La primavera astronomica non inizia sotto i migliori auspici. Quanto sta maturando, però, né ci sorprende e né ci sembra non conforme al periodo. I guasti della stagione e le sue fasi involutive fanno parte della regola. Così, dopo un duraturo regime anticiclonico, torna di scena il nord-atlantico, con un affondo assai incisivo, ed in grado di complicare, non poco, la situazione mediterranea. La figura (colori e linee bianche) segna la configurazione di metà settimana, quando tutto è già abbondantemente maturato e quando la saccatura si è trasformata in un esteso cut-off, poco propenso a colmarsi o a spostarsi verso levante. Si vede che la ferita, in pieno mediterraneo, risulta ancora significativa, così come il regime depressionario incastonato, deciso a ristagnare e, slegato dal flusso dominante, deciso a guadagnare, semmai, in senso antizonale. Se, nella evoluzione successiva (simboleggiata dalle linee blu e dalle frecce), diventa difficile una pronta guarigione ad opera della spinta occidentale, in aiuto della primavera potrebbero, però, subentrare l’anticiclone africano ed un patto tra africano e alta continentale. Di fatto, in proiezione, si nota che tendono, infatti, a confluire, intorno a gibilterra, spinta oceanica secondaria delle basse latitudini e, attirato dalla suddetta, in retrogressione, il vortice mediterraneo medesimo, con la conseguenza non impossibile di una rimonta anticiclonica di tipo africano. Ecco perché, pur nel contesto di un equilibrio precario e di rialzi barici non così certi, dopo il lungo guasto, la stagione, in dirittura di fine mese, potrebbe, in attesa dell’auspicato ritorno azzorriano, riprendersi  temporaneamente ad opera di alte pressioni africane e continentali…