Il cambio meteo atteso sa di evento giacché può segnare un brusco stop alle velleità di un sub-tropicale tanto insistente quanto di consistenza. Da qui a parlare di fine dell’estate, però, ce ne corre, e leggere, qua e là, i soliti titoli demenziali al riguardo, fa ridere. Sappiamo che avremo un cambio netto, assimilabile ad un vero e proprio “reverse”, soprattutto da inizio settimana; sappiamo anche che detto cambio aprirà la strada ad alcuni giorni nel segno dell’occidente e di temperature in media o moderatamente sotto la media; ma non sappiamo ancora con precisione che cosa accadrà dopo i primissimi giorni di settembre. I modelli, al riguardo, mostrano tendenze non uniformi, ciò che, di fatto, non può certo sorprenderci, vista la distanza temporale relativa. Ecco perché dare credito a previsioni che guardano oltre 7/10 gg ha poco senso. Un giorno, forse, la scienza ed una scienza che sta molto studiando il tema delle previsioni di lunghissimo periodo, a fare previsioni affidabili oltre un certo tempo, ci arriverà. Ma, al momento, non possiamo fare altro che limitarci a prendere per buonissima la previsione generale a 3-4 gg, per buona quella a 5-7 gg, e per così e così quella va oltre i 7 gg ed arriva ai 10/12. Se osserviamo ad ogni emissione un modello sperimentale come il modello CFS2, che, per quanto legittimo ed ancorato a scienza e studio, ci fornisce le carte di previsione globale dei mesi futuri, possiamo anche verificare come, guardandolo nel lunghissimo tempo, ad ogni emissione le sue configurazioni risultino diverse ed anche in modo drastico. Come sarà l’inverno? C’è chi dice caldo e chi dice freddo. Per cui come sarà non potremo che vederlo al momento. Dopodiché che la scienza continui a fare il suo corso e a studiare. Il cambio brusco, ho detto. Ed in effetti quello che si profila tra il fine settimana e l’inizio della settimana prossima sa un pò di tempesta di fine agosto e sa anche di uno di quei break che l’estate la bloccano, la frenano e poi la rallentano per qualche giorno. Il disegno della situazione generale prevista intorno ai giorni 28/29 è, in tal senso, eloquente. Una ben delineata sacca in quota, anche associata a tanto di circolazione depressionaria nei bassi strati posizionata tra ligure e tirreno, segna il corso di una destabilizzazione con raffrescamenti ed ingresso di masse d’aria del nord-atlantico, e segna, verosimilmente ed al suo seguito, anche una fase aperta o parzialmente aperta a correnti che arrivano dall’atlantico, eventualmente e più o meno in grado di produrre ulteriori ondate destabilizzanti. E ci fermiamo qui, perché andare oltre il 2/3 settembre ci porterebbe a trattare di tendenze ancora tutte da confermare, tra quelle che vedono l’insistenza di infiltrazioni umide oceaniche, e quelle che vedono certi nuovi rialzi barici frenanti (vedi simbologia)…
Pierangelo Perelli