La sindrome sociale del pappagallo è quella che annulla il pensiero e trasforma le voci in un coro a cui tutti si associano istintivamente sulla base del sentito dire e di quanto si dice. Anche la meteo la subisce e, come possiamo leggere e vedere, a suon di titoli ed articoli sul caldo e sull’africano. Non scomodo la TV perché in quel caso giornalisti che non sanno se la temperatura è bassa o fresca e trattano di africano senza sapere cosa è sono attori di un teatrino che definire demenziale è fare un complimento. L’africano, di fatto, c’è, e lo si sente, soprattutto al sud. Ma altro non è che il sub-tropicale estivo in onda positiva sul mediterraneo, non così strano o alieno. Non solo. Si parla e si scrive dell’africano ma non si fa un esame più generale della realtà, soprattutto di questa fase ma anche di quella degli ultimi tempi, ammettendo che a fronte di un sub-tropicale ben attivo in mediterraneo si hanno e si sono avute condizioni dinamiche euro-atlantiche degne di essere associate ad una certa mobilità e ad una certa buona attività del ramo oceanico del sub-tropicale, e tali da impedire stazionamenti dello stesso africano eccessivi o prolungati. Non è casuale, infatti, che, sul centro-nord, fino a questo momento, a fronte di T moderatamente e mediamente sopra-media, non si siano avuti eccessi di calore o robe che, al contrario, si sono avute in questo periodo ed in certi anni precedenti. Non sto affatto dicendo che non fa caldo, e neanche che il sub-tropicale ramo africano non è protagonista. Del resto che l’africano, da anni, risulta sempre più protagonista, a causa o non a causa del global warming, l’ho scritto tante volte. Sto solo cercando di descrivere la realtà in tutti i suoi aspetti, evitando accuratamente di trattare delle cose in modo abnorme, speculativo, e in linea con la sindrome sociale del pappagallo. La fase che ci sta interessando è figlia di un sub-tropicale estivo ben saldo ed in grado di proporre anche momenti ad onda afro-mediterranea ma è anche figlia di movimenti da occidente capaci di insidiare le latitudini medie o medio-basse. Lo stesso flusso occidentale corre ad elevate latitudini e si mostra alle latitudini medie o medio-basse con infiltrazioni e spinte derivate, che, potenziale inquietante di impantanamenti iberico-oceanici, per il momento tendono, seppur con una certa difficoltà, a muovere verso levante ed a tenere un pò a bada l’africano. Non a caso l’africano medesimo consolida massimi davvero elevati e minacciosi sulla vicina africa, ma non estende la sua influenza troppo a nord. Anzi, il flusso da occidente nei prossimi giorni, per come ci racconta ad es. la situazione prevista in quota tra il 2 ed il 3 (vedi disegno con le frecce rappresentative dei flussi) tenderà ad acquisire temporanea forza e mobilità, fino al punto di ridurre ulteriormente l’influenza del sub-tropicale ed aumentare quella di passaggi ciclonici di confine, da ovest o da nord-ovest verso sud-est, sul nord-italia. Tutto questo non farà che rendere, per fortuna e per come già indicato in precedenza, l’inizio del mese relativamente gradevole, quanto meno dei primi 5-6 giorni. Quello che poi accadrà dopo lo vedremo, anche perché, a fronte di proiezioni non proprio piacevoli per i freddisti, da quel tempo siamo ancora troppo lontani…
Pierangelo Perelli