Editoriali Slider — 28 Settembre 2021

Dopo una fase interlocutoria, mediamente occidentale/nord-occidentale e relativamente stabile, che ci porta ai primi di ottobre, la fisionomia euro-atlantica proporrà un cambio ed una evoluzione assimilabile ad una delle evoluzioni più classiche in generale e più classiche in relazione agli affondi della stagione autunnale. Detta esemplare tipicità ce la racconta il disegno della situazione prevista in quota intorno ai giorni 4/5. In essa si può facilmente identificare la successione di relativamente ampie onde di segno opposto, con l’affondo sull’europa occidentale e con le rimonte anticicloniche che la circoscrivono. Nella stessa fisionomia si può anche cogliere uno degli aspetti classici della dinamica delle stesse onde, costituito, tanto più sono ampie, dalla loro tendenza ad inclinare l’asse in senso orario. Si nota come la rimonta sull’europa orientale orienti, infatti, il suo asse da sud-ovest a nord-est e come, corrispondentemente, la sacca a sud-est tenda a disporsi lungo i paralleli assumendo tendenziali connotazioni di retrogressione. Le ragioni di tutta questa affascinante dinamica vanno ascritte alle differenze termiche che coinvolgono le differenti latitudini nonché alla contemporanea rotazione terrestre. Un tutto che, con modi straordinariamente perfetti, corre nella direzione che stabiliscono le leggi della termodinamica e che punta a ridurre le stesse differenze termiche partendo, idealmente, dal modello di una cella termica inevitabilmente poi condizionata dalla forte influenza della rotazione terrestre. E se tale dinamica non inganna va da sé che, viste le relative ampiezze delle onde di segno opposto che vanno proponendosi da ovest, è assai probabile che il profilo del promontorio oceanico e dell’affondo sull’europa occidentale e poi in mediterraneo tenda a presentare anch’esso la suddetta inclinazione degli assi, ad adagiare la rimonta sull’europa settentrionale e a fare della sacca una circolazione prima con asse est-ovest e poi con la fisionomia delle circolazioni semi-chiuse. Una tale evoluzione, che nel disegno è rappresentata dalla simbologia, è quella che, nell’arco delle 48/72 ore successive, può trasformare l’affondo destinato prima al mediterraneo nord-occidentale e poi a quello centrale, in un vero e proprio vortice, certamente tutto da scoprire, sia dal punto di vista della sua collocazione precisa e sia dal punto di vista dei suoi spostamenti e della sua persistenza. Non possiamo certamente ancora una volta non affermare che stiamo trattando una situazione di medio-lungo termine e, pertanto, assai da verificare nei prossimi giorni. E’ anche altrettanto vero, poi, che i vari modelli inquadrano sviluppi del vortice non così identici. Ma non possiamo di certo nascondere che, in ogni caso, la fase descritta e che tende a caratterizzare quei giorni, sappia di autunno…

Pierangelo Perelli

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