica, si raffredda. Il disegno, che mostra la situazione generale prevista intorno ai giorni 26/27, fornisce l’idea chiara del nuovo corso improntato maggiormente ad un flusso zonale, mentre la simbologia intende indicare, nell’andamento di una isoipsa di riferimento, il deciso ritiro del promontorio successivo alla sua temporanea nuova espansione dei giorni 23/25…
Pierangelo Perelli