Il cambiamento preannunciato della grande circolazione a livello continentale andrà maturando nell’immediato inizio della settimana sulla base di una repentina rimonta dell’anticiclone atlantico in direzione dell’europa nord-occidentale e dell’islanda. Detta dinamica, lo si sa bene, corrisponde all’instaurarsi di un regime meridiano, antitetico al forcing ovest-est, a cui corrisponde il profilo di una ampia ondulazione, tendenzialmente tanto più statica quanto maggiore è l’ampiezza della medesima. Niente di più naturale ed in linea con le leggi della fisica delle onde e dei fluidi, che governano, evidentemente, anche l’atmosfera e ne spiegano la complessa dinamica fatta di elementi come l’influenza della forza di coriolis, il fluire ondulato dominante da ovest ad est sull’emisfero boreale e della fascia temperata, la vorticità e la legge della sua conservazione a livello globale, ecc. ecc. Sono molto interessanti i movimenti che si prospettano nella settimana e lo sono perché la repentina e drastica frenata del getto con sua deviazione verso nord o nord-est sull’alto atlantico non può far altro che innescare movimenti opposti e di matrice settentrionale lungo l’altro bordo del promontorio ed ovvero quello orientale, tendente ad adagiarsi o ad inclinarsi in senso orario e a supportare lo sviluppo di sacca e poi di esteso vortice sull’europa dell’est. Altrettanto naturale, con tali sviluppi, anche una evoluzione che spinge le componenti in latitudine e che, pertanto, non può non favorire l’estensione della stessa componente ciclonica verso latitudini più meridionali, quali quelle, come in questo caso, anche, in misura più o meno parziale, del mediterraneo. Ecco le ragioni per le quali la settimana sembra poter risultare caratterizzata da una influenza di correnti più fresche ed instabili, per quanto nel contesto di un flusso a moderata componete ciclonica e più attivo sui settori orientali piuttosto che in un vero e proprio crollo barico a livello di mediterraneo centrale. Siamo, infatti, in estate, e questo non è cosa di poco conto rispetto ai modi con cui le irruzioni tendono a comportarsi, venendo quasi sempre e più o meno ostacolate, alle basse latitudini, dal sub-tropicale. Il disegno della situazione prevista a 500 hPa intorno ai giorni 26/27, nell’indicare quella che può essere una settimana nel segno di temperature contenute, soprattutto sui settori di levante, e nel segno di ventate di instabilità in moto da nord a sud o da nord-ovest a sud-est, è abbastanza eloquente. La grande falla in forma di esteso vortice, che abbraccia buona parte dell’europa centro-settentrionale e che si configura anche nelle vesti di una situazione relativamente stagnante, rappresenta un punto di maturazione di quanto, per come descritto, tende a svilupparsi sin dal breve termine. E si vede come la medesima circolazione influenzi, seppur in un modo marginale, la nostra penisola, con un flusso tendenzialmente nord-occidentale e, certamente, moderatamente instabile. Riguardo alla evoluzione ulteriore c’è senz’altro da dire che appare complicato, per come detto, che l’azione possa sfondare ulteriormente verso sud, e questo soprattutto in virtù del fatto che la tendenza di fine mese o di inizio settembre sembra essere quella, per come indicato dalla simbologia, di una certa riapertura della porta occidentale destinata a rimettere in modo, in una forma più o meno anticiclonica, quei forcing che le spinte meridiane le ostacolano o le annullano…
Pierangelo Perelli