Trieste 31 Gennaio 1956
Mentre l’ondata di freddo si fa più acuta sull’Europa e la bora batte con violenza la zona dell’Alto Adriatico,
le province venete orientali e la Slovenia sono tuttora sotto lo sgomento provato dalla violenta scossa tellurica avvertita questa notte alle 3,30 circa.
La terra ha tremato per circa sette secondi, e le scosse sono state valutate del grado 5° della scala Mercalli.
A Trieste la violenta scossa ha svegliato di soprassalto la intera popolazione.
per fortuna non si lamenta nessun danno, mentre la cronaca registra due nascite premature, tre svenimenti
ed alcune persone ferite lievemente dalla caduta di calcinacci.
Per rintracciare nel tempo una scossa così sensibile in città, bisogna risalire al pomeriggio del 1° Gennaio 1926.
La scossa principale ondulatoria e sussultoria è avvenuta esattamente alle ore 3.25’40” e 6/10 e ha avuto la durata di 7 secondi.
E’ stata così violenta che gli apparecchi dell’Istituto geofisico non hanno resistito;
il diagramma sismografico infatti, dopo quattro lievi oscillazioni, segna una brusca interruzione.
Alla prima, altre tre scosse sono seguite nello spazio di due ore:
alle ore 4.1’, alle ore 4.58’ e alle ore 5.33’;
erano di grado inferiore e la popolazione quasi non le ha avvertite, anche perché soffiava la bora
e le case vibravano per effetto del vento.
Ancora una scossa, la quinta, si è avuta – tenuissima – in pieno pomeriggio alle ore 16,57.
Ma se l’Istria è indenne, la Jugoslavia lamenta per il terremoto gravi danni.
L’epicentro è stato a 74km circa da Trieste, nella zona di Clana presso il Monte Nevoso,
e precisamente nel punto nominato Passo della Morte, dove la bora soffia con particolare violenza.
Alcuni villaggi più precisamente quelli di Bisterza e Torrenova, come pure quello stesso di Clana,
vicini all’epicentro, hanno avuto gravi danni in seguito alle scosse telluriche:
oltre il 60% delle costruzioni sarebbero crollate o lesionate.
A Lubiana la scossa ha provocato la rottura delle tubazioni per il rifornimento idrico della città.
Le notizie ufficiali pervenute dalla Jugoslavia non parlano di vittime, ma da informazioni private
sembra che vi siano stati alcuni morti ed un numero considerevole di feriti.
Il panico, naturalmente, è stato molto vivo, e migliaia di persone sono fuggite all’aperto
nonostante il freddo acutissimo.
Molti feriti non sono rientrati nelle case nemmeno stasera,
quantunque la temperatura sia scesa anche a 4° sotto lo zero sulla riva del mare ( come a Trieste ),
e sia nell’interno della Jugoslavia, come del resto in tutta la Europa orientale, il freddo è ancora intenso.
fonte: archivio quotidiano la stampa