Editoriali Slider — 26 Dicembre 2020

La sensazione generale, vedendo le carte degli ultimi giorni e quelle che prospettano il tempo dei prossimi, è quella offerta da un contesto senza estremi ed abbastanza in sintonia con il periodo. Certamente siamo di fronte ad una stagione che sta mostrando un dinamismo ben più acceso rispetto a quella di anni precedenti, ma non siamo, però e di certo, nel contesto di grandi afflussi freddi e blocchi degni di nota. Se quello che sarà gennaio lo vedremo quello che i forecast mostrano, da qui ai primi giorni del nuovo anno, è una fisionomia conforme ad un flusso dominante nord-atlantico, peraltro assai disturbato da un anticiclone oceanico ad onda ampia e che si mostra in grado di mantenere attiva la possibilità di affondi polari o artico-marittimi. L’irruzione in atto, moderata e con il classico comportamento delle azioni fredde prive di chiusura a monte e con la porta dell’est sbarrata o semi-sbarrata, ci racconta proprio di una configurazione che poco ha a che fare con i grandi episodi freddi che sognano i freddisti. E’, infatti, subito incalzata da una nuova saccatura, nel complesso molto molto più estesa e profonda, ma anche, nei suoi toni più marcati, destinata maggiormente alle latitudini dell’europa nord-occidentale. Non mancherà comunque, nel suo evolvere lento perché incastonata e tendente a vorticizzazione, di affondare colpi fino al mediterraneo, con la possibilità persino di una vera e propria ciclogenesi mediterranea e con la possibilità di un suo attardarsi. In ogni caso l’evoluzione rimane incerta, e non mancano modellistiche che detta saccatura tendono a considerarla meno incisiva. E’ vero che una sua eventuale più diretta influenza in mediterraneo, seppur almeno inizialmente associata a moti occidentali o sud-occidentali, può alimentare un lago freddo in quota tale da caratterizzare un clima abbastanza invernale, ma è altrettanto vero che eventuali nevicate in pianura al nord non devono di certo far pensare a chissà quali afflussi freddi. Nulla, per quanto riguarda la prima decade di gennaio, è, naturalmente, perduto, ma dobbiamo sperare che la porta dell’est si apra e che ad ovest le correnti si dispongano in modo più netto e deciso nel senso dell’artico o dell’artico-continentale. Speriamo. Il disegno, che mostra la situazione prevista in quota tra il 31 dicembre ed il primo gennaio da ECMWF, da l’idea dell’affondo sopra menzionato, ciclonicamente centrato sull’europa settentrionale, mentre le frecce blu e rosse vogliono indicare uno dei possibili trend dei primi giorni del mese, caratterizzato da una disposizione semi-stagnante e con polo freddo in quota tra francia, iberia e baleari. La freccia grande in sovraimpressione vuole invece rappresentare una delle possibili evoluzioni alternative e di maggiore lungo periodo, associate ad un affondo meno incisivo e alla tendenza dello stesso affondo ad una freddisticamente non auspicabile fasatura nord-atlantica…

Pierangelo Perelli

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