Ammettere che l’inverno è finito può essere esagerato; di sicuro, però, alla luce delle proiezioni che inglobano tutta la prima decade di marzo, non si intravedono ritorni di freddo e regressioni stagionali degne di nota. Anzi, al seguito della sferzata continentale dei prossimi 2-3 giorni, destinata a centro adriatico e sud italia, si intravedono un graduale ridimensionamento dei massimi barici del nord europa e, a seguire, una generale tendenza nella direzione di un flusso oceanico ondulato. Se per flusso oceanico ondulato, a fronte polare disposto alle latitudini della media europa, si intende quel tempo variabile associato ad oscillazioni termiche conformi alla regola e si intende quel tempo variabile che arriva dal medio atlantico, significa che quest’inverno, quasi mai particolarmente entusiasmante, va procedendo, graduale e con stanchezza crescente, verso la nuova stagione. Nel complesso il quadro di questo finale di mese e della prima decade di marzo non è quello di una primavera precoce ed esplosiva, ma, di sicuro, non è neanche quello di un inverno duro a morire. Ed alla fine, a questo punto e con queste premesse, che arrivi un pò di stagione variabile, a tratti beneficamente piovosa e con crescita tendenziale delle temperature, c’è da sperarlo. Il disegno, riferito alla situazione prevista in quota il prossimo primo del mese, identifica l’onda positiva oramai confinata all’iberia e la fisionomia generale di un contesto che tende verso l’occidentalizzazione…
Pierangelo Perelli