L’inverno che, in termini di irruzioni fredde, non si è visto, forse prova a prepararsi per metà gennaio. Nello scrutare continuamente la troposfera dei grandi progetti l’unico progetto a cui abbiamo avuto modo di assistere per oltre un mese ce lo ha fornito un vortice polare assai arzillo e poco propenso a decelerazioni. Tutto sommato lo stesso non è stato neanche troppo invadente in termini di latitudine, equilibrandosi con un non meno consistente anticiclone subtropicale e spalleggiando con lo stesso a suon di tempeste sul nord europa. Da qualche tempo, però, le prospettive modellistiche di lungo termine, peraltro tuttora assai fluttuanti ed incerte, segnalano, con una certa periodicità, qualche dinamismo di riscaldamento dinamico e di rinforzo anticiclonico termico in alta siberia (già indicato in precedenza), forse da non trascurare. La spinta canadese ancora decisamente consistente può spazzar via ogni velleità di evoluzioni fredde ma un minimo di credito alla possibilità che certi movimenti di prima decade possano sfociare in qualcosa di interessante proverei a darlo, anche perché, seppur con disposizioni differenti, il discorso è prospettato da più di un modello. A fronte di una spinta occidentale, come detto, ancora protagonista (frecce blu), si notano anche, e mi riferisco a fine decade, accenni di aumento barico sia in sede oceanica che scandinava (frecce rosse). Ed inoltre si nota anche un rinforzo con estensione dell’anticiclone russo-siberiano. L’esteso nucleo depressionario delle isole britanniche può allora rappresentare l’ennesima depressione mobile di un corso inarrestabile ma potrebbe anche risultare in un primo segnale di generale frenata zonale a favore di configurazioni fredde e artico-continentali maggiormente degne del periodo….