Paganella — 15 Maggio 2014
In questo Reportage, descriveremo tutto quello che è accaduto nel glaciale inverno del 1928 – 1929, che ha paralizzato col gelo e con la neve tutta l’Europa, temperature fino a -50 nei dintorni di Mosca, Gelo Glaciale anche in Italia con punte oltre i -30, punte di -40 in Europa Centrale, qui e solo qui troverete tutta la cronaca di quei gelidi mesi…

LA STAMPA: 4 DICEMBRE 1928 LA NEVE VALANGA NEL TIROLO, TRAFFICO INTERROTTO

 

LA STAMPA 4 DICEMBRE 1928
LA NEVE VALANGHE NEL TIROLO
I TRAFFICI INTERROTTI
UN MAGAZZINO ASPORTATO
UN FERITO
In Tirolo è caduta ieri neve in grande abbondanza.
Sessanta metri di binario della linea dell’Alberg sono ingombrati da una valanga, cosicchè il traffico ha dovuto essere interrotto.
I diretti internazionali Vienna – Parigi che passano per la linea dell’Alberg, traverseranno la Germania Meridionale fino a quando il pericolo di nuove valanghe non sia scomparso.
Di due convogli che stasera sono stati obbligati a fermarsi a Dalaas, uno ha potuto proseguire oggi, mentre l’altro, fermo da 24 ore a Wald, dovrà sostare ancora questa notte in detta località.
Il treno è riscaldato e i viaggiatori possono procurarsi i viveri nel vicino paese.
Un’altra valanga è scesa sulla stazione di langan.
Il magazzino della stazione è stato asportato.
La massa di neve ha investito l’edificio stesso della stazione, penetrando negli uffici.
Un ingegnere fu lanciato dalla pressione d’aria contro un apparecchio telefonico e si è gravemente ferito al capo.

LA STAMPA 4 DICEMBRE 1928

LA NEVE A STRADELLA

La temperatura s’è improvvisamente abbassata in tutto l’Oltrepò.

Le prime nevicate cadute nel Bobbiese hanno fatto scendere il termometro sotto lo zero.

 

L’INVERNO, LA NEVE NELLA VALLE DI AOSTA

 

AOSTA

 

Da questa mattina in tutta la Valle di Aosta cade la neve.

Ad Aosta ne cadde nella mattinata qualche centimetri, subito sciolta dalla successiva abbondante pioggia.

A La Thuile ne è caduta per circa 20 centimetri e continua a nevicare, tanto da rendere alcuni luoghi adatti alle gare di sci.

A Cogne 30 centimetri di neve fresca, pessima per sciare a causa della pioggia che cade frammista alla neve.

A Courmayeur nevica, altezza della neve 30 centimetri, ottima per sciare.

A Entroubles nevica, neve fresca alta 20 centimetri, ottima per sciare.

Asaint Rhemy nevica, freddo intenso, altezza della neve 20 centimetri, buona per sciare.

A Gressoneu nevica con pioggia, altezza della neve 25 centimetri, non buona per sciare perchè bagnata, freddo intenso.
LA STAMPA 13 DICEMBRE 1928, LAGHI GELATI NEL TRENTINO

Abbondanti nevicate sono cadute sui monti del trentino, abbassando la temperatura che nella zona delle Dolomiti è scesa fino a dieci gradi sotto lo zero, congelando i corsi d’acqua ed i laghetti alpini.

LA STAMPA  13 DICEMBRE 1928, L’ARNO IN PIENA

 

A Cagione delle pioggie cadute ieri notte in abbondanza, l’Arno ed i suoi affluenti sono nuovamente in piena.

Le notizie che giungono dalla provincia non sono allarmanti ma, tuttavia, sono state prese tutte le misure del caso.

Nei punti più pericolosi si trovano gli ingegneri del Genio Civile.

LA STAMPA 13 DICEMBRE 1928, LA SITUAZIONE IN PROVINCIA DI UDINE

 

Furono registrati oggi 48 centimetri di neve a Tarvisio, 45 a Camporosso e a Fusine, 30 a Ugovizza, 16 a Bagni di Lusnizza.

Sulla città si è scatenato oggi un temporale con lampi e tuoni.

LA STAMPA 13 DICEMBRE 1928, PIOGGIA TORRENZIALE A MESSINA

Nel pomeriggio di ieri si rovesciò sulla città una pioggia torrenziale, accompagnata da violentissime raffiche di scirocco che resero le acque dello stretto tempestose.

Parecchie località furono allagate e richiesero l’opera dei pompieri.

Parecchie baracche corsero serio pericolo.

Il maltempo è durato anche ieri sera.

LA STAMPA 19 DICEMBRE 1928, IL MALTEMPO IN SICILIAI DANNI DEL MAREUN PESCATORE UCCISO DAL FULMINE E UN ALTRO GRAVEMENTE FERITOIl cattivo tempo continua freddo, pioggia e vento; mare agitato.Nel porto di Licata il forte vento di libeccio ha cagionato l’incaglio del piroscafo ” Lina Perione”, nonchè l’affondamento del “San Nicola” e di altre due barche da pesca.E’ pure affondata una draga appartenente alla ditta Salleni.

Il mare ha distrutto pure una parte della diga foranea.

Sempre a causa del cattivo tempo, la barca da pesca “Maria Grazia”, cona bordo quattro uomini di equipaggio, la colpita in pieno da un fulmine che ha ucciso uno degli uomini, tale Pietro Sciafani, d’anni 34, e ferito gravemente il pescatore Lorenzo Giglio, di anni 24m e leggermente gli altri due uomini.

 

LA STAMPA 22 DICEMBRE 1928 IL FREDDO A TRENTO

Il tempo si mantiene magnifico in tutta la regione, ma il freddo è divenuto intensissimo.

Stamane alle sei il termometro era sceso in città fino a sette gradi al di sotto dello zero.

Nelle valli di montagna si sono avuti ( la notte scorsa) fino a quindici gradi sotto lo zero.

I laghetti alpestri sono ricoperti di uno spesso strato di ghiaccio e si prestano ottimamente come campi di pattinaggio.

Anche molti corsi d’acqua sono congelati.

 

LA STAMPA 22 DICEMBRE 1928, IL FREDDO A PARMA

 

Il freddo è diventato intenso.

All’osservatorio dell’università è stata segnalata una temperatura minime di cinque gradi sotto lo zero.

 

LA STAMPA 3 GENNAIO 1929 – IL MALTEMPO IMPERVERSA – UN TRENO  DA TORINO A CUNEO CON SETTE ORE DI RITARDO – NEVE ECCEZIONALE A CUNEO – 1 METRO E MEZZO DI NEVE

 

 

TORINO, 2 GENNAIO 1929

Dalla mezzanotte di ieri alle prime ore di stamane, la neve è scesa abbondantissima nelle nostre valli, raggiungendo in città gli 87 centimetri, mentre in alcune località ha superato il metro.

A Limone Piemonte ha raggiunto l’altezza di un metro e mezzo.

La nevicata, di cui non si ricorda da anni l’eguale, ha causato seri intoppi alle comunicazioni.

I telegrafi ed i telefoni, ad eccezione di servizi urbani, sono stati interrotti totalmente per varie ore, e ancora adesso funzionano a servizio ridotto e per Torino le comunicazioni telefoniche sono sospese.

I treni poi hanno subito enormi ritardi.

Il treno in partenza da Torino alle 20.25 che doveva giungere a Cuneo alle 22,50 di ieri vi è giunto invece stamane alle 5,30.

quello di stamane in partenza da Torino alle 4,30 che doveva giungere alle 7,12 è arrivato alle 9,30.

I treni da e per Ventimiglia – Nizza sono stati quasi tutti bloccati ieri sera dalla neve ed hanno subito enormi ritardi.

La viabilità è essa pure gravemente ostacolata, perchè la quantità di neve caduta rende assai difficile il passaggio degli spartineve.

Le tramvie che dalla nostra città si irradiano ai centri vicini hanno subito a loro volta ritardi enormi, e qualcuna anzi ha dovuto persino rinunciare a qualche corsa.

Il tram di Borgo, partito dalla nostra città ieri sera alle 19,15, già con oltre un ora di ritardo sull’orario previsto, è giunto a San Rocco, che dista tre chilometri da Cuneo, alla mezzanotte e non ha più potuto proseguire.

Il tram di Dronero, partito ieri sera, ha dovuto fermarsi sopra il ponte Stura, a 500 metri da Cuneo, fino a stamane.

La neve ha cessato per ora di cadere ed il sole pallido fa capolino fra le nubi, annunciatrici di nuova neve.

AOSTA  2 GENNAIO 1929

Da due giorni in tutta la valle nevica abbondantemente con grande soddisfazione dei numerosi sciatori.

La neve ha raggiunto i 10 centimetri ad Aosta, 30 a Cogne, 15 a Courmayeur. 20 a La Thuile, 40 a Valtournanche.

La neve è di qualità ottima per gli sports invernali e gia oggi, numerosi gruppi di appassionati dello sci si diressero nell’alta valle per dedicarsi allo sport tanto praticato nella nostra regione.

 

GENOVA 2 GENNAIO 1929

Il maltempo ha imperversato questa notte ed oggi in tutta la Liguria.

Un vento impetuoso ha portato abbondanti nevicate specialmente nella riviera di ponente e nelle alture che circondano la grande genova.

In qualche parte si sono verificate frane che hanno parzialmente ostruito il traffico.

Un filo della corrente ad alta tensione nei pressi del passaggio a livello fra Arenzano e Voltri, è stato strappato ed è caduto sulla strada, ingombrandola per qualche tratto.

In seguito a tale rottura, la distribuzione dell’energia elettrica ha subito un’interruzione di parecchie ore.

Altre interruzioni si sono verificate nelle linee elettriche ferroviarie per Roma e Torino, sulle quali i treni hanno subito ritardi da un’ora a quattro ore.

In Valle Stura (Appennino) la neve è caduta con estrema violenza, danneggiando tutta la linea elettrica.

Altre nevicate abbondanti sono cadute nell’Alto Chiavarese, ove la temperatura è scesa di alcuni gradi sotto lo zero.

A Torriglia la neve ha raggiunto mezzo metro e in qualche punto anche un metro.

E’ stato sospeso il servizio automobilistico da Genova a Bobbio, che passa attraverso Torriglia.

A Busalla la neve ha raggiunto l’altezza di trenta centimetri.

Sulle montagne liguri la bufera ha divelto completamente sessanta pali di ferro del peso di quaranta quintali ciascuno, asportando anche i blocchi di calcestruzzo, che tenevano fermi a terra i pali.

I fili elettrici del diametro di un centimetro, sono stati trovati avvolti dal ghiaccio, che aveva raggiunto uno spessore di dieci centimetri.

L’abbattimento dei sessanta pali ha fatto mancare completamente l’energia elettrica in Provincia di Genova, tanto che gli stabilimenti di Sampiedarena, Cornigliano, Sestri, Borzoli, Rivarolo ecc, sono stati oggi fermi e lo saranno ancora per qualche giorno.

La luce elettrica a Genova è stata assicurata mediante la messa in funzione della nostra riserva termica e di quella di Savona, in aggiunta all’energia idraulica della Lombardia.

ROMA 2 GENNAIO 1929

Da ieri si sono avute sulle Alpi e sull’Appennino Emiliano abbondanti e violente bufere di neve.

Al passo della Porretta, tra Firenze e Bologna, la neve ha raggiunto l’altezza di 60 centimetri.

Il maltempo ha determinato guasti nelle linee elettriche primarie, che dalle centrali vanno ad alimentare le sotto stazioni per la trazione ferroviaria, determinando irregolarità nella marcia di alcuni treni sulla linea Yorino – Roma e specialmente sulla linea Bologna Firenze Roma.

Si sta lavorando attivamente per riparare i guasti e ristabilire la regolarità della circolazione ferroviaria.

MILANO 2 GENNAIO 1929

Proprio il capodanno ci regalava la prima nevicata; e oggi, il 2 ecco la seconda.

E questa ha dato alla città i piacevoli aspetti fiabeschi del suo sofficie candore, almeno nelle zone cittadine non calpestate dai pedoni nè percorse dal traffico, e segnatamente ai giardini e al parco, ha però regalato a tutto il resto del territorio comunale i fastidi che la bianca visitatrice trascina inevitabilmente.

Anche il traffico dei veicoli ha dovuto subire soste e intralci, e specialmente quello tranviario che ha dovuto ritardare, e proprio nelle ore in cui il servizio è più utile, il suo ritmo consueto.

Ma, sopra tutto, i ritardi e gli arresti sono stati causati, specialmente alla periferia, da qualche improvviso ingombro cagionato sui binari da carri a trazione animale, poichè i cavalli non reggono il piede sul viscidume delle strade coperte da un leggero strato di neve.

Dal canto suo il comune ha segnato nel suo preventivo la spesa di tre milioni di lire per lo sgombero della neve nelle strade, cioè 80.000 lire in più che nel 1928, che in verità fu scarso di neve.

E’ questa la previsione meno sicura di tutte le voci del bilancio, perchè mentre può accadere che a inverno finito, essa sia rimasta quasi intatta, può accadere per contro che la neve cada con tanta abbondanza e pertinacia da rendere necessari altri fondi supplettivi e in misura notevolissima, precisamente come avvenne due anni or sono.

Causa la neve, anche i treni sono arrivati stamane alla stazione centrale con qualche ritardo.

Particolarmente ritardati i treni provenienti da Genova, per un grave accidente, verificatosi sulla linea ferroviaria, presso Tortona.

La bufera di neve scatenatasi, accompagnata da un fortissimo vento, ha provocato la caduta di un palo della illuminazione, il quale ha trascinato con se altri pali telegrafici.

La linea non  ha potuto essere subito sgomberata, e i treni per Milano hanno dovuto seguire la strada di Arquata.

NOVARA 2 GENNAIO 1929

La nevicata si è abbattuta con intensità ma senza violenza anche sulla nostra zona.

