La fase più invernale appena iniziata si profila anche con la possibilità di temperature inferiori alle medie del periodo. Da qui al medio-lungo termine occorre tuttavia considerare che l’evoluzione di una siffatta situazione, pur se attualmente incentrata sul solido schema di una discesa di successivi impulsi settentrionali, può orientare la propria evoluzione in un range di possibilità assai ampio. Ed in un range che può oscillare tra situazioni decisamente ad impronta invernale e situazioni in cui il freddo, a dispetto di una corrente artica sull’europa orientale, si allontana per riaprire a correnti occidentali. Indipendentemente da questo rimane il fatto, inequivocabile, che, da qui ai primi di dicembre, la configurazione generale obbedirà a canoni generalmente consoni al periodo. Al seguito dell’affondo in corso e del vortice mediterraneo conseguente si profila un nuovo impulso settentrionale, stavolta decisamente e maggiormente associato a richiamo di aria artica, anche se piuttosto destinato alla penisola balcanica. Lo stesso impulso rientra nel contesto di una irruzione davvero poderosa, in grado di inglobare buona parte dell’europa orientale, e di, quanto meno, sfiorarci. Se l’obiettivo di una irruzione è la penisola balcanica, difficilmente, a meno di travasi retrogradi, la stessa irruzione è in grado di coinvolgere in modo diretto il mediterraneo. E’ tuttavia plausibile ritenere che, pur se in chiave di flusso scarsamente ciclogenetico e poco propenso a coinvolgerci direttamente, un episodio del genere non può essere per noi completamente ininfluente. E lo sarà, molto probabilmente, quanto meno sotto forma di un ulteriore raffreddamento, soprattutto su sud ed adriatico. A seguire poi gli scenari che si aprono per il fine mese e l’inizio di dicembre non sono ancora univoci, e possono essere contestualizzati nell’ampio range di possibilità sopra menzionato, tant’è che vari prestigiosi modelli, ad es., certe ipotesi assai fredde apparse di recente ed associate ai termini di una configurazione maggiormente nord-orientale, con influenza del vortice freddo dell’est, le ridimensionano. Ed anche se dette l’ipotesi fredde non possiamo certo ancora escluderle sta di fatto che, a maggior ragione ed alla luce di certi ultimi run previsionali, non possiamo escludere la classica evoluzione che vede il determinarsi di alte pressioni alle alte latitudini ed il classico riaprirsi, alle medio/basse latitudini, della porta occidentale. Il disegno mostra la situazione generale prevista da GFS intorno ai giorni 27/28, la quale propone l’intenso nocciolo freddo dell’europa orientale che si protende verso ovest e che, piuttosto che scivolare verso sud o sud-ovest, va in fusione con le depressioni oceaniche, tiene l’aria molto fredda in un corso antizonale alle alte latitudini, mentre alle basse latitudini riserva, almeno temporaneamente, flusso occidentale e depressioni atlantiche…
Pierangelo Perelli