Il getto principale, in fuga verso nord est, ed un suo ramo secondario, che affonda in mediterraneo, rendono ragione del duraturo guasto stagionale in atto. La vasta area depressionaria, multipla di poli freddi o vortici, ed alimentata da successive infiltrazioni nord atlantiche, è andata corrispondendo ad una circolazione semichiusa, poco mobile, estranea al lontano forcing zonale e, sempre di più, orientata ad un moto antizonale. Come detto in precedenza, dopo il guasto, la stagione, ancorata ad un azzorriano meridiano sull’oceano, avrebbe avuto possibilità di ripresa più in funzione di retrogressioni e di rimonta africana. E di fatto l’evoluzione suddetta conferma e giustifica detta ripresa, non stabile o sicura, e, di certo, temporanea, ma, certamente, valida nella espressione. Ecco che, con lo spostamento dell’area ciclonica verso occidente (frecce grandi), e verso un destino di fasatura da parte della circolazione del vortice polare, aumentano le possibilità di un più o meno breve rialzo barico legato a rimonta afro-mediterranea e ad un generale contesto anticiclonico continentale associato a correnti meridionali, inquadrabile tra la fine del mese e l’inizio del successivo…