La doverosa premessa che mi sento di fare è che, a dispetto di vari titoloni ed articoli vari sul freddo e sull’artico delle ultime ore, non c’è nessun grande freddo. C’è una perfetta norma stagionale legata ad un contesto di moderate irruzioni fredde artico-marittime. Il freddo con la F maiuscola è quello di ben altri tipi di configurazioni. Non solo. Le ultime emissioni tendono, di questo contesto meteo e della sua evoluzione, ad ammorbidire i toni rendendo il tutto, in prospettiva, meno settentrionale e più occidentale. In verità per il medio-lungo termine non sussistono certezze anche perché fino a non molte ore fa alcuni modelli ipotizzavano la possibilità che intorno ai giorni 6/7 potesse subentrare una situazione maggiormente orientata a correnti orientali o di nord-est. Ma la faccenda è stata rivista e quello che si intravede al momento, quanto meno sino proprio a quei giorni, è un trend che vede l’attuale pronunciata ondulazione del fronte polare tendere a minore disegno meridiano. Già la prossima saccatura, ovvero quella dei giorni 2/3, appare assai meno artica, assumendo le caratteristiche del preambolo di una successiva situazione mobile non più di segno artico e, al massimo, fatta di sbuffatine di segno polare. Il disegno, riferito alla situazione prevista in quota intorno ai giorni 4/5, in tal senso è eloquente perché rende bene l’idea di un flusso ondulato, sostanzialmente occidentale o appena appena nord-occidentale, in grado di segnare un contesto più tardo-autunnale che da rigido inverno. Nulla di eclatante e, semmai, qualcosa che fa bene il paio con il periodo stagionale e che ci racconta che le vere situazioni da freddo sono, per il momento, rimandate. Naturalmente stiamo trattando del medio-lungo termine, e, certamente, non posso escludere, con la canonica speranza del freddista, rivisitazioni anche drastiche di questo quadro. Ma il quadro, al momento, è questo, ed è, come sempre, del quadro del momento che dobbiamo trattare…