Pali telegrafici, telefonici e della conduttura elettrica, sono stati abbattuti con intralcio al traffico stradale.

Non si hanno notizie di disgrazie alle persone.

ALESSANDRIA – 2 GENNAIO 1929

Bufere di vento e di nevischio si sono abbattute sulla nostra zona, determinando danni gravissimi alle condutture elettriche: furono così divelti i fili di sostegno e le palizzate, che si abbatterono al suolo in un pauroso groviglio con pericolo dei passanti e ostacolando in più punti la circolazione.

Così fin dalle prime ore di stamane è mancata completamente l’energia elettrica.

Le conseguenze delle intemperie hanno cagionato anche l’interruzione del lavoro in molti stabilimenti per mancanza di energia.

Solo nei due cappollinai Borsalino che producono energia propria, si è lavorato quasi in pieno.

Il servizio tranviario per la città ed i sobborghi Orti e Cristo è stato interrotto e la società S.A.T, ha subito provveduto al trasporto dei numerosi passeggeri e specialmente delle masse operaie, a mezzo di camion.

Anche le comunicazioni ferroviarie da e per Alessandria hanno subito notevoli ritardi essendo in più punti ostacolate le linee.

Il treno Alessandria – Ovada ha funzionato solo in parte, in conseguenza dell’abbondante nevicata caduta nella giornata di ieri e di stamane.

Si annunziano pure numerose cadute determinate dallo stato delle strade.

Questa sera verso le ore 19, gradatamente, la corrente elettrica è stata riattivata e la città è di nuovo illuminata.

SAVONA 2 GENNAIO 1929

Una vera e propria bufera di neve si è scatenata nella serata e per tutta la notte con eccezionale violenza, particolarmente sull’alta zona montana.

A Ceve, a Millesimo, a Cairo Montenotte, la neve ha raggiunto perfino un metro di altezza, provocando abbattimenti di pali telefonici e telegrafici, intercettando comunicazioni e rendendo impraticabili le vie.

Da oltre 20 anni non si assisteva a turbini così tempestosi.

La nevicata ha interrotto le linee ferroviarie del Piemonte e della Lombardia.

Per tutta la notte e fino oltre le ore 12, il servizio dei treni procedette a trazione a vapore.

Molti treni dovettero essere soppressi.

Altri subirono ritardi di lunghe ore.

L’accellerato numero 1111, che doveva arrivare da Torino alle 9,25, è giunto alla nostra stazione alle 15,33; il diretto 241 pure da torino, che doveva arrivare alle 10,45, è giunto alle 15,30: l’accellerato 1113, ancora da Torino, delle 12,47 è arrivato con circa quattro ore di ritardo.

Dalla linea di alessandria, poi, non è giunto a savona alcun treno per tutta la giornata, nè durante la serata.

Su tale linea il servizio telefonico e telegrafico è pressochè interrotto: qualche treno, raggiunta a stento la stazione di san giuseppe, è stato prudentemente trattenuto colà.

Lungo la linea è caduta una frana.

Vi furono altresi non pochi incidenti, ma senza disgrazie a persone.

Sempre in conseguenza di guasti sulla linea primaria venne tolta alle sotto – stazioni elettriche di cogolotelo e di voltri la potenza di alimentazione dell’energia.

Il treno lusso Milano – Nizza, che avrebbe dovuto transitare da Savona alle 13, è arrivato alle 16,30.

quello recante il bagagliaio, sul quale furono caricati a torino pacchi dei giornali torinesi e che avrebbe dovuto giungere per la via di alessandria, non è stato ancora segnalato nel momento in cui vi telefono, cioè alle ore 22, per cui oggi savona è prima dei giornali della vostra città.

Si registra qualche caduta, provocata dalla neve.

Una vecchia, certa Fundori Giuseppina vedova Carro, a seguito di uno scivolone, riportava la completa fattura del femore sinistro.

Trasportata all’ospedale, ne avrà per circa 2 mesi.

Notizie che pervengono poche dall’alta zona montana, annunziano che sull’alta valle della bormida ed in altre località continua a nevicare.

VALENZA  2  GENNAIO  1929

La nevicata di ieri si è protrata sino alle prime ore di stamane; la neve ha raggiunto una notevole altezza, apportando seri danni a linee telegrafiche e telefoniche.

Poco prima della mezzanotte è mancata la luce per una caduta di una parte della palificazione.

Nei dintorni, specie in collina, la neve ha rasentato il mezzo metro di altezza, ostruendo strade e passaggi e rendendo pericolosa la viabilità.

A causa di un capitombolo prodottogli da una sdrucciolata sulla neve, certo Carlo marini, d’anni 15, ha riportato la frattura della gamba destra.

BIELLA 2 GENNAIO 1929

La neve che da ieri cade con breve soste di interruzione su tutta la regione, ha raggiunto in montagna i 50 centimetri, mentre ad Oropa e in città lo strato caduto, raggiunse un massimo di 20 centimetri.

Si lamentano danni alle linee elettriche e telefoniche.

Tutti i tram delle ferrovie elettriche biellesi in arrivo a biella hanno subito fortissimi ritardi.

LA STAMPA 3 GENNAIO 1929 – IL MALTEMPO IMPERVERSA – CRONACA DI STRADELLA

STRADELLA 2 GENNAIO 1929

In città ed in tutta la Valle Versa, il maltempo continua da ieri.

Ovunque si segnalano pioggia e neve.

PARMA 2 GENNAIO 1929

Pure a Parma è caduta copiosa la neve.

Abbondanti nevicate sono cadute anche nell’Appennino parmense.

In varie località la neve ha superato l’altezza di mezzo metro.

TRENTO 2 GENNAIO 1929

Dalla notte scorsa la neve continua a cadere in città senza interruzione.

In alta montagna ha infuriato la tormenta; in alcune zone la neve ha ormai raggiunto i 60 centimetri

di altezza. Molti valichi alpini sono completamente ostruiti e chiusi al transito.

ROMA 2 GENNAIO 1929

A distanza di due mesi il Tevere è nuovamente in piena.

Infatti le acque del fiume si sono ingrossate sensibilmente, tanto che, stamane l’idrometro di via Ripetta segnava 12,20 metri e quest’oggi l’altezza ha raggiunto l’altezza di 13,05 metri.

Si prevede un ulteriore aumento e sembra che sarà superata in nottata la quota di 14 metri.

La piena si presenta con le stesse caratteristiche di quella registrata ai primi di novembre e se il tempo non peggiorerà si prevede che il fiume non provocherà danni maggiori di quelli della volta scorsa.

Finora qualche avvenimento, che non presenta tuttavia alcun carattere allarmante, si è verificato nella zona suburbana a valle del Tevere e precisamente nella zona ostiense, ove specialmente intorno alla località della Magliana, l’acqua è uscita fuori dagli argini ed ha invaso delle vastie piaghe inondando anche taluni tratti di strada dalla parte di Fiumicino e dalla parte di Ostia.

La folla, come di consueto, sosta lungo i muraglioni e sui posti per assistere allo spettacolo della piena che trascina alberi sradicati, rottami di legno, arbusti, nonchè masserizie travolte nelle campagne.

Dalla vicina Rieti, intanto, giunge notizia che anche il Velino e il Turano sono in piena.

Tutta la pianura di Rieti è allagata,

dall’alto della villa Potenziani si vede un immenso lago che giunge fino a Rieti inondando il quartiere di San Francesco e la via Pierino Fantini.

Le comunicazioni con Roma, attraverso la via Salaria, sono interrotte ed egualmente interrotta è la strada di Avezzano per uno straripamento in località Casette.

Il fiume Velino continua a crescere a causa anche delle nevi che ricoprono le vicine montagne.

I danni arrecati alla campagna dalle inondazioni sono rilevanti.

Nel pomeriggio di oggi, verso le sedici, si è riversata sulla capitale una violenta grandinata.

Dopo una mezz’ora dalla prima una nuova grandinata ha reso in breve le piazze, le strade e i tetti biancheggianti come dopo una nevicata.

Fortunatamente i chicchi di grandine non erano di proporzioni rilevanti.

Dopo poco, data la pioggia che da tre giorni cade incessantemente, le strade hanno ripreso il loro aspetto normale poichè la grandine si è subito disciolta.

FIRENZE 2 GENNAIO 1929

 

Le piogge continue di questi giorni hanno provocato il consueto ingrossamento dell’Arno e dei suoi affluenti, nonchè dei vari fiumi della Toscana.

Da vari anni non si verificava una piena così eccezionale.

Da tutta la provincia giungono infatti notizie di allagamenti e straripamenti.

La parte bassa della nostra città è stata in vari punti allagata ma senza conseguenze gravi.

A Castel Fiorentino si è verificata una frana lungo la strada provinciale di Empoli, per cui le comunicazioni sono rimaste interrotte.

Dove la piena ha assunto aspetto veramente impressionante è nella piana di Signa.

I Ponti erano quasi coperti dalle acque e la corrente impetuosa trascinava tronchi d’albero, piante e detriti di ogni genere.

Le strade lungo l’Arno erano allagate.

Anche il sottopassaggio della ferrovia era invaso dalle acque, cosicchè si doveva stabilire un servizio di traghetto.

Anche nella piena del Bisenzio la situazione è preoccupante per i numerosi allagamenti che si sono verificati.

Alcuni ponti sono minacciati.

In località Brucianesi, l’acqua ha raggiunto in vari punti tre metri di altezza.

Molte fabbriche hanno provveduto allo sgombero dei materiali per limitare i danni.

In località Casa Bianca, la Fossa Macinante ha straripato e le acque hanno invaso i terreni vicini, raggiungendo l’altezza di circa un metro.

La semina del grano è andata completamente distrutta.

Anche la parte bassa di Castel Fiorentino è stata allagata.

Le frazioni di Dogana e Cambiago sono sommerse.

Anche nel Mugello le acque hanno straripato in vari punti.

Nei pressi della nostra città, in località Arco, nella notte è franato un buon tratto di argine e le acque hanno invaso alcune abitazioni.

Stamane poi, alle Cascine, alcuni cittadini mentre stavano osservando la piena del fiume Mugnone, scorgevano affiorare fra le acque un grosso animale che si dibatteva tra la corrente.

Un cacciattore, che si trovava fra i presenti, sparava un colpo di fucile contro l’animale e poteva catturarlo dopo non lievi sforzi.

Si constatò che si trattava di una lontra del peso di oltre  7 chilogrammi.

Molto probabilmente l’animale deve essere stato sorpreso dalle acque in qualche bosco dei dintorni e trasportato dalla furia della piena.

Il maltempo ha provocato ritardi notevolissimi ai treni.

Sulla linea della Porretana la neve ha raggiunto i cinquanta centimetri di altezza e i convogli hanno dovuto fare lunghe soste.

Il treno 43, proveniente da Bologna, ha avuto un ritardo di circa 6 ore.

I ritardi sono continuati anche per tutto il pomeriggio.

Anche a Pisa, i lungarno offrono un
aspetto pauroso e il genio civile ha provveduto a far mettere i sacchetti di sabbia alle paratie in legno poste sopra le spallette.

Pur tuttavia un pò d’acqua è uscita dalle spallette, spandendosi sui lungarno, specialmente nel tratto fra piazza Cairoli e il Ponte della Fortezza, dove l’acqua ha coperto le luci delle arcate.

I negozi su quel tratto del Lingarno hanno provveduto a trasportare in luogo più sicuro la merce.

Al ponte della Fortezza, nei pressi di via Santa Marta, l’acqua è uscita, formando un rigagnolo di una cerca lunghezza e mettendo in allarme gli abitanti di quel popoloso quartiere.

Molto panico, ma nessun danno.

Il viale Umberto primo, fino al tondo, è in parte invaso dalle acque.

Alle 20 la corrente ha fatto rovinare un tratto della spalletta al ponte della fortezza, causando l’allagamento della via bovio e della via la tinta.

Anche dalla provincia giungono notizie di inondazioni.

Nei pressi della località la rotta, l’arno è straripato e le acque hanno invaso 6 case, raggiungendo il livello di un metro.

Un largo tratto di strada provinciale è sott’acqua e vaste zone di campagna sono allagate.

Anche a Monte Lupo Fiorentino il paese è stato allagato in più punti.

VIENNA 2 GENNAIO 1929

I Viennesi, coricatisi ieri sera presto perchè stanchi della nottata di San Silvestro, hanno avuto stamane la sorpresa di trovare la città di un tappeto quasi immacolato.

Dalle due di stanotte la neve è caduta ininterrottamente fino a stasera alle 6 e raggiungendo lo spessore di oltre 30 centimetri.

Come avviene in queste occasioni, l’attività cittadina ha potuto cominciare soltanto più tardi e si è svolta tra infiniti ostacoli.

Le vetture tranviarie sono costrette a mettersi in fila dietro le macchine spazzaneve dalla velocità molto ridotta.

I viennesi che devono lavorare non si sono perciò entusiasmanti eccessivamente della comparsa della neve; ma quelli che posso di sporre a beneplacito del loro tempo, si sono diretti a frotte, avvolti nei maglioni, verso il Wienrwald, muniti di sli e di slitte, di racchette e di molta allegria.

CUNEO – 3 GENNAIO 1929

La nevicata ha ripreso con rinnovata violenza questa notte.

Agli 87 centimetri di neve già caduti in città e nella zona, altri 30 sono venuti ad aggiungersi, raggiungendo così la considerevole altezza di circa 1 metro e 20 centimetri di altezza che non mancherà di essere sorpassata, poichè la neve continua a cadere abbondantemente.

I telefoni interubani continuano ad essere interrotti, i telegrafi funzionano solo in parte, i servizi tranviari ed automobilistici sono pure seriamente intralciati e per alcune linee immobilizzati.

Il tram di Borgo San Dalmazzo stamane a percorrere cinquecento metri ha impiegato oltre tre ore, ed il convoglio era composto di un solo vagone e di due locomotive a tutta pressione.

