Anche in questo febbraio l’inverno continua a mostrare la stessa fisionomia che lo accompagna sin dall’inizio. La complessiva monotonia della stagione trae vigore da una configurazione VP assai omogenea e persistente. Anche i recenti accenni di un significativo stratwarming, che fanno certamente riflettere, non devono illudere, e per vari motivi, non ultimo quello delle loro possibili e non apprezzabili influenze in troposfera. E non è un caso che per osservare nella modellistica una moderata variazione al tema si debba andare ad inizio terza decade. Detta variazione al tema, peraltro, al momento non appare neanche particolarmente eclatante, sviluppandosi sempre nell’ambito di un profilo del getto privo di grosse alterazioni (linea blu). Se oltre nel tempo non possiamo vedere ci limitiamo allora a commentare questa evenienza e quanto sembra potersi profilare intorno al 20-22 del mese, quando una perturbazione del fronte polare di un certo valore potrebbe fare da innesco e da alimento di una figura anticiclonica semidinamica in sede nord-continentale. Con questo evento il grande flusso incontrastato dell’atlantico, foriero di un tempo sostanzialmente variabile, umido e mite, subirebbe una temporanea frenata, se non proprio associata ad un “jet stream split”, quanto meno di rilievo nel determinare una temporanea chiusura con sviluppo di depressione mediterranea a carattere invernale e capace di richiamo continentale. Di certo come cambio stagionale, e di una stagione abnormemente e persistentemente zonale, non sembra granché, ma è meglio di niente…