Diciamo subito che stiamo trattando delle ipotesi previsionali che riguardano un futuro ancora ben lontano, ma, data la fisionomia di alcune relative emissioni, assai interessanti. Da qui ai primi giorni di febbraio il tempo sarà da assimilare ad un contesto atlantico o occidentale, poco attraente, e con le caratteristiche della variabilità. Si fa molto interessante quanto potrebbe accadere, però, a partire dai giorni 5-7, quando l’ennesima saccatura oceanica potrebbe delinearsi come una saccatura di chiusura nel contesto di una evoluzione da split o semi-split. Ammettere un vero e proprio split del vortice polare e una irruzione fredda degna di tale nome mi sembra ancora un pò azzardato e senz’altro prematuro. E se sarà confermato nei prossimi giorni lo vedremo. Di certo vari ultimi run, in tutto o in parte, tendono a segnalare qualcosa del genere, per cui, con molta cautela, ne prendiamo atto. Dobbiamo anche dire, in ogni caso, che se anche dovesse verificarsi un rialzo barico sul nord atlantico ed in sede artica, tale da delineare un certo significativo scompaginamento del vortice polare di questo tipo, dovremmo poi sempre vedere l’effettiva evoluzione conseguente, tra la possibilità di una decisa irruzione artico-continentale duratura, quella di una siffatta irruzione ma temporanea, e quella di qualcosa di meno freddisticamente attraente associata ad una fuga della sacca fredda verso altri lidi. Diciamo comunque che quanto si nota in emissioni come quelle di ECMWF, ma anche di altri modelli, per quei giorni, stimola molto le fantasie freddiste nonché concrete speranze di assistere a quel qualcosa che non si è finora visto e che sa di vero afflusso freddo. Il disegno mostra la previsione della situazione in quota ed al suolo per i giorni 6-7 proprio di ECMWF, nella quale si nota la rimonta anticiclonica sul nord atlantico ed in eventuale collegamento con un rialzo barico disposto sull’artide, nonché il significativo polo freddo sull’europa orientale in fasatura tendenziale con la disposizione ciclonica in sede iberica. E’ una configurazione che senza ombra di dubbio può preludere ad una intensa e durevole disposizione a saccatura estesa dalle regioni dell’artico-continentale al mediterraneo, ma, e dobbiamo dircelo, può preludere anche ad evoluzioni fredde meno durevoli o anche a disegni meno accattivanti che vedono il lobo del vortice polare non entrare in fase con la sacca iberico-mediterranea o anche evolvere nel rispetto di richiami oceanici e di rialzi barici del sub-tropicale alle basse latitudini. Ovviamente stiamo facendo pure ipotesi e lavorando persino di fantasia, il che è tutto dire, un pò perché detta bella situazione merita evidenti conferme ed un pò perché, ammesso, per come speriamo, che una siffatta perturbazione del VP si verifichi, riguardo agli esiti della grande conca fredda artica susseguente ed in discesa di latitudine di casi del genere, c’è sempre, in termini di suoi esiti finali, molto da verificare…
Pierangelo Perelli