Le automobili pubbliche e private sono chiuse in rimessa.

Nelle strade il transito è limitatissimo: gli spartineve non riescono a spazzare la neve caduta che già altra viene di rincalzo a sostituire quella accumulata ai due lati della strada.

Le sole ferrovie hanno ripreso il loro servizio quasi normale: i treni giungono bensì in ritardo, ma con al massimo 30 minuti.

Le linee ferroviarie, specie verso la montagna, sono tenute sgombre col passaggio continuato di potentissime locomotive munite di mastodontici spartineve, cosicchè ai viaggiatori dei treni che percorronono le linee così spazzate, e dato assistere ad uno dei più suggestivi spettacoli.

Infatti la neve raggiunge l’altezza dei finestri, ed i treni percorrono lunghissimi tratti, fra due alte e candide trincee.

In città numerose squadre di manovali attendono allo sgombro dei marciapiedi, accumulando la neve spazzata nel centro della via, formando così delle barricate nevose alte qualche metro.

Per avere un’idea dell’odierna nevicata, occorre riferirsi al 1916, anno in cui la neve caduta in un solo giorno ed una notte raggiunse il metro di altezza.

Se invece la neve continuerà a cadere bisognerà risalire al 1885.

In quell’anno, tanta fu la neve caduta, che fu giocoforza, per attraversare le vie della città, scavare gallerie nella neve stessa ed in altri punti, per esempio in via Roma, salire con scale all’altezza della neve, attraversare e ridiscendere dall’altra parte, sempre con scale.

Se però la viabilità normale è intralciata, non può dirsi così per quella sciistica, che nella parte nuova della città numerosi sciatori e sciatrici hanno infilato gli sci mettendosi a passeggiare per le vie eccentriche: l’occasione ha pure fatto riapparire qualche slitta a cavalli.

Giunge notizia da Acceglio che una comitiva di sciatori, rimasta lassù bloccata dalla neve, è riuscita dopo oltre dodici ore di faticosa marcia a portarsi a Dronero, dove è arrivata oggi e dove attende che il tram riprenda la sua corsa per ritornare a Cuneo.

PINEROLO 3 GENNAIO 1929

Dopo alcune ore di sosta, ieri sera ha incominciato a ricadere la neve, continuando ininterrottamente per tutta la notte e la mattinata.

Stamane la città raggiungeva circa 35 centimetri, mentre nelle valli ha raggiunto

altezze eccezionali.

A Ferosa Argentina supera i 60 centimetri, a Fenestrelle raggiunge circa il metro.

Stamane i primi convogli della Tranvia Pinerolo – Perosa Argentina, vennero bloccati per via.

Per le comunicazioni con Perosa Argentina si supplì con un servizio automobilistoco.

In serata però il servizio tranviario è stato regolarmente riattivato.

Anche nella Val Pellice la neve ha raggiunto altezze considerevoli e continua incessantemente a cadere.

La temperatura da ieri sera si è fatta più mite.

 

ASTI 3 GENNAIO 1929

Ieri ed oggi la neve ha seguitato a scendere su tutto il territorio.

Da parecchi anni non si aveva più una nevicata cpsì abbondante.

Anche dai comuni della zona giungono notizie che la neve ha raggiunto un altezza inconsueta: oltre cinquanta centimetri nel vicino Monferrato e 70 centimetri a Mombercelli.

Le comunicazioni stradali sono rese difficili.

In molti punti la rete telefonica e telegrafica e quella elettrica hanno subito interruzioni.

BIELLA 3 GENNAIO 1929

Il maltempo è continuato ad imperversare in tutta la regione.

A Biella la neve ha raggiunto i 40 centimetri; ad Oropa ne p caduta 65 centimtri, mentre alla regione del Rifugio Rosazza ha raggiunto un metro.

Si segnalano danni alle linee elettriche; le linee telefoniche delle vallate sono state interrotte ed il servizio tranviario ha subito ritardi.

Anche le linee telefoniche della Valsesia per la caduta di pali e fili sono state interrotte e saranno riattivate per domani mattina.

LA STAMPA 5 GENNAIO 1929
I DANNI DEL MALTEMPO
LE COMUNICAZIONI FRA TORINO E CUNEO UNA VALANGA DI 150 METRI

Tutte le linee ferroviarie sono state sgombrate dalla neve da ieri mattina, e la circolazione è ritornata normale ad eccezione della linea montana di Cuneo. Gli spartineve hanno continuato ininterrottamente a circolare per tenere sgombri i binari e vi sono riusciti benché la neve continui irriducibilmente a cadere. Si ha notizia che qualche spartineve sarebbe rimasto bloccato nella zona montana. I ritardi più gravi furono ieri sulla linea di Cuneo, quelli del diretto, che giunse a Torino alle 12.17, con 3 ore e 7 minuti di ritardo, e quello dell’accellerato, che doveva giungere alle 14.30. Le notizie giunte al nostro Compartimento ferroviario in serata e durante la notte segnalavano ancora abbondante caduta di neve nella regione cuneese, con relativo aggravamento della situazione ferroviaria. Non si ricorda infatti, da quelle parti, una nevicata così spettacolosa. Diamo qualche cifra:
Sulla linea Cuneo – San Dalmazzo di Tenda – Ventimiglia si hanno: A Robulant 150cm di neve; A Limone Piemonte 165cm di neve; A Cuneo 130cm di neve
Sulla linea Cuneo Bastia ci sono: A Mondovì 90cm di neve; e 75 centimetri di neve in parecchie altre località:
Sulla linea Cuneo – Ceva – Savona si sono raggiunti: A Carmagnola 60 cm di neve; A Bra 90cm di neve; A Ceva 105cm di neve; A Berragna 130cm di neve;
Da Ceva verso Ormea si hanno: A Nucetto 130cm di neve; A Garessio 110cm di neve;
Ma la località dove le condizioni delle linee destano qualche preoccupazione, è l’alta Valle Del Breudi, e la valle Vermenagna, nella quale ieri sono cadute alcune valanghe, specialmente fra Vernani e Limone Piemonte. Una di queste è precipitata vicina allo sbocco della galleria Cresta Morino. La valanga era di rispettabili proporzioni – 150 metri di lunghezza e 3 di altezza – abbattendosi sui binari, ha provocato l’interruzione quasi completa del transito. In conseguenza di ciò i treni si spingono fin dove è possibile fra Cuneo e la montagna, e fra Cuneo, San Dalmazzo e Ventimiglia il servizio dei treni è conseguenzialmente ridotto. Continuano perciò le limitazioni dei treni fra Cuneo e San Dalmazzo, Cuneo e Basta, Cuneo e Mondovì, dove si è reso necessario far circolare gli spartineve. Sulle altre linee del nostro Compartimento il servizio si svolge regolarmente.

A CUNEO QUASI UN METRO E MEZZO DI NEVE
La neve, che cade quasi ininterrottamente
sulla nostra città dalla notte del 31 dicembre, ha raggiunto ormai altezze
considerevoli.
Oggi la neve cade ancora più abbondantemente vorticosa degli
scorsi giorni.
Ancora qualche ora e il metro e mezzo sarà raggiunto e
superato.
La violenta ripresa della nevicata verificatasi questa notte ha
provocato nuovi ed ulteriori danni ed ha ancor più gravemente intralciato la
circolazione.
Le linee tranviarie, automobilistiche, e ferroviarie hanno
sospeso ogni attività.
Solo le ferrovie, che gia avevano ripreso quasi
regolarmente, funzionano ancora a servizio ridotto.
I treni subiscono enormi
ritardi e numerose corse hanno dovuto essere sospese.
La circolazione
ferroviaria sulla Cuneo – Breglio – Ventimiglia e Breglio – Nizza, in un primo
tempo seriamente ostacolata da una valanga caduta ieri notte nei pressi di
Limone Piemonte; che aveva fatto ritardare di parecchio i treni in transito, è
stata oggi completamente interrotta per la caduta di un’altra
valanga.
All’una di notte però, per l’opera di 150 manovali e di potenti
locomotive munite di sparti vene, il tratto di linea ostruito ha potuto essere
riattivato al transito.
I treni per Ventimiglia e Nizza hanno così potuto,
per quanto in ritardo, partire dalla nostra città alla volta di quei
centri.
Il treno di Torino che doveva stamane giungere a Cuneo alle 7.50, e
arrivato soltanto alle 10.30.
L’espresso in partenza alle 15 da Torino, a
mezzanotte non è ancora giunto.
Nei centri vicini a Cuneo non toccati dalla
ferrovia, le comunicazioni sono totalmente interrotte.
Se la neve continua a
cadere ancora per qualche ora, la stessa città può dirsi bloccata.
Intanto
l’enorme quantità di neve caduta e che continua a cadere, ha costretto
l’amministrazione comunale a prendere provvedimenti l’incolumità
pubblica.
Sono stati così mobilitati oltre centro manovali per lo sgombero
della neve dai tetti dei palazzi in cui sono situati uffici pubblici.
Una
disposizione prefettizia ordina ai privati proprietari di provvedere allo
sgombero della neve dai tetti.
Inoltre sono stati mobilitati trecento
manovali per lavori di sgombero dei marciapiedi, per tagliare passaggi
attraverso le vie cittadine, e per costruire gradini in quelle strette, allo
scopo di permettere ai pedoni di salire alla sommità della neve per attraversare
e poi discendere dall’altra parte della strada.
Giungono poi notizie di
valanghe cadute qua e la lungo le strade montane.
IVREA
Oggi nel tardo pomeriggio la neve, dopo una giornata d’interruzione, ha ripreso a cadere. Nei pressi della città la neve ha raggiunto l’altezza di circa 25 centimetri, ma nelle valli dell’alto canavese si è accumulata in quantità assai maggiori. I treni dalla Valle d’Aosta giungono regolarmente in orario e nessuno dei servizi automobilisti e di filovie per le diverse vallate ha dovuto sospendere le sue corse.
5 GENNAIO, NEVE A PADOVA
Per tutta la giornata di oggi è caduta a più riprese in città e in provincia non
abbondante nevicata, che è poi cessata verso sera.
5 GENNAIO, 20 CENTIMETRI DI NEVE A UDINE
Una vera tempesta di neve, accompagnata da bora, quanto da anni non si ricordava
sferzante.
Si è scatenata oggi in tutta la provincia.
Essa è durata dalle
ore 9 alle ore 12, riprendendo con minor violenza nel pomeriggio.
Ad Udine la
neve raggiunge 20 centimetri di altezza.
Il treno San Giorgio di Novaro
-Udine è stato arrestato dalla violenza bora e dalla quantità di neve poco oltre
la partenza.
Si sono dovuti invitare moltissimi operai per farlo
proseguire.
In montagna ogni attività è paralizzata.
Le linee telefoniche
sono interrotte, quelle telegrafiche hanno subito danni.
I treni giungono
ritardi.
5 GENNAIO, TEVERE E ANIENE SEMPRE PIU’ MINACCIOSI
La Piena del Tevere ha toccato e ha superato di parecchio il classico occhiatone
di Ponte Sisto, segno che l’impero dell’acqua così fortemente ingrossata dalle
recenti piogge e dallo scioglimento delle nevi, ha raggiunto una intensità
inconsueta.
Infatti secondo i dati forniti dall’apposito ufficio del Genio
Civile, mentre alla mezzanotte l’idrometro della Ripetta segnava un’altezza di
14 metri, nella mattinata le acque sono arrivate a 14.70 e durante il pomeriggio
hanno avuto tendenza ad aumentare sempre più fino a raggiungere un altezza di
metri 14.75 e anche 14,80.
6 GENNAIO, CUNEO DOPO LA GRANDE NEVICATA
La neve ha cessato nelle prime ore di stamane di cadere, ed oggi si è finalmente
rivisto il sole, Cuneo appare come interamente coperta da un gran manto e a chi
si affaccia sui baluardi gesso e Stara, è dato assistere ad uno dei più
pittoreschi e suggestivi spettacoli.
Tutti gli avvallamenti sono scomparsi, i
bruschi dislivelli addolciti ed una distesa candidissima si estende a perdita
d’occhio fin sotto alle montagne che fanno corona a Cuneo.
In città continua
lo sgombero della neve dai tetti, e nelle strade squadre di manovali lavorano a
tagliare passaggi e ad accumulare la neve.
Le comunicazioni telefoniche
funzionano ora regolarmente con quasi tutti i centri della provincia, e così
pure quelle telegrafiche.
Invece i servizi postali con i centri minori non
legati al capoluogo che da linee automobilistiche e tramviarie sono effettuati
saltuariamente a piedi ed a dorso di muli.
Le linee tramviarie sono ancora
inattive, ma si spera che per lunedì i servizi possano essere ripresi
regolarmente.
I servizi ferroviari procedono, sia pare con limitazioni di
corse, quasi regolarmente.
Sulla Cuneo Ventimiglia le valanghe che ieri
avevano interrotto per varie ore ogni passaggio di treni, sono state tagliate a
mezzo ed i treni hanno nuovamente potuto transitare.
La Cuneo – Ventimiglia
sin dalle prime ore di stamane è poi stata totalmente liberata dalla neve
accumulata dalla valanga caduta fra Limone Piemonte e Vernante.
Qui però, più
che di una vera valanga si trattava di una slavina di 150 metri di lunghezza per
tre di altezza.
Su questa linea, anche ad evitare eccessivi ritardi, i treni
sono stati limitati a due per Ventimiglia e a due per Cuneo.
Tale orario
continuerà per due o tre giorni, sino a quando cioè la linea potrà essere
completamente liberata dalla neve.
Le valanghe cadute nelle alte valli Stura,
Maira, Gesso, per quanto ci consta, non hanno causato vittime, ma solo seri
intralci alla viabilità.
6 GENNAIO, NEVE ANCHE A MANTOVA

Dopo due giorni di continua pioggia, è caduta ieri, per circa tre ore, una fitta
neve.
I corsi d’acqua sono sensibilmente ingrossati, senza però nessun
pericolo di straripamento.
La temperatura è bassa.
6 GENNAIO, GRANDINATA INVERNALE AD ADRIA
Ieri la stranezza del tempo, ha imbiancato di grandine il paese di Ariano
Polesine.
I chicchi avevano la grossezza delle nocciole.

