Editoriali Slider — 24 Marzo 2025

“La primavera è altro che un cielo chiaro…” cantava in tempi andati il grande Francesco di Giacomo. Si, perché la primavera è fiori, rondini e clima mite, ma è anche tempo variabile, instabile, talora caratterizzato da veri e propri ritorni d’inverno. La saccatura ancora presente sull’italia, ma in graduale indebolimento, insisterà ancora per qualche giorno, fino a ridursi a modesta circolazione depressionaria centrata, più o meno, sull’adriatico meridionale. Subentrerà, contemporaneamente e soprattutto al nord o al centro-nord, l’effetto di una certa influenza azzorriana. Poi è tutto ancora da vedere riguardo a quanto detta influenza saprà insistere oppure si ridisegnerà per aprire ad una azione mediamente settentrionale, capace, nel caso di una relativa maggiore incidenza, di produrre una ventata di instabilità con riduzioni termiche. Al netto del suo concretizzarsi tale azione del nord-atlantico punterebbe, stavolta, il mediterraneo centrale, innescando il tipico passaggio rapido di una depressione da nord a sud, in grado di destabilizzare il tempo soprattutto su adriatico e centro-sud. Ma molto, sia chiaro, è ancora da vedere, giacché alcuni modelli destinano detto flusso settentrionale instabile più ad est e con obiettivo la penisola balcanica. In ogni caso, tra fine mese e l’inizio di aprile, non è escluso il prodursi di una fase dal sapore non proprio da primavera botticelliana, e, al di là dell’obiettivo del flusso suddetto o della sua direzione più o meno defilata ad est, il disegnarsi di un momento con spifferi freschi da nord-est od oriente. Il disegno si riferisce a quanto propone il modello europeo per fine mese o intorno al giorno 30. Il medesimo mostra l’azione suddetta con la conseguente circolazione ciclonica in rapido transito lungo il mediterraneo centrale, mentre le due frecce grandi, quella continua e quella tratteggiata, intendono indicare il confronto tra l’ipotesi di un franco transito mediterraneo e quella di un transito più spostato a levante e lungo la penisola balcanica. Evidente la differenza, in termini di effetti o fenomeni, tra le due possibilità, ovvero tra la possibilità di un passaggio di instabilità e quella di una maggiore resistenza di un tempo relativamente stabile; fermo restando, che poi, comunque, entrambe le situazioni sono in grado di contemplare il seguito di un flusso, come detto, di correnti più fredde da est…

Pierangelo Perelli

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