Editoriali Slider — 27 Dicembre 2018

Dopo questa scialba prima fase di inverno, povera di afflussi freddi, ricca di occidentale e di espansioni sub-tropicali, gli appassionati di freddo e neve guardano, oramai, al prossimo mese, covando la speranza che il precoce major stratwarming in atto possa avere una qualche influenza futura positiva. Occorre dire subito che sperare o illudersi è legittimo, ma anche che non è affatto detto che il medesimo stratw abbia gli effetti sperati sul nostro mediterraneo. Se li avrà lo vedremo, anche perché, tra i modelli e le relative previsioni di lungo termine, sconvolgimenti futuri di notevole portata non se ne vedono ancora. Ripulendoci dalle illusioni, rimanendo nel concreto, archiviando questo anemico dicembre e cercando di scrutare l’inizio di gennaio, si cominciano ad intravedere, tuttavia e quanto meno, i segni di una possibile sferzata fredda, inquadrabile tra il 3 ed il 6 del mese. Non tutti i modelli la vedono, per cui merita le dovute future ampie verifiche. Ma è un fatto che da qualche giorno, alcune proiezioni di lungo, delineano un certo rialzo barico in direzione dell’islanda, con asse in successiva rotazione oraria e relativa intrinseca spinta fredda artico-continentale. Tra segnalare questo tipo di evoluzione possibile ed ammettere che avremo una fase fredda in mediterraneo ce ne corre, anche perché la stessa spinta potrebbe non risultare troppo retrograda e defilarsi sui balcani. Di quanto ci mostra l’ultimo run di ECMWF in primis, però, non possiamo che prendere atto. Pertanto ho disegnato la situazione (in quota con i colori, al suolo con le linee bianche) che lo stesso prestigioso modello ci propone per i giorni 4-5 gennaio, identificando, nelle linee colorate, l’evoluzione, da qui a quei giorni, di una ipotetica isoipsa di riferimento (da 1 a 4). Seguendo la stessa evoluzione si può vedere il trend di un promontorio sub-tropicale che, inizialmente esteso in orizzontale, si configura poi successivamente come un freno ulteriore dello zonale sino alle latitudini dell’islanda, per poi ruotare il suo asse in senso orario e favorire una significativa discesa fredda da nord-est sin sul mediterraneo. Occorre anche dire, che, al momento, la medesima possibilità appare a rapida evoluzione, con prima il determinismo di un cut-off e poi con il successivo relativamente rapido ritorno a correnti occidentali. Tuttavia, tra stratwarming e preghiere freddiste, chissà mai che…

Pierangelo Perelli

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