6 GENNAIO, 30 CENTIMETRI DI NEVE A NIZZA MONFERRATO
Il maltempo non ha risparmiato la nostra zona.
La neve è caduta abbondante
sino a raggiungere i 30 centimetri di altezza, accompagnata da forti raffiche di
vento che hanno abbattuto i pali e strappati i fili delle condutture elettriche
in molti punti, per cui la città da martedì, nella notte, si trova immersa
nell’oscurità e lo sarà ancora per qualche tempo.
E’ stata pure interrotta la
distribuzione dell’acqua potabile a causa della mancanza dell’energia elettrica;
e così sono pure state interrotte le linee telegrafiche e telefoniche: i treni
hanno cominciato ieri a funzionare regolarmente.
Non si segnalano disgrazie;
la neve, che sino a ieri continuava a cadere, nel comune di Maranzana raggiunge
l’altezza di 80cm.

LA STAMPA 10 GENNAIO 1929, FREDDO INTENSO A BIELLA

Il freddo si è fatto intenso in questi giorni, il termometro ha segnato una
temperatura minima di 6 gradi centigradi sotto lo zero in città e nell’alta
regione biellese la temperatura è stata di 8 gradi sotto lo zero.
In conseguenza del freddo si registrano una serie di disgrazie.

LA STAMPA 10 GENNAIO 1929, NOVE GRADI SOTTO LO ZERO A CASALE MONFERRATO

 



Da due giorni abbiamo un freddo molto intenso.
Nelle prime ore di stamane la
temperatura è scesa a nove gradi sotto lo zero, vi sono circa due centimetri di
brina.

LA STAMPA 10 GENNAIO 1929, TEMPERATURE RIGIDE A VALENZA


La temperatura si è da ieri notevolmente abbassata.
Poco dopo le ore 7 di
stamane, il termometro, specie nella zona di alta collina; ha passato i nove
gradi sotto lo zero.
Di conseguenza si ebbero danni alle tubature delle acque
e molti alberi di campagna subivano avarie prodotte dal gelo.
Il tempo si
conserva sereno e la temperatura anche stasera è rigidissima.

LA STAMPA 10 GENNAIO 1929, MOLTO FREDDO A STRADELLA

Il freddo intenso ha abbassato la temperatura a cinque gradi sotto lo zero.

LA STAMPA 10 GENNAIO 1929, FREDDO INTENSO AD ASTI DOPO LE NEVICATE ABBONDANTI DEI GIORNI SCORSI

Un’ondata di freddo veramente eccezionale ha fatto seguito alle abbondanti
nevicate dei giorni passati.
La temperatura è discesa nella scorsa notte ad
oltre dieci gradi sotto lo zero.

LA STAMPA 10 GENNAIO 1929, OTTO GRADI SOTTO ZERO A PARMA

Una ondata di freddo intenso è segnalata in città.
Il bollettino
meteorologico stamane ha segnato alle ore 9.30 otto gradi sotto zero.

LA STAMPA 10 GENNAIO 1929, DIECI GRADI SOTTOZERO A TRENTO, CON PUNTE DI MENO 25 IN MONTAGNA

Una nuova ondata di gelo ha colpito la nostra regione.
In città il termometro
è disceso oggi, nelle località più esposte, fino a dieci gradi sotto lo zero,
mentre nella zona delle Dolomiti e nelle valli più alte si sono avuti fino a
venticinque gradi di gelo.
I laghetti alpestri, le cascate, fra cui quella di
Sardagna, e i corsi d’acqua sono gelati.
Anche il lago di Lavarone è
completamente ghiacciato.

LA STAMPA 11 GENNAIO 1929, 15 GRADI SOTTO LO ZERO AD AOSTA


La temperatura si è, in questi giorni, eccessivamente abbassata nonostante le
meravigliose e limpidissime giornate invernali.
In città, il termometro è
disceso stamattina, a 13 gradi sotto lo zero, raggiungendo perfino i 15 gradi in
vicinanza della Dora, che scorreva densa di ghiaccioli.

LA STAMPA 11 GENNAIO 1929, MOLTO FREDDO A TORTONA E IN VAL CURONE DOPO LE ABBONDANTI NEVICATE

Da tre giorni la temperatura si è fatta rigidissima.
In città il termometro
ha segnato 5 e 6 gradi.
Nella valle del Curone, ancora avvolta nella neve
caduta abbondantissima, il termometro è sceso ad 8 e 9 gradi sotto lo zero.

LA STAMPA 11 GENNAIO 1929, ANCORA MOLTO FREDDO A VALENZA

Anche stamane l’ondata del freddo si è maggiormente intensificata ed il
termometro, che durante la notte era disceso a dieci gradi sotto zero, è
sensibilmente salito a nove gradi.
La nebbia densa ed una brinata eccezionale
ha avvolto la città e la campagna infondendo una caratteristica particolare di
biancore insolito.
Il gelo ha provocato vari capitomboli e scivoloni,
fortunatamente innocui, ai pedoni, rendendo quindi faticosa la circolazione.

LA STAMPA 11 GENNAIO 1929, MOLTO FREDDO A TRIESTE

Cessata la bora, una nuova ondata di gelo si è estesa nella regione.
Dopo la
temperatura di ieri, che era stata più mite, il termometro è improvvisamente
disceso stamane a gradi 3,7 sotto lo zero; nel pomeriggio la temperatura è
salita a 1,1 sopra lo zero.

LA STAMPA 12 GENNAIO 1929, 13 GRADI SOTTO LO ZERO A NIZZA MONFERRATO

Dopo le grandi nevicate cadute nella prima settimana del mese, nella Valle del
Belbo, è sopraggiunta una ondata di freddo d’intensità veramente
eccezionale.
Nella città il termometro è sceso a 13 gradi sotto zero e
nell’alta Valle si sono raggiunte temperature anche più rigide.
La campagna è
coperta da uno spesso strato di neve indurita dal gelo.
Il tempo però si
mantiene sereno ed asciutto dimodochè il freddo non ha prodotto effetti nocivi
sulla pubblica salute.
Si vanno man mano riattivando i servizi pubblici,
gravemente danneggiati dalle nevicate.

LA STAMPA 12 GENNAIO 1929, I LAVORI DI BONIFICA INTRALCIATI NEL FERRARESE PER IL GELO

Da alcuni giorni in tutta la zona fa un freddo intensissimo.
Il termometro
raggiunge abitualmente gli otto nove gradi sotto lo zero.
I piccoli corsi
d’acqua sono in permanenza gelati ed i lavori di bonifica sono alquanto
ostacolati.
Una nebbia densissima avvolge la Valle Padana.

LA STAMPA 12 GENNAIO 1929, CORSI D’ACQUA GHIACCIATI IN TRENTINO ALTO ADIGE



L’ondata di freddo continua sempre più intensa in tutta la regione.
In città
il termometro è sceso anche oggi fino a 10 gradi sotto lo zero, mentre nelle
valli di montagna la temperatura oscilla fra i 18 e i 26 gradi sotto lo
zero.
I corsi d’acqua sono gelati, mentre i laghetti alpini si sono
trasformati in solide piste per il pattinaggio.
Il Passo di Rolle, il Passo
del Pordoi e gli altri valichi delle Dolomiti sono completamente ostruiti dalla
neve che ha raggiunto l’altezza di due metri; essi rimarranno chiusi al transito
fino a primavera.

LA STAMPA 12 GENNAIO 1929, 23 GRADI SOTTO LO ZERO A TARVISIO

Anche nella provincia di Udine si è avuto un forte rincrudimento della
temperatura.
Stamane alle 8 il termometro segnava oltre 7 gradi sotto lo
zero.
La discesa della temperatura si è iniziata nel pomeriggio di ieri e già
alle 18 il termometro era a zero gradi.
Alle 2 di stamane aveva raggiunto i
cinque gradi sotto lo zero.
Alle 10 era ritornato sui 5 gradi sotto lo
zero.
Ieri, a Porta Gemona si ebbero 10 gradi sotto lo zero.
L’ondata di
freddo è più forte nella Carnia.
A Tolmezzo stamane il termometro ha
raggiunto i 12 gradi sotto lo zero; a villa Santina i 14, a Forni di Sopra e
nella Val Carnia i 18.
Ieri sera il termometro a Tarvisio segnava 23 gradi
sotto zero e all’alba di stamane raggiunse la massima di 24 gradi.
Alle 9 era
però ritornato sui 23 gradi sotto lo zero.

LA STAMPA 12 GENNAIO 1929, FREDDO RIGIDO A PIACENZA

La temperatura rigidissima da qualche giorno, si è oggi ancora abbassata
eccezionalmente.
L’osservatorio alberoniano ha segnato il minimo di nove
gradi sotto lo zero.

LA STAMPA 12 GENNAIO 1929 – CONTINUA IL FREDDO INTENSO AD ASTI, SEMPRE SOTTO I 10 GRADI SOTTO LO ZERO

Il freddo intenso che ha fatto seguito alle abbondanti nevicate dei giorni
scorsi seguita a mantenersi assai rigido scendendo durante la notte oltre i 10
gradi sotto lo zero.
L’acqua potabile delle condutture esterne si è gelata
producendo in alcuni punti la rottura delle condutture.

LA STAMPA 12 GENNAIO 1929 – NEBBIONE CON 8 GRADI SOTTO LO ZERO A BRESCIA

Da qualche giorno una nebbia densa avvolge la città e le campagne
circostanti.
Il freddo è aumentato di intensità fino a raggiungere questa
sera gli 8 gradi sotto zero, temperatura che non si verificava da molti
anni.
Nelle alte valli è caduta abbondante la neve e ora la temperatura è
così secca e rigida, che nell’Alta Valle Camonica ha segnato l’altro ieri 16
gradi sotto lo zero.

LA STAMPA 13 GENNAIO 1929 – AUSTRIA: DANUBIO GHIACCIATO, VILLAGGI ISOLATI, UN INVERNO DA LUPI, PUNTE DI 27 GRADI SOTTOZERO



Da un paio di giorni stiamo gelando.
I termometri Viennesi si permettono di
segnare temperature russe.
Ieri alla periferia si toccarono i 22 gradi sotto
zero.
Stamane avevamo 16 gradi sotto zero alla periferia.
In parecchie
case, congelandosi l’acqua, le condutture sono scoppiate.
Qua e la si
verificano anche rotture di tubature del gas.
Il consumo di carbone tocca
cifre impressionanti, e nei depositi della stazione del nord si sono fatte
larghe.
Invece giorno e notte centinaia di carri si vanno a rifornire di
combustibile per fabbriche e negozi di città.
Il deposito, che al principio
della fossa, era ricco di 85 mila tonnellate di carbone, è andato talmente
assottigliandosi, che ieri a Vienna correva la voce di una possibile
carestia.
Un giornale popolare, messosi a calcolare quale onere finanziario
quotidiano rappresenta l’intensificato riscaldamento dovuto al freddo eccessivo,
è giunto alla conclusione che in questo periodo Vienna spende per combustibile
almeno 1.550.000 lire in più del solito.
Il termometro segna oggi un
miglioramento della temperatura, il cui rigore ieri era davvero
impressionante.
Il miglioramento lo dobbiamo all’arrivo di una corrente calda
dalla Scandinavia.
Ciò non accade a Ischl, si sono stamane registrati 16
gradi sotto lo zero; a Graz 22 e in altre località anche 24 e 22.
Per Gratz i
22 gradi sottozero rappresentano un record ma il freddo è sensibile in tutti gli
stati del bacino medio e sud orientale europeo.
In Boemia e in moltissime
altre località si sono avuti da 20 a 27 gradi, in Ungheria 15 gradi.
In
parecchie regioni, i lupi, spinti dal freddo, hanno fatto la loro comparsa nelle
masserie uccidendo molto bestiame.
Nella regione di Seghedino, un branco di
lupi è penetrato in un gregge di pecore, ed è stato accolti padroni disarmati a
bastonate.
In Romania il freddo ha provocato numerose interruzioni delle
linee telegrafiche e telefoniche.
A Bucarest la temperatura è scesa sotto i
quindici gradi sotto lo zero.
La navigazione del basso Danubio è
interrotta.
Il Danubio come del resto anche la Sava è completamente congelato
nei dintorni di Belgrado la temperatura è di 18 gradi sotto lo zero.

LA STAMPA 13 GENNAIO 1929 – PARTE DEL FIUME TANARO E’ GHIACCIATA

L’ondata eccessiva di freddo che si è ripercorsa su tutta la zona valcurana, anziché scemare di intensità, si va accentuando ogni giorno.
Agevolata da lunghi periodi di nebbia intensa e dalla brina che abbondantemente ricopre la città, il freddo arreca danni alle piante, pannocchie delle quali si trovano squarciate totalmente dal gelo.
Il termometro nella notte raggiunge un massimo di dieci gradi sotto lo zero, e oggi, nel pomeriggio, alle ore 15 la massima era di meno cinque.
Notizie da Passignana segnalano che il fiume Tanaro, specie nella parte bassa, è in parte gelato, particolare rarissimo.

LA STAMPA 13 GENNAIO 1929 – A VOGHERA IL TERMOMETRO CONTINUA A SCENDERE

Da alcuni giorni il termometro continua a scendere.
Nella Mattinata di ieri, si ebbe nove gradi sotto zero, temperatura che nella nostra città non si verificava da alcuni anni.

