Nel corso del week-end avremo una classica irruzione fredda da affondo di saccatura alimentata da aria artico-marittima, capace di rifornirci di un assaggio di inverno, ma, per come già ampiamente detto in precedenza, nell’ambito di una situazione mobile associata a pulsazioni dell’anticiclone oceanico e, dunque, con le sacche fredde in rapido trasferimento verso levante. Risulta, nel frattempo, interessante trattare ancora della depressione tuttora in azione sui nostri mari e che, destinata a prossima rapida fasatura da parte della irruzione sopra indicata, ha qualcosa da raccontarci in termini di aspetti tecnici ed accademici. E ha qualcosa di interessante da raccontarci nel merito di quella che viene definita, nel gergo, instabilità post-frontale. Intanto, se osserviamo il disegno della situazione generale di questa mattina, possiamo bene individuare l’aspetto classico di una depressione matura, che bene si caratterizza in forma di vortice a tutte le quote e che, altrettanto chiaramente, delinea il tipico profilo a virgola del sistema dei fronti primari o principali annesso. Accanto a questi aspetti si nota, poi, una distribuzione di linee di instabilità o di discontinuità termica in quota (linee tratteggiate), sinonimo della esistenza, in quota, di condizioni di turbolenza e di convenzione capaci di innescare lo sviluppo di aree nuvolose non organizzate in forma di vere e proprie perturbazioni ma, nel contempo, certamente in grado di condizionare il tempo in senso negativo e di produrre, nel caso delle linee post-frontali, uno strascico di precipitazioni. A detti sistemi non organizzati, in virtù del tipo di avvezione in quota, la meteo assegna, quando scende nel dettaglio, anche il segno del fronte freddo, caldo o occluso. Nella situazione di questa mattina si possono, ad es., apprezzare una linea a carattere di fronte caldo in quota sulla penisola balcanica e, soprattutto, una serie di linee di instabilità a carattere freddo collegate al vortice e presenti dietro al fronte freddo della perturbazione vera e propria. Ebbene, dette linee di instabilità a carattere freddo rappresentano spesso e volentieri una caratteristica tipica dei sistemi depressionari organizzati e bene strutturati. Dette linee, per come nostrano le relative foto del cielo di toscana ed in quanto nell’aria post-frontale e causate dall’aria fredda in quota, finiscono, pertanto, per evidenziare le caratteristiche approssimative dei fronti freddi e finiscono per presentarsi con la tipica nuvolosità che si genera per effetto della instabilità, ovvero spesso non così compatta ed uniforme, piuttosto caratterizzata da nubi a sviluppo verticale magari tendenti a stratificazione e, in un contesto di tempo variabile con rovesci o piovaschi intermittenti, talora con un chiaro aspetto di ghiacciamento legato proprio all’aria fredda in quota…
Pierangelo perelli