E’ difficile che un appassionato di meteo resti insensibile a fenomeni come quello di ieri sul nord-italia e non si interroghi sulle sue cause andando ad analizzare negli archivi di 24 ore prima mappe e carte varie. Risulta evidente che, ieri, non si è trattato solamente del transito di un’onda di forte instabilità, ma anche di qualcosa che ha favorito le dinamiche vorticose. Le dinamiche vorticose annesse alle trombe d’aria, che siano mesocicloniche o che non lo siano, necessitano per forza di un forte gradiente di instabilità e di conseguenti forti moti ascensionali. Ma questo non basta. Il fatto che debba sussistere qualcosa di più ce lo raccontano fortissimi temporali privi di moti vorticosi e ce lo raccontano le classiche piccole trombe marine che, anche in sciami, si formano sul mare a volte senza la presenza di apprezzabili forti temporali e semplicemente nell’ambito della presenza di semplice attività cumuliforme. Ed infatti occorrono determinati elementi di dinamica atmosferica connessa alle correnti o ai venti. Va detto che le cause dei tornado non sono ancora del tutto chiarite. Ma va anche detto, però, che, ad es. proprio in rapporto alle supercelle, si conoscono bene le condizioni dinamiche in cui si determinano, e che sono quelle che esprimono, in forma esaltata, quanto favorisce la vorticità. E si tratta, in particolare, dei cosiddetti vertical shear (vertical speed shear e vertical direction shear). Detti wind shear o differenza di intensità e differenza di direzione tra il vento delle quote più alte e quello delle quote più basse (l’intensità del vento cresce sensibilmente con la quota; il vento di quote più basse incrocia da dx quello di quote più alte) sono all’origine, rispettivamente, dei cosiddetti crosswise spin e streamwise spin, ovvero di fenomeni rotazionali orizzontali che, nella corrente ascensionale, alimentano la vorticità della cella temporalesca, nella quale poi, sempre sulla base delle turbolenze in gioco, per effetto stretching e per gli effetti di un generale meccanismo non così semplice da spiegare, si può produrre il tornado. La cosa vale, in parte, anche per i tornado non supercellari, e seppur con meccanismi non così identici, sulla base, anche in tal caso, di processi di wind shear. Ecco che in proposito ho disegnato la situazione di ieri a metà giornata per vedere come sul nord-italia sussistesse o stesse maturando un contesto fatto di forte corrente di alta quota da ovest o sud-ovest (un jet streak proprio sul settentrione rappresentato dalle frecce viola grandi in sovraimpressione), di una azione ciclonica in troposfera con correnti fredde da sud-ovest (colori e frecce blu), e di una piccola depressione al suolo foriera di richiamo di correnti da meridione (linee bianche e frecce rosse). Sussistesse, ovvero, tutta una configurazione con la dinamica dei venti favorevole all’innesco di fenomeni vorticosi ascensionali…
Pierangelo Perelli