Al netto di transiti di saccature più pronunciate come quella che si profila a breve termine la stagione ha assunto e va sempre più assumendo le caratteristiche del perfetto, o quasi, zonale. Ciò che si conforma abbastanza ad una delle fisionomie tipiche del periodo. La rottura dei giorni scorsi ha prodotto fenomeni intensi o anche violenti per come un passaggio brusco tra un regime che ricorda l’estate e l’irruzione dell’autunno non può non produrre. Adesso, quanto si intravede nel proseguimento del mese, se non esclude di certo la possibilità di passaggi associati a piogge abbondanti, nel complesso promette un corso prettamente occidentale, in sintonia con la perfetta variabilità relativa. Occorre ammettere che il getto che si profila, alle nostre latitudini non così basso e non marcatamente ondulato, tende ad identificare la classica situazione che vede infiltrazioni instabili e spiccata variabilità al nord, e minore grado di interferenza umida atlantica al sud. Ma, in compenso e nel complesso, il sub-tropicale non sembra in grado, almeno per qualche tempo, di estendere promontori stabilizzanti; tutt’altro. Nel disegno della situazione generale prevista nel medio termine ed intorno ai giorni 26/27 si può apprezzare quanto descritto osservando il chiaro corso occidentale ad una latitudine compresa tra europa centrale e nostre regioni settentrionali, dove è maggiore l’intensità di un jet stream che corre tra la fascia del sub-tropicale e quella depressionaria delle medio-alte latitudini, ed ovvero lungo la relativa linea di netto contrasto termico in quota. Nella stessa situazione si può anche osservare una certa perturbazione del vortice polare identificata da un’area anticiclonica sull’atlantico settentrionale, ed associata a flussi meno marcati e più modesti, ma che non è destinata ad influenzarci e che, comunque, offre un quadro di flussi a quelle laltitudini, non così anomalo per il periodo…
Pierangelo Perelli