LA STAMPA 13 GENNAIO 1929 – LASTRONI DI GHIACCIO NEL FIUME ADIGE

L’ondata di freddo che da alcuni giorni ha colpito con eccezionale rigore la nostra regione, si è maggiormente accentuata nella giornata di oggi.
La scorsa notte, nei dintorni della città, il termometro ha segnato 15 gradi sotto lo zero, mentre in alta montagna, sono stati registrati 28 gradi sotto lo zero, una temperatura veramente siberiana.
L’Adige in piena magra, trasporta considerevolmente grosse lastroni e blocchi compatti di ghiaccio;
la superficie dei lastroni, è quasi superiore di quella dell’acqua corrente.

LA STAMPA 13 GENNAIO 1929 – MENO 14 A REGGIO EMILIA

L’intensità del freddo è cresciuta negli ultimi giorni.
In tutta la provincia ed ha raggiunto limiti da gran numero di anni non toccati.
Questa mattina il termometro è sceso fino a superare i quattordici gradi sotto lo zero.

LA STAMPA 13 GENNAIO 1929 – NEVE FINO A BASSA QUOTA IN SICILIA, E SUI COLLI ATTORNO A MESSINA

Da tre giorni la temperatura si è molto sensibilmente abbassata e sulle cime dei monti Nebrodi è comparsa la neve, la quale ha fatto capolino anche su qualcuno dei colli più alti circostanti la città.
Per fortuna l’aria è calma e il freddo di conseguenza non ha potuto raggiungere l’intensità di quando spira il vento del nord.
Oggi parrebbe che il tempo voglia rimettersi al bello.

LA STAMPA 15 GENNAIO 1929 – NEL BRESCIANO TRENI IN FORTE RITARDO PER IL GELO E LA NEBBIA

Gravi e strani incidenti sono stati provocati in questi giorni dalla nebbia e dal freddo che persistono.
Fra gli altri, vengono segnalati frequenti interruzioni di corrente elettrica.
Il treno tranviario elettrico dell’Alta Valle Trompia che avrebbe dovuto giungere a Brescia domenica sera alle ore 21, riportando gli sciatori dei gruppi premilitari recatisi al Pian di Vaghezza, è arrivato solo alle 01.30 di stamane.
Il grave ritardo che tenne in ansia tante famiglie, è stato determinato da un deviamento avvenuto a Marchesano durante la cosa ascendente del treno, che rese necessario l’intervento di operari e di attrezzi, inviati d’urgenza da Brescia.

LA STAMPA 15 GENNAIO 1929 – IL BACINO IRRIGUO DEL PIACENTINO E’ COMPLETAMENTE GHIACCIATO

La temperatura si mantiene rigida ma verso sera si è mitigata ed ha cominciato a nevicare.
Tra ieri ed oggi in città si ebbero nove gradi sotto zero ed in provincia 14 gradi sotto zero.
Alcuni corsi d’acqua compreso il Tidone ed il Nure sono ghiacciati.
Il Bacino dal grande serbatoio irriguo della valle Tidone testè ultimato ove stanno convogliando le acque e che è stato invasato da dieci metri d’acqua a formare un vastissimo lago, è completamente gelato alla superficie.
L’opera non soffre affatto di questa imprevista ghiacciata che è, si potrebbe dire, la prova del fuoco della ciclopica costruzione.

LA STAMPA 15 GENNAIO 1929 – FREDDO INTENSO IN TUTTA L’EMILIA ROMAGNA

Il freddo si mantiene intenso in città ed in tutta la regione.
A Parma si continuano a segnare dieci gradi sotto lo zero, a Modena otto e mezzo.
Il massimo finora registrato è quello della cittadina romagnola di San Casciano con sedici gradi sotto zero, ma alcuni paesi dell’alto Appennino toscano hanno avuto rigori ancora più intensi.
Si registrano nella campagna molti casi di sincope.

LA STAMPA 15 GENNAIO 1929 – A TORTONA LA TEMPERATURA CONTINUA A MANTENERSI RIGIDA

La temperatura continua a mantenersi rigidissima.
Il termometro è sceso, ieri a nove gradi sotto zero e nella Valle del Grue e del Cusone a dieci e dodici gradi sotto lo zero.
In città sono gelate molte condutture d’acqua con serio pregiudizio della fornitura dell’acqua potabile.

LA STAMPA 15 GENNAIO 1929 – GELO INTENSO IN TUTTO L’OLTREPO PAVESE

La temperatura ha subito un nuovo balzo assai al di sotto dello zero in tutto l’Oltrepo.
In città, nel primo mattino, si è arrivati a undici gradi sotto lo zero ed in varie località della Valle Versa si sono registrati 13 gradi sotto lo zero.
Il lago formato dal bacino della Val Vidone è completamente gelato.

LA STAMPA 17 GENNAIO 1929 – 35 CENTIMETRI DI NEVE A FIRENZE


La neve è cominciata a cadere da ieri notte alle 3 ed è continuata ininterrotta sino verso le 9 del mattino.
In alcuni punti della città, e specialmente nei viali e nella periferia, ha raggiunto l’altezza di 30 centimetri.
Nel piazzale Michelangelo si sono dati convegno studenti ed appassionati sciatori.
Come al solito non sono mancate le consuete battaglie a colpi di palle di neve e qualcuno dei più entusiasti, mostratisi eccessivamente zelanti nell’esercizio di questa attività, è stato fermato dagli agenti e condotto in Questura, dove è stato trattenuto per qualche ora e poi rilasciato.
Vari incidenti causati dai giovani che sfogavano i loro istinti bellici scagliando palle di neve contro i vetri di tram vari e di automobili, si sono verificati in vari punti della città, ma senza conseguenze.
L’abbondante nevicata non ha intralciato il servizio ferroviario, ma ostacolato il traffico cittadino, specie nelle prime ore del mattino.
Verso mezzogiorno però la circolazione ha potuto riprendere normalmente, poiché la neve è stata completamente spalata da appositi incaricati del comune.
Anche dalle altre città della Toscana giungono notizie di abbondanti nevicate.
Ad Arezzo la neve ha raggiunto l’altezza di 40 centimetri, a Montevarchi di 20 centimetri.
Il servizio tramviario ha subito varie ore di interruzione.
Anche a Pistoia a Lucca ed a Pontedera la neve è caduta in grande quantità.
Nel Mugello e nel Senese le nevicate sono state abbondanti e particolarmente nei valichi montani,
alcuni dei quali sono bloccati dalla violenza delle bufere e dalla quantità della neve caduta.
Non si hanno fortunatamente a registrare disgrazie.
Il tempo verso mezzogiorno si è ovunque rimesso al bello.
La temperatura è assai bassa.

LA STAMPA 17 GENNAIO 1929 – FREDDO INTENSISSIMO E CORSI D’ACQUA GELATI IN TRENTINO ALTO ADIGE

Il freddo continua intensissimo in tutta la regione.
Anche stanotte sono stati registrati in città dodici gradi sotto lo zero.
Giunge notizia che anche il lago di Loppio è completamente ghiacciato, mentre quello di Caldonazzo è in parte gelato lungo la sponda di San Cristoforo.
Nella zona del Garda, presso Riva, e in Valsugana i corsi d’acqua sono tutti gelati.
Nei pressi della stazione di Mori l’Adige è ghiacciato per un tratto di cinquecento metri.

LA STAMPA 17 GENNAIO 1929 – CLIMA GELIDO NEL COMASCO

La temperatura che ieri era salita a 4 gradi sotto lo zero oggi è discesa a 8 gradi.
In serata si sono succedute violente raffiche di vento gelido che hanno causato l’interruzione della corrente elettrica per qualche minuto, nonché ritardi sulle linee tranviarie e lacustri.
Sui monti, la bufera ha imperversato con grande violenza.
Non si hanno finora notizie di disgrazie.

LA STAMPA 19 GENNAIO 1929 – TEMPERATURE SOTTO LO ZERO IN TUTTA ITALIA, NUOVA NEVICATA A ROMA



Il professore Filippo Eredia, capo dell’ufficio pronostici dell’aeronautica, interrogato sulle cause del freddo eccezionale, ha detto:
“La temperatura minima di questa notte ha raggiunto nelle regioni centrali e meridionali un livello molto basso, che sinora rappresenta la temperatura più bassa avutati nel corrente mese di gennaio.
Su tutta la penisola, la temperatura all’alba era sotto zero e tale si è mantenuta sino alle prime ore del mattino.
Viene segnalata la temperatura di 8 gradi sotto lo zero a Chieti, 7 a Foggia ed a Firenze, di 6 a Milano, e di 5 a Venezia ed a Roma, e di 4 ad Ancona.
Sulle città costiere della Sicilia e della Sardegna, la temperatura minima non ha raggiunto gli zero gradi.
Le nevicate abbondano nell’Appennino, specie nelle regioni centrali e meridionali.
Le disposizione barometriche che hanno prodotto tale intenso freddo, sono dovute ad un ampio anticiclone che dai Carpazi si è spinto sulle Alpi, con un valore compreso tra 771 e 769 millimetri.
Un’altra zona di alta pressione a 769 si trova sulla Sicilia.
Questo regime di alta pressione è interrotto solo sull’alto versante tirrenico, ove è la tendenza a formarsi una depressione.
Quindi è probabile che a siffatto periodo di freddo seguirà un periodo di precipitazioni, che nelle località marittime sarà pioggia, mentre continueranno le nevicate specialmente sulle regioni alquanto elevate.
Una seconda abbondante nevicata è caduta oggi a mezzogiorno.
Nonostante il traffico, tutte le strade sono rimaste imbiancate conferendo un insolito aspetto alla città.
Oggi la neve ha raggiunto i tre centimetri, altezza che è davvero eccezionale.
Infatti a Roma, per trovare una nevicata degna di tal nome, bisogna risalire al marzo del 1895, quando, durante una forte burrasca, caddero 10 centimetri di neve.
Altre nevicate abbondanti si ebbero il 23 gennaio 1907 con cinque centimetri, e il 21 novembre 1927 con 2 centimetri.
Il freddo naturalmente è aumentato.
Ieri infatti, durante la notte, il termometro è sceso a 4,8 gradi sotto lo zero, mentre la temperatura massima di ieri è stata di due soli gradi sopra lo zero.
Queste temperature sono anormali per Roma, poiché la media della temperatura minima per il mese di gennaio è di qualche grado sopra lo zero, mentre la media massima è di 14 gradi sopra lo zero.
Questa notte a Terni città e nelle campagne circostanti, è caduta una abbondante nevicata che ha coperto le strade per circa venti centimetri, rendendo difficile la viabilità e il traffico.

LA STAMPA 19 GENNAIO 1929 – 22 GRADI SOTTO LO ZERO NEL BIELLESE

Il freddo, anche nella nostra regione, è andato gradatamente aumentando, tanto che in città è stata registrata una temperatura di 10 gradi centigradi sotto lo zero.
Diverse fontanelle sono gelate, molte tubazioni di acqua di case private sono state danneggiate dal gelo.
Nelle vallate maggiormente esposte ai venti gelidi di gole montane sono state registrate temperature di 20 e 22 gradi centigradi sotto lo zero.

LA STAMPA 19 GENNAIO 1929 – FREDDO INTENSO A IVREA

Il freddo intenso dei giorni scorsi è stato oggi superato.
Infatti il termometro è sceso sino a 14 gradi sotto lo zero, temperatura cui non si era ancora arrivati ad Ivrea in quest’anno.

LA STAMPA 19 GENNAIO 1929 – FREDDO INTENSO A FIRENZE

Nonostante la magnifica giornata, anche oggi il freddo è stato intenso, tanto che il termometro nelle prime ore del mattino è sceso fino a sette gradi sotto lo zero.
Si sono verificate, a causa del ghiaccio, alcune cadute, ma senza gravi conseguenze.

 

LA STAMPA 19 GENNAIO 1929 – FREDDO INTENSO A PADOVA

Continua il freddo intenso, mentre il tempo si mantiene bello.
Oggi abbiamo raggiunto i dieci gradi sotto zero.
Secondo le previsioni dell’osservatorio del Magistrato delle acque, la temperatura scenderà ancora.

LA STAMPA 20 GENNAIO 1929 – 5 GRADI SOTTO LO ZERO A ROMA


Stamane la temperatura a Roma è discesa a 5 gradi sotto zero.
La neve viene lentamente sciogliendosi e ne è rimasto un leggero strati sui tetti.
La giornata di oggi è stata limpidissima.
Lo spettacolo era caratteristico e al Pincio, ove il magnifico sole dava risalto agli alberi e ai viali biancheggianti.

LA STAMPA 20 GENNAIO 1929 – 17 GRADI SOTTO ZERO A TRENTO, LAGHI E FIUMI GHIACCIATI

La notte scorsa è stata la più rigida di questo inverno veramente eccezionale.
In città il termometro ha segnato diciassette gradi sotto zero, mentre nelle valli d’alta montagna si sono registrati ventotto gradi sotto lo zero.
L’adigetto, ossia il vecchio corso del fiume che attraversa la nostra città, è completamente gelato.
L’adige ha ripreso a trasportare grossi lastroni e blocchi compatti di ghiaccio;
presso Mori il fiume si è anzi congelato totalmente in vicinanza di certi lavori di presa che ora ne diminuiscono le rapide, tanto che la corrente passa di sotto invisibilmente, come in certi alvei del Carso.
La tradizione riferisce che quando l’Adige trasporta ghiaccio per tre giorni consecutivi, molte viti muoiono sempre assiderate.
E guai poi se il cono di ghiaccio a forma di stalattite che si genera nella terra scavata nei secoli dalla cascata di Sardagna si alza fino a toccare la Roggia, rappresa e pendula come una stalagmite!
Il fenomeno significa di un malanno grave per le piantagioni.
Tale cono si nota ora benissimo dalla città alzarsi come un fantasma dalla terra.
Moltissimi dei 349 laghi trentini sono completamente ghiacciati, tanto che i bosciaioli possono transitarvi coi loro carri pieni di bestiame.
Solo i laghetti di Vastel Toblino e di Santa Massenza non gelano mai, mentre quelli di Levico e di Caldonazzo sono coperti di ghiaccio solo alle sponde.
Quanto al Lago di Garda, che ora è in forte magra, si ricorda che esso è gelato solo una volta, nel 1709, anno di freddo intensissimo, come racconta il Battisti.
Quanto all’Adige, esso è catalogato fra i cosiddetti “fiumi di ghiacciaio” che hanno nell’inverno una temperatura superiore a quella dell’aria dell’ambiente, mentre nell’estate il calore dell’aria supera di molto quello della corrente acquea.
Per questo si spiega come, nonostante in odierne temperature non si congeli, pur tenendo alla deriva le grosse lastre di ghiaccio strappate alle valli montane.

LA STAMPA 20 GENNAIO 1929 – TORRENTI GHIACCIATI NEL PINEROLESE

Il freddo, a malgrado delle magnifiche giornate, continua rigidissimo.
Questa notte in città il termometro è disceso a 11 gradi sotto lo zero, ma nei paesi delle valli si sono registrate minime assai più basse.
Il torrente Chisone ed il torrente Lemina sono quasi interamente gelati, il che non si verificava da un gran numero di anni.
Gli appassionati dello sport percorrono quotidianamente la nostra collina, le cui pendici sono tramutate in magnifici campi da sci.

specifichiamo che è gennaio, e non dicembre, il che è frutto di un errore di digitazione dell’epoca.

LA STAMPA 26 GENNAIO 1929 – 20 GRADI SOTTO LO ZERO IN VAL PUSTERIA


In Val Pusteria il termometro è oggi sceso a 20 sotto lo zero.
Laghi e fiumi sono gelati

LA STAMPA 26 GENNAIO 1929 – NEVE COPIOSA A VOGHERA E ZONE LIMITROFE

Dopo alcuni giorni di nebbia fitta, da stanotte cade la neve che ha già raggiunto una discreta altezza. Giungono notizie dalla valle della Staffora che anche nella zona montana, la neve cade copiosamente ed in alcuni punti ha raggiunto notevole altezza.
Le comunicazioni, nonostante il maltempo continuano a funzionare con regolarità.

LA STAMPA 26 GENNAIO 1929 – ABBONDANTI NEVICATE NEL FERRARESE

La temperatura si è notevolmente abbassata.
Da varie parti della provincia di ha notizia di abbondanti nevicate.

LA STAMPA 27 GENNAIO 1929 – 15 GRADI SOTTO LO ZERO NEL BIELLESE

LA STAMPA 27 GENNAIO 1929 – COMUNICAZIONI INTERROTTE NEL TRENTINO

In seguito alle abbondanti nevicate cadute nella giornata di ieri in tutta la regione, sono rimaste interrotte le linee telefoniche con Milano e Venezia; anche le linee telegrafiche hanno subito parziali interruzioni.
La ferrovia Trento – Malè ha ridotto alcune corse, mentre alcuni servizi automobilistici con le valli sono stati sospesi.
Sui campi sciatori, la nuova neve caduta ha raggiunto l’altezza da cinquanta centimetri a un metro

LA STAMPA 27 GENNAIO 1929 – UN PAESINO INONDATO IN PROVINCIA DI UDINE, NEVE ALTA FINO A 40 CENTIMETRI

La neve ha raggiunto stamane i quaranta centimetri, limite raggiunto solo nel 1896, in provincia, specialmente in Carnia, la neve è alta 80cm, cosicchè è impossibile ripristinare il servizio delle tranvie interurbane da San Daniele a Tarcento.
Tutti i treni subirono ritardi.
Sulla linea Udine – Trieste è stato bloccato un treno in partenza ed uno in arrivo a Udine a una decina di chilometri dalla città;
vennero soppressi anche tutti i treni del mattino.
Anche la linea per San Giorgio Nogaro, ha sospeso il servizio stasera, ma è stato in seguito parzialmente riattivato.
Da Venezia il primo treno viaggiatori è giunto con quattro ore e mezza di ritardo, essendo stato bloccato nei pressi di Casarsa.
I treni internazionali hanno ritardi fino a tre ore.
A Risano, a causa della nevicata, straripò un canale e l’acqua inondò il paese, raggiungendo in vari punti due metri di altezza.

LA STAMPA 27 GENNAIO 1929 – MEZZO METRO DI NEVE A PADOVA

Continua dall’altra notte a nevicare sulla città ed in quasi tutta la provincia.
La neve caduta in città oltrepassa già i cinquanta centrimetri.
Il servizio tranviario è perciò ostacolato fin da ieri.
Sono stati pure segnalati guasti nei fili elettrici e telefonici dei principali centri della provincia.
Gli scivoloni con qualche cruenta conseguenza, sono assai frequento.
La scorsa notte una comitiva di studenti, dopo lo spettacolo al teatro “Verdi” si sono trattenuto in piazza Unità d’Italia a costruire con la neve un monumento raffigurante lo smemorato di Collegno.
Esso è alto più di due metri e forma oggetto della curiosità della cittadinanza.

LA STAMPA 27 GENNAIO 1929 – NEVE ABBONDANTE A FIRENZE

La neve è caduta abbondante.
Le comunicazioni fra i diversi paesi sono rese difficili; con Firenzuola esse sono del tutto interrotte.
Le linee automobilistiche non funzionano.
In alcuni punti del Mugello specialmente nei pressi del Giogo, la neve ha raggiunto altezza notevole.
Anche sulle montagne pistoiesi la neve è caduta in abbondanza.
Il passo della Collina è ostruito e la circolazione è interrotta.
Una automobile partita da Pistoia stamane è rimasta bloccata.
In certi punti la neve raggiunge un metro di altezza.
Anche all’Abetone, a Chiano Sinafico, a Serra Bassa e a Cutigliano la neve è alta.
Il termometro è nuovamente sceso sotto lo zero.

LA STAMPA 27 GENNAIO 1929 – OLTRE 20 CENTIMETRI DI NEVE A BOLOGNA

Da 24 ore cade incessantemente la neve che ha raggiunto l’altezza di 20 centimetri.
In alcuni centri della provincia la neve ha raggiunto anche un’altezza maggiore.
Ciò nonostante il servizio ferroviario ha proceduto normalmente ad eccezione di qualche lieve ritardo per i treni provenienti dall’Austria, ritardo causato da forti nevicate sulle Alpi e sulle Prealpi.

LA STAMPA 27 GENNAIO 1929 – NEVE ABBONDANTE A ROCCA DI PAPA

Stanotte è caduta un’abbondante nevicata.
In alcuni punti, specialmente gli storici campi di Annibale, solito ritrovo degli sciatori, la neve ha raggiunto una trentina di centimetri.

LA STAMPA 27 GENNAIO 1929 – NEVE IN PIEMONTE E LOMBARDIA, NEVE ABBONDANTE A VOGHERA, PASSO PENICE BLOCCATO

Da varie città del Piemonte e della Lombardia giungono notizie di nevicate.
A Stradella nevica da due giorni, senza però intralciare le comunicazioni.
Pure a Voghera la neve è caduta copiosa.
Il valico del Penice è ostruito e le comunicazioni sono interrotte.

LA STAMPA 30 GENNAIO 1929 – 18 GRADI SOTTO LO ZERO IN LIGURIA


Il freddo acutissimo e costante ha ghiacciato le fonti e le cascate sulle cime del Giovo Ligure e particolarmente nel Sassellese.
Stanotte, su tutto quel versante, il termometro è sceso sino ai 18 gradi sotto lo zero.
Il ghiaccio rende pericolose ed impraticabili le varie strade della zona montana.
Il gelo ha arrecato gravi danni alla campagna, in particolare alle piantagioni.
Un violento turbine di neve ha abbattuto numerosi pali della luce elettrica lungo il nostro litorale.

LA STAMPA 30 GENNAIO 1929 – VIOLENTI TEMPORALI A BARI, TEMPERATURE SOTTO LO ZERO E NEVE ABBONDANTE NELLE MURGE

Questa notte si è abbattuto improvvisamente un violento temporale sulla zona del Basso Adriatico con forte abbassamento della temperatura che è scesa sotto lo zero.
L’impetuosità del vento ha reso impraticabili alcune vie della periferia e soprattutto quelle adiacenti al mare, il quale si mantiene grosso e minaccioso fra un continuo imperversare di nevischio.
Molte barche pescherecce hanno dovuto rifugiarsi nei porti di Mela, Monopoli e Brindisi.
Una motobarca è stata sorpresa dalla burrasca e non ha ancora dato notizie di sé.
I piroscafi ormeggiati nel nostro porto hanno dovuto rafforzare gli ormeggi.
La posta per l’Albania non è partita.
Dai comuni delle Murge giungono notizie che molta neve è caduta e che la temperatura è bassissima.

LA STAMPA 30 GENNAIO 1929 – ANCORA CLIMA RIGIDO A TRENTO DOPO LE ABBONDANTI NEVICATE

Dopo le nuove abbondanti nevicate dei giorni scorsi, la temperatura è divenuta nuovamente assai rigida segnando in città nove gradi sotto lo zero, mentre nelle alte valli il gelo è stato ancora più intenso.
Continua alacremente il lavoro di sgombero della neve dalle strade ostruite.
La strada Trento – Lavarone, interrotta da alcuni giorni nel suo tratto superiore è stata, per cura dell’amministrazione provinciale, riaperta al transito e i servizi delle auto messaggerie con l’altopiano funzionano regolarmente.

LA STAMPA 30 GENNAIO 1929 – GRANDINE E NEVISCHIO A MESSINA

Ieri si sono avute raffiche piuttosto forti intorno a ponente, con caratteristici rovesci di grandine e di nevischio e qualche manifestazione temporalesca.
Le strade si sono subito ricoperte di uno strato bianco, subito liquefattosi.
I monti vicini sono ammantati di neve.

LA STAMPA 30 GENNAIO 1929 – QUINDICI GRADI SOTTO ZERO A PIACENZA

La temperatura si è fatta da due giorni rigidissima: ieri aveva già toccato i dodici gradi sotto lo zero, e oggi ha raggiunto i quindici gradi.
Le vie della città sono trasformate in un lastricato di ghiaccio, ciò che rende difficile il movimento.

LA STAMPA 30 GENNAIO 1929 – CLIMA RIGIDO A VALENZA

Il freddo si è fatto intensissimo in tutto il valenzano.
Il termometro durante la notte è sceso a 13 gradi centigradi sotto lo zero.
Il tempo si mantiene bello.

LA STAMPA 30 GENNAIO 1929 – 12 GRADI SOTTO LO ZERO A VICENZA

Il freddo di oggi è stato eccezionale.
Stamane alle 7 l’osservatorio sulla torre segnava 11.6 gradi sotto lo zero.
Una giornata così rigida non si è avuta in questi ultimi tempi che il 3 dicembre 1899.

LA STAMPA 30 GENNAIO 1929 – QUINDICI GRADI SOTTO LO ZERO A PADOVA

Da ieri il tempo si è completamente ristabilito, ma la serenità del cielo non toglie che si sia raggiunta oggi una temperatura addirittura eccezionale.
Si sono avuti 15 gradi sotto lo zero.

LA STAMPA 30 GENNAIO 1929 – FREDDO INTENSO A TREVISO

Freddo intenso stamane: si sono raggiunti gli 8.4 gradi sotto lo zero.
Una temperatura simile la si è avuta solo nel 1914 allorchè si ebbero otto gradi e cinque linee sotto lo zero.

LA STAMPA 30 GENNAIO 1929 – 23 GRADI SOTTO LO ZERO A FELTRE

Si sono registrati oggi 23 gradi sotto zero.
Mai una temperatura simile fu raggiunta in passato.

LA STAMPA 30 GENNAIO 1929 – 10 GRADI SOTTO LO ZERO A UDINE, E 15 SOTTO LO ZERO A TARVISIO

Il termometro in città ha oggi segnato un minimo di dieci gradi sotto lo zero.
A Pontebba sono stati registrati 14 gradi sotto lo zero, e a Tarvisio 15.

LA STAMPA 30 GENNAIO 1929 – SEDICI GRADI SOTTO ZERO A CUNEO

Una nuova ondata di freddo si è abbattuta sulla nostra regione tanto che stanotte il termometro ha segnato 16 gradi sotto lo zero.

 

LA STAMPA 30 GENNAIO 1929 – FREDDO AUMENTATO DI INTENSITA’ A STRADELLA

Il freddo è aumentato d’intensità, il termometro ha segnato 9 gradi sotto lo zero

 

LA STAMPA 31 GENNAIO 1929 – FREDDO INTENSO A VOGHERA, MENO 14 GRADI



A causa del freddo persistente, che oggi raggiunge i 14 gradi sottozero, la città presenta degli strati di ghiaccio che hanno provocato disgrazie abbastanza gravi;

LA STAMPA 31 GENNAIO 1929 – CONTINUA IL FREDDO INTENSO NEL FERRARESE, STRADE PIENE DI NEVE GHIACCIATA

Il freddo gia intenso nei giorni scorsi, va aumentando giorno dopo giorno,
Nella Valle Padana, e specialmente nelle prime ore del mattino vengono registrati fino a 12 gradi sotto lo zero.
Le strade sono ingombre di neve,e tali resteranno almeno così è prevedibile, fino a che il sole non interverrà a scioglierla.

LA STAMPA 31 GENNAIO 1929 – FREDDO INTENSISSIMO A TORTONA E NEL TORTONESE

Il freddo da diversi giorni è ridivenuto intensissimo, in città si sono avuti 10 e 12 gradi sotto zero.
Nelle vallate del Grue e del Curone 15 e 10 sotto zero.

LA STAMPA 31 GENNAIO 1929 – FREDDO SEMPRE PIU’ INTENSO NELL’ASTIGIANO

La nuova ondata di freddo, sembra aver raggiunto il massimo di intensità, in coincidenza della cosidetta giornata della merla, ieri mattina si sono registrati 13 gradi sottozero, e stamane 11 gradi sempre sotto zero.

LA STAMPA 1 FEBBRAIO 1929 -NEL FERRARESE, TUTTI I CORSI D’ACQUA SONO GHIACCIATI



La cronaca del freddo registra oggi un morto per assideramento.
Tutti i corsi d’acqua si mantengono gelati e la temperatura, nelle ore fredde oscilla dai 7 ai 10 gradi sotto lo zero.

LA STAMPA 1 FEBBRAIO 1929 – FREDDO INTENSO AD ADRIA, SEDICI GRADICI SOTTO LO ZERO

Questa notte il termometro ha segnato il massimo freddo che si ricordi nella nostra zona: 16 gradi sotto lo zero in aperta campagna e 13 – 14 gradi sotto lo zero in città.
Le pompe ed i pozzi, nonché il collettore Padano e gran parte del fiume Po, sono gelati.
Numerosi Braccianti lavorano allo sgombero della neve dalle strade comunali e provinciali di tutto il Polesine.

LA STAMPA 1 FEBBRAIO 1929 – FREDDO INTENSO A TRENTO, CORSI D’ACQUA GHIACCIATI

Il tempo si mantiene limpido e sereno, ma il gelo non accenna a diminuire.
Mentre in città, nelle ore della notte, il termometro segna costantemente un minimo di nove, dieci gradi sotto zero, nelle località vicine, come a Pergine in Valsugana, vengono segnalati diciassette gradi sotto lo zero; temperature ancora più rigide si verificano normalmente nelle valli di Val di Fiemme, di Fassa, nella zone delle Dolomiti e sugli altopiani dove tutti i laghi, i torrenti e le cascate sono ricoperte da uno strato di ghiaccio.
Le strade sono trasformate in specchi di ghiaccio, e la circolazione si presenta in alcuni tratti pericolosa.

LA STAMPA 4 FEBBRAIO 1929 – A BERLINO, 23 GRADI SOTTO LO ZERO



L’Ondata di gelo che da 5 giorni si è rovesciata sulla Germania settentrionale ha fatto grandi progressi nella scorsa notte e nelle prime ore del mattino.
A Berlino si sono avute nuove temperature record, perchè il termometro in città è sceso fino a venti gradi sotto zero, mentre nei sobborghi è giunto fino a 23 gradi sotto zero.
Contrariamente però rispetto alle previsioni che prevedevano un inasprimento del freddo, verso mezzogiorno la temperatura è risalita, cosicchè nelle ore pomeridiane, non si avevano più che dodici gradi sotto zero.

 

LA STAMPA 4 FEBBRAIO 1929 – DIVERSE ZONE DELLA LAGUNA E VARI CANALI GHIACCIATI A VENEZIA, 20 GRADI SOTTO ZERO A BELLUNO, OVUNQUE MASSIME SOTTO I -3

Zone della Laguna e Canali ghiacciati a Venezia
Il freddo persiste in tutta la regione veneta.
Da ogni centro vengono segnalate temperature eccezionali.
Nella giornata di ieri a Venezia si sono verificate una massima di 3 gradi sotto zero e una minima di 10 gradi sotto zero;
La laguna è in varie zone ghiacciata, specialmente verso la terra ferma.
A Padova ieri la massima ha raggiunto i 2 gradi sotto zero, e la minima i 16 Gradi sotto zero;
Ecco poi i dati termometrici delle altre città del veneto:
Belluno: Massima -3 Minima -19
Rovigo: Massima -3 Minima -16
Vicenza: Massima -4 Minima -15
Treviso: Massima -4 Minima -12
Trieste: Minima -10

LA STAMPA 4 FEBBRAIO 1929 – UN METRO DI NEVE IN TOSCANA

Il freddo ha fatto la sua ricomparsa in tutta la Toscana.
Dopo alcuni giorni di freddo moderato, ieri la colonnina di mercurio segnava 5 gradi sotto lo zero.
La neve è caduta in abbondanza sull’appennino e all’Abetone in alcune zone ha raggiunto il metro di Altezza, le comunicazioni sono interrote in diverse zone.
Minime raggiunte:
Firenze -7
Lucca -9
Siena -6
In tutte le regioni della Toscana il freddo è intenso.

LA STAMPA 4 FEBBRAIO 1929 – GRANDE GELO A ROMA

La temperatura si è nuovamente abbassata a causa del gelido vento di tramontana che spira da due giorni.
Nella notte scorsa il termometro è sceso a meno 5 gradi e durante il giorno il termometro non si è sollevato di molto dallo zero.

LA STAMPA 4 FEBBRAIO 1929 – QUASI TRENTA GRADI SOTTO ZERO A TARVISIO, QUASI MENO VENTI A UDINE

Il freddo non accenna a diminuire, ieri si è avuta una vera e propria giornata siberiana.
A Udine il termometro è sceso a 18 gradi sotto zero.
A Tarvisio il termometro segnò un minimo di 28 gradi sotto zero.

LA STAMPA 4 GENNAIO 1929 – QUATTRO GRADI SOTTO ZERO A SAVONA

Ieri il termometro è sceso sino a 4 gradi sotto lo zero, cosa veramente eccezionale e che da una quarantina d’anni non si verificava in riviera.
In molti punti l’acqua nelle condutte dell’acquedotto è ghiacciata, le fontane sono congelatE.

LA STAMPA 4 FEBBRAIO 1929 – FREDDO INTENSSISSIMO A BIELLA

Il freddo ieri si è fatto intessissimo, con una nevicata non abbondante, ma turbinosa di ieri, tanto che non si ricorda da moltissimi anni, tanto che non si ricorda un simile abbassamento di temperatura.

LA STAMPA 4 FEBBRAIO 1929 – TUTTO GHIACCIATO A TRENTO E NEL TRENTINO ALTO ADIGE

Nella giornata di ieri il freddo ha raggiunto un intensità ancora maggiore, e in città sono segnalati 10 gradi sottozero, mentre nelle valli sono stati segnati fino a venti e più gradi sottozero.
Tutti i corsi d’acqua, i torrenti, i laghetti alpestri sono nuovamente gelati, e in diverse località fra cui Riva del Garda è caduta la neve.

LA STAMPA 4 FEBBRAIO 1929 – QUASI VENTI GRADI SOTTO LO ZERO A VOGHERA, ATTIVITA’ PARALIZZATE

Una nuova ondata fredda si è abbattuta sulla nostra zona.
Il termometro ieri ha segnato nella nostra città 18 gradi sotto zero, temperatura mai registrata a memoria d’uomo.
Nelle campagne ogni attività è paralizzata.

LA STAMPA 4 FEBBRAIO 1929 – QUINDICI GRADI SOTTO ZERO A PARMA

La temperatura in questi giorni si è notevolmente abbassata.

LA STAMPA 5 FEBBRAIO 1929 – INVERNO SIBERIANO



La bassa temperatura ha avuto a Roma alcune ripercussioni sulla vita della città, dove quasi tutte le fontane monumentali e modeste, famose o nascoste, si sono adornate di improvvise merlettature di ghiaccio, di stalattiti bianche, immobili e pittoresche di frange bizzarre che hanno dato alle vasche, alle statue ed ai mascheroni l’aspetto di giganteschi canditi.
Queste fontane coperte di ghiaccio hanno formato ieri l’aspetto della curiosità generale.
In talune piazze, la forte presenza di strati di ghiaccio, hanno reso difficile la circolazione dei veicoli trainati dai cavalli.
Anche nelle case le basse temperature hanno avuto le loro ripercussioni, dato che molti tubi dell’acqua si sono durante la notte congelati e il flusso si è interrotto.
Ma qualche località oltre all’otturamento, si è avuto lo scoppio delle tubature che, a causa dell’aumentato volume dell’acqua si sono spezzate.
I pompieri hanno quindi dovuto soccorrere una ventina di località per le riparazioni più urgenti.
Il prof. Eredia a proposito dell’eccezionale abbassamento di temperatura, da le seguenti informazioni, a Roma, ieri la temperatura minima fu di 5 gradi sotto zero.
Cio che identifica a quella avutasi il 18 febbraio 1895.
Da alcuni anni temperature così basse in febbraio non sono mai state registrate.
La più bassa temperatura verificatasi a Roma nel febbraio, fu 8.2 gradi sotto zero il 21 febbraio del 1845.
Altra temperatura notevole fu quella del 15 febbraio 1885 con meno 6.2.
In italia, ieri a Piacenza si ebbero meno 18, e stamane a Padova meno 16.
L’attuale periodo di freddo insistente e rigoroso, si deve ad una invasione di aria polare, dalle regioni russe si è estesa progressivamente su tutta l’europa e ieri giungeva fino alle coste africane.
E’ molto probabile che l’attuale periodo di freddo si attenuerà, a partire da domani, sul versante tirrenico e sulle isole maggiori, poichè si avanza attraverso l’Algeria dell’aria sub-tropicale e quindi tiepida.

LA STAMPA 5 FEBBRAIO 1929 – LAGHI GHIACCIATI IN TOSCANA

Il freddo in Toscana è sempre rigido.
A Siena il termometro è sceso a 10 gradi sotto zero , mentre nelle località più alte si sono avuti sino a 16 gradi sotto zero.
I Laghi di Chiusi e Montepulciano sono completamente ghiacciati.
Anche nella zona Pistoiese la temperatura è bassa.
Al passo dell’Abetone tre automobili sono rimaste bloccate dalla neve.
Lungo il fiume Arno alcuni tratti sono completamente ghiacciati, e lastre di ghiaccio dello spessore di alcuni centimetri sono trasportati dalla corrente.

LA STAMPA 5 FEBBRAIO 1929 – LA LAGUNA DI VENEZIA E’ GHIACCIATA

La Laguna è qua e la gelata.
Anche i canali interni gelano nei momenti di maggior magra.
I battelli a nafta ieri furono sostituiti da quelli a vapore sulla linea di Fusina, perchè i primi non potevano rompere il ghiaccio che incontravano in forma di grandi lastroni.
Anche la società automobili per Venezia Laguna dovette sospendere il servizio per la leggerezza dei battelli.

LA STAMPA 5 FEBBRAIO 1929 – VITTIME PER IL FREDDO A NAPOLI

Il forte freddo continua, nonostante il bel sole, il termometro ha oscillato intorno allo zero.
L’acqua si è congelata nelle condutture dell’acquedotto del Selino, e ha provocato la rottura di numerose condutture, e lo scoppio di molte tubazioni.

ARCHIVIO LA STAMPA 5 FEBBRAIO 1929 – MEZZO METRO DI NEVE A BARI, NEVICA INCESSANTEMENTE

A Bari cade incessantemente la neve, raggiungendo la considerevole altezza di quasi 50 centimetri.

LA STAMPA 5 FEBBRAIO 1929 – SEDICI GRADI SOTTO ZERO A PADOVA

In questi gioni la temperatura è andata facendosi sempre più rigida, sino a raggiungere ieri 16.3 gradi sotto lo zero.

LA STAMPA 7 FEBBRAIO 1929 – LA BULGARIA PARALIZZATA DAL FREDDO E DALLA NEVE

 

LA STAMPA 7 FEBBRAIO 1929 – QUASI CINQUANTA GRADI SOTTO ZERO A MOSCA



Le Anomalie del freddo, 47 Gradi sotto zero a Mosca e 1 allo Spitzbergen.
Dopo che negli ultimi giorni la temperatura si era alquanto mitigata, nella notte scorsa si è avuto un nuovo e maggiore attacco di freddo che a Berlino nell’interno della città, ha fatto scendere di nuovo il mercurio fino a 12 gradi sotto zero.
Questa volta l’ondata non viene dal Nord, ma dalla Russia ed è molto più spiacevole in quanto è accompagnata da un forte vento di est che rende la temperatura assolutamente spiacevole.
Al solito le minime temperature, vengono registrate dalla Prussia orientale, dove a Conisberga, il termometro è sceso a 27 gradi sotto lo zero.
Anche dalla Russia viene segnalato un nuovo formidabile abbassamento del termometro, che ieri a Leningrado a mezzogiorno ha portato a -37, e a Mosca a -47.
Perdura sempre la strana anomalia, gia segnalata altre volte in quest’anno, e cioè che nei paesi Boerali la temperatura è molto più mite che sul continente.
Così si apprende che allo Spitzbergen, non vi è che un grado sotto lo zero, con tempo coperto e piovoso.



Primavera sulle Montagne e Inverno nelle Valli
Trento:
Mentre in fondovalle persiste incessante il freddo che raggiunge dei records sconosciuti negli anni scorsi, dalle regioni di alta montagna, giunge notizia di temperature primaverili nel corso della giornata, fino al tramonto del sole.
Da una prova eseguita a 1300 metri di altezza sull’altopiano di Avelengo, risulta che la temperatura massima durante la giornata è stata di 24 gradi sopra lo zero, quella minima di 11 gradi sotto lo zero,
mentre a Merano nello stesso giorno si ebbe un massimo di 15 gradi sotto lo zero, e un minimo di 8 gradi sotto lo zero.

LA STAMPA 9 FEBBRAIO 1929 – LAGO TRASIMENO GHIACCIATO


Il Freddo
Perugia
Il Trasimeno Gelato
Il Fenomeno che si ripete solo a grande distanza di tempo , cioè solo negli inverni eccezionalmente rigidi, si è verificato quest’anno , le acque per un vasto tratto del Lago Trasimeno si sono ghiacciate.

LA STAMPA 9 FEBBRAIO 1929 – NEL PAVESE QUASI 20 GRADI SOTTO LO ZERO

Pavia
Da Zavattarello ci giungono gravi notizie sulla nuova ondata di freddo:
Domenica il termometro al bacino ValTidone è sceso a 18 gradi sotto zero.

LA STAMPA 11 FEBBRAIO 1929 – A BERLINO QUASI TRENTA GRADI SOTTO LO ZERO



L’inverno
Berlino a 27 Gradi sotto lo zero
Il traffico Paralizzato
Su tutta la germania si è riversata ieri una nuova ondata di freddo che ha raggiunto la più forte intensità nelle ore del mattino;
Il termometro ha raggiunto i 27 gradi sotto zero.
Alle ore 8 il termometro segnava ancora 26 gradi sotto zero.
nelle ore successive si era alquanto rialzato, e a mezzogiorno a Berlino segnava più di 10 gradi sottozero.
Verso le 19 aveva gia raggiunto i 21 gradi sottozero, e andò sempre più abbassandosi nel corso della notte.
I meteorologi sono concordi nel profetizzare freddo ancora maggiore per i prossimi giorni.
A causa della temperatura straordinariamente fredda si sono avuti anche vari incidenti al traffico e soprattutto a quello delle automobili,
molte delle quali hanno slittato sul terreno ghiacciato,
mentre altre hanno avuto incidenti a causa del ghiaccio che si formava sui cristalli e che impediva la visibilità.
Negli incidenti hanno riportato lesioni più o meno gravi una ventina di persone.
Il traffico dei battelli sui canali e nei laghi attorno a Berlino, è completamente paralizzato.
Tre grossi grossi vapori che ancora erano in servizio, sono stati bloccati dal ghiaccio lungo la Sprea.
In moltissime case, sono successe vere inondazioni a causa dello scoppio delle condutture dell’acqua, e i pompieri sono stati tutto il giorno in moto.

LA STAMPA 12 FEBBRAIO 1929 – OLTRE TRENTA GRADI SOTTO ZERO IN CENTRO EUROPA, MENO QUARANTA IN BOEMIA


La Stampa 12 Febbraio 1929: Il Terribile Inverno

IL TERRIBILE INVERNO

Spaventosa ondata di gelo nell’Europa Centrale
29 gradi sotto zero e 41 gradi sotto zero in Boemia
migliaia di ammalati
Binari divelti
l’S.O.S di un paese isolato da tre settimane
Vienna 11 Notte
Il freddo ha raggiunto a Vienna stamane un record:
Alla periferia della città si sono registrati 29 gradi sotto zero,
temperatura mai raggiunta da quando funziona l’ufficio meteorologico e cioè dal 1775.
A pochi centimetri dal terreno la temperatura era di 32 gradi e mezzo sotto zero.
Le condizioni sono in altri luoghi di gran lunga peggiori:
Budweis, in Boemia, ha avuto nella mattinata 41 gradi sotto lo zero;
Olmute in Moravia 33 gradi sotto lo zero
Presburgo 32 gradi sotto lo zero e via di questo passo.
E’ letta con sorpresa e con invidia la notizia giunta dalle Swalbard,
secondo la quale nel gruppo di isole avvolte nella notte polare,
il freddo è di 25 gradi inferiore a quello di Vienna.
Dai ponti sul Danubio si può ammirare uno spettacolo polare.
Il fiume è completamente gelato.
I lastroni prima galleggianti si sono accavallati l’uno sull’altro fondendosi
e formano una superficie irta di punte bianche che si elevano
a parecchi metri di altezza.
Nel pomeriggio domenicale vi è stato un vero pellegrinaggio ai Ponti sul Danubio
provocata dall’eccezionale spettacolo.
Ieri è stato persino organizzato un treno speciale per Helligen Stad,
dove il ghiaccio è più bello da ammirare.
Le strade sono oggi deserte.
Gli agenti di polizia ricevono il cambio ogni ora
anziché ogni tre ore come prima e muniti di guantoni,
di copri orecchie e di stivaloni impermeabili:
873 di essi si sono in ogno modo ammallati, cio che aggrava il lavoro dei rimanenti-
Gli ospedali sono pieni di malati, e di persone che hanno mani e piedi congelati.
La vita delle massaie è diventata estremamente penosa perché in diverse case
manca l’acqua essendo impossibile sgelare le condutture.
Il carbone per il riscaldamento è diventato e prezioso e non si trova da per tutto.
E’ probabile anche che la minaccia di chiudere le condutture dell’acqua nelle abitazioni
dovrà essere tradotta in atto, perché gli inquilini non si sono decisi a farne economia.
Le multe contro gli sperperi sono state 300.

LA STAMPA 12 FEBBRAIO 1929 – 34 GRADI SOTTO ZERO IN ROMANIA

IL MANICOMIO SUL DANUBIO

I giornali invocano le persone caritatevoli ad aiutare i numerosi
senza tetto esposti ai terribili rigori della temperatura.
Bisogna dire però intanto disagio, non manca la gente allegra
che da spettacolo di se facendo un bagno nel Danubio dopo aver
praticato un buco nel ghiaccio.
Sono i seguaci del famoso Dottor Panesch, il quale ha fondato
una Società, che ha per comandamento <raffreddati ogni giorno>.
Forse per non esporsi a troppe irresponsabilità, il dottor Panesch,
che si può ammirare a fare capriole sul ghiaccio,
riconosce ora che il suo sport non è adatto a tutte le costituzioni.
I suoi fedeli non oltrepassano una decina di persone.
Un giornale pubblica le fotografie di questi individui con il titolo:
<Il Manicomio sul Danubio>.
In molti luoghi dell’Ungheria fa più freddo che a Vienna, a Debreeeeb
si sono avuti 31 gradi sotto lo zero.
Sulla linea di Sghedino, le rotate in seguito all’eccezionale restringimento,
si sono spettate, e due vetture di un treno deviate.
A Predeal, in Romania, vengono segnalati 34 gradi sotto zero.
A Bucarest 23 sottozero, ed a Orsei in Bessarabia 30 gradi sottozero.

LA STAMPA 12 FEBBRAIO 1929 – EMERGENZA PER IL GELO IN EST EUROPA, FIUMI GHIACCIATI

CASI DI CONGELAMENTO

I Pompieri di Budapest durante l’Opera di estinzione di un incendio,
hanno riportato congelamento alle unghie e alle mani,
ed hanno dovuto essere trasportati all’ospedale.
In Jugoslavia fa freddo quasi da per tutto.
La Sava è ghiacciata, cio che non accadeva da sessant’anni.
Alcuni villaggi della Erzegovina e della Bosnia sono tagliati fuori dal mondo esterno.
La città di Gacsko, da tre settimane,
manda disperati richiami telegrafici di soccorso, ma finora non la si è potuta raggiungere
perché la regione è ricoperta di uno spessissimo strato di neve in attraversabile.
A Gesko infierisce la carestia dei viveri.
Però gli abitanti di Sebenico, dopo parecchi giorni di intirizzimento, ora, a detta di un telegramma da Belgrado si godono la temperatura primaverile di 16 gradi sopra zero.

LA STAMPA 12 FEBBRAIO 1929 – A BERLINO IL PONTE GUGLIELMO DI BRESLAVIA, SPACCATO PER IL GELO

Berlino 

La terribile ondata di freddo che dalla Russia si rovescia sulla germania non accenna affatto a diminuire.
Anzi, le previsioni meteorologiche sono concordi nell’annunziare nuove diminuzioni della temperatura.
Intanto anche questa notte ed oggi si sono avuti a Berlino nuovi records di freddo perché il termometro è sceso a meno 25 in città e a meno 29 e anche meno 30 nei sobborghi.
Nella gironata di oggi il mercurio non si è rialzato che insensibilmente.
Vengono pubblicate le statistiche di molte e molte decine di anni fa dalle quali si desume che per ritrovare
un tale freddo siberiano bisogna risalire a 150 anni fa, mentre una media così bassa di temperature per tanti giorni non era mai più stata registrata dal 1793.
D’altra parte Berlino è ben lungi dal registrare le minime temperature della Germania le quali,
come gia nei giorni scorsi, vengono segnalate dalla Slesia e specialmente dall’alta Slesia dove in alcune città il termometro è sceso fino a meno 35.
A Breslavia si è spaccato il grande ponte imperatore Guglielmo sull’Oder e il traffico è stato completamente sospeso.
Da tutte le parti della Germania vengono poi notizie su ritardi di molte ore dell’arrivo dei treni,
Mentre le comunicazioni con la Svezia e con la Danimarca, sono del tutto interrorre.
Alcune isole del Baltico debbono essere approviggionate a mezzo di potenti camions,
che avanzano sul ghiaccio e che portano alle popolazioni viveri e commestibili.
Da molte parti si segnalano gia delle morti per assideramento e a Berlino stessa si sono
avuti due casi di morte mentre altri duecento sono i casi di congelamento
Agli arti e alle orecchie che sono stati curati negli ospedali.
Varie scuole hanno dovuto essere chiuse non essendo possibile riscaldarle a sufficienza.

LA STAMPA 12 FEBBRAIO 1929 – FINO A 24 GRADI SOTTO LO ZERO IN FRIULI, VITTIME A UDINE PER IL GELO

L’odierna giornata è stata tra le più fredde di questa rigida stagione invernale.
Il Termometro ha segnato 10 gradi sotto zero, raggiungendo un minimo di oltre 14 gradi sotto zero.
Nella parte montana della provincia si sono avuti anche 24 gradi sotto zero e ha soffiato una bora violentissima.
In qualche punto le roggie si sono gelate ed hanno procurato straripamenti.
Il Mendicante Valentino Di Lenardo di anni 59 da Resinetta è morto assiderato.
Sono poi morti per paralisi, il calzolaio Arturo Rumignani di anni 71,
e la vecchia Maddalena Cincotti di anni 89.
Anche lo spazzino Luigi tadi di anni 40, mentre lavorava, ebbe sintomi di assideramento,
e dovette venire accolto all’Ospedale.

 

LA STAMPA 12 FEBBRAIO 1929 – A IVREA, CARNEVALE CON 17 GRADI SOTTO LO ZERO

Questa mattina assai per tempo nonostante la temperatura fosse a 17 gradi sotto zero
sulla piazza delle cinque parrocchie cittadine, si sono trovate le spose
più fresche e giovani dell’annata per scavare con il badile d’argento conservato in Municipio
la fossa nella quale sono poi stati piantati gli “scarbi” che domani sera verranno e che indicheranno a seconda del modo in cui andrà la fiamma se l’annata sarà più o meno feconda di matrimoni.
Il “Generale” dopo la cerimona ha baciato in viso tutte le belle sposine e le modalità

 

LA STAMPA 12 FEBBRAIO 1929 – BIELLA, DEBOLI NEVICATE, E TEMPERATURA A QUASI MENO VENTI

Nonostante la temperatura rigidissima, una nevicata lieve è caduta su tutta la regione biellese.
Il cielo si mantiene coperto e la neve continua a cadere.
Il freddo ha abbassato i termometri al di sotto dei 17 gradi centrigradi sotto lo zero, ed ha gelato
tubature dell’acqua in quasi tutte le abitazioni.
Le strade sono coperte di uno strato di ghiaccio che rappresenta un serio pericolo per i pedoni.

LA STAMPA 12 FEBBRAIO 1929 – ANCORA ABBONDANTI NEVICATE AD ASTI E NELL’ASTIGIANO, CON TEMPERATURE DI PARECCHI GRADI SOTTO LO ZERO

Asti

Ieri sera e durante la notte scorsa la neve è di nuovo discesa,e in quantità assai abbondante, su tutto il territorio dell’Astigiano, accompagnata da vento di tramontana.

LA STAMPA 12 FEBBRAIO 1929 – TRENTA CENTIMETRI DI NEVE A VOGHERA,E FINO A MEZZO METRO IN VALLE STAFFORA

Durante tutta la notte è caduta la neve che ha raggiunto in breve 30 centimetri di altezza.
Dall’alta valle Staffora giunge notizia che la neve è pure giunta copiosa raggiungendo in più punti i 50 centimetri.

LA STAMPA 12 FEBBRAIO 1929 – A TRIESTE, BORA A 130 KM/H

LA BORA A 130KM ALL’ORA
Un morto e numerosi feriti
Trieste 

A memoria d’uomo non si ricorda una tempesta così spaventosa.
Al freddo intenso si è unita la bora che soffia con inaudita violenza, strappando i
fili della corrente elettrica e rovesciando a centinaia i comignoli.
La campagna è flagellata: alberi stroncati, tetti scoperchiati, ammassi di neve ghiacciata.
E’ impossibile camminare con un vento di tale forza da atterrare i più saldi in gambe.
Nei punti più pericolosi il comune ha provveduto a tirare le corde.
Innumerevoli sono le disgrazie:
La furia nel mare, che sembra quello glaciale artico in tempesta, ha ridotto velieri, dighe a molo tutti ad un ammasso di ghiaccio, ed ha strappato ad un piroscafo un marinaio che in breve
è stato inghiottito dalle onde.
A decine si riscontrano i congelamenti dei piedi, delle mani, degli orecchi, ecc.
Un vecchio sbattuto dal vento ha dovuto essere ricoverato all’ospedale in gravi condizioni.
Una signorina venne da una raffica di vento scaraventata fuori da un automobile,
Riportando però solo lievi ferite
Un giovane è stato gettato contro il molo ed è rimasto gravemente ferito.
Un automobile cozzando contro un albero è rimasta rovinata ed i due passeggeri sono gravemente feriti.
Altri feriti sono stati ricoverati all’ospedale ed altri ancora hanno potuto rincasare.
Il piroscafo Semiramis che ritornava da Costantinopoli carico di passeggeri, non poteva approdare e dovette ancorarsi, rimanendo molto inclinato su di un fianco appoggiato alla diga del porto franco
“Vittorio Emanuele III”.
I passeggeri furono sbarcati tra l’infuriare degli elementi e le onde agitatissime impedirono al rimorchiatore
“Nettuno” accorso, di avvicinarsi al Semiramis.
Altri piroscafi hanno gettato l’ancora in rada per l’impossibilità di approdare alle rive.
Nel tardo pomeriggio è scoppiato un vasto incendio nei caseggiati N 2 e 4 del corso
Vittorio Emanuele III.
Sotto l’imperversare dell’uragano il fuoco assumeva proporzioni spaventose, ma grazie al pronto intervento dei vigili l’incendio potè essere domato.
I danni sono rilevanti.
Al momento in cui telefono il vento incalza incessantemente con raffiche che in certi punti della periferia toccano i 130