Una fisionomia da primavera o da estate sta governando il tempo di questo strano gennaio, anomalo oltre misura. Lo scacchiere euro-atlantico ci racconta di un corso generale governato da correnti occidentali o sud-occidentali associate ad un certo affondo in pieno oceano ed a decisa presenza anticiclonica in sede mediterranea, sino alle medie latitudini del continente. Una situazione decisamente anomala, certamente nella sua fisionomia, ma, soprattutto, nella sua persistenza. Non conforta neanche l’osservazione su scala emisferica, giacché quanto è dato di osservare è il profilo di un vortice polare relativamente compatto che muove nell’ambito di una ondulazione di rossby con dinamiche meridiane poco assimilabili a vere frenate o blocchi. In questo modo il grande fiume ovest-est risulta ben marcato, e, nel caso specifico, anche tenuto a distanza, sul nord-europa, dalle ambizioni di un sub-tropicale sempre ben protagonista alle nostre longitudini. E’ vero che la nostra alta pressione presenta oscillazioni che la vedono spostarsi ora più ad ovest ed ora più ad est, ora più a nord ed ora più a sud, ma, al netto di momenti in cui dette oscillazioni possono essere tali da dare respiro ad un certo richiamo di correnti orientali su adriatico e centro-sud, il contesto generale cambia davvero poco e, con poche variazioni, ci regala il classico tempo stagnante, fatto di nebbie o foschie nelle pianure e nella valli e di sole quasi primaverile su collina e montagna. In tali situazioni, soprattutto nelle ore notturne/mattutine e nella nebbia di pianure e valli, può anche fare un certo freddo e fare gelate, ma si tratta di un freddo, peraltro modesto, da irraggiamento e per nulla legato ad afflussi freddi. Gli anticicloni invernali, sia chiaro, sono sempre esistiti; ed è altrettanto vero che una certa persistenza fa parte della loro natura. Appare poco normale, però, una presenza così invadente e che poco si alterna a fasi da vero inverno. Appare, cioè, poco normale, che per tutto il corso di una stagione risultino così frequenti le situazioni anticicloniche di questo tipo, risultino così frequenti i corsi occidentali, e risulti presente a così elevate latitudini il jet stream. In relazione ad un possibile futuro cambiamento, tra l’altro, va detto che le ultime emissioni appaiono alquanto impietose, (il disegno si riferisce alla situazione prevista intorno ai giorni 3/4), perché è vero che indicano la possibilità di un certo ridimensionamento dell’alta pressione, presumibilmente e maggiormente tra metà e fine prima decade di febbraio. Ma disegnano detto ridimensionamento privilegiando sempre correnti che arrivano dall’atlantico, e non escludendo, tra l’altro, successivi ulteriori ritorni anticiclonici sulla lunga distanza. Va detto che non mancano, sempre riferiti al lungo termine di fine decade, anche accenni di ritiri anticiclonici verso ovest e relative rimonte in grado di creare spinte settentrionali fredde, ma stiamo parlando di prospettive alquanto ipotetiche e tutte ancora molto da verificare…
Pierangelo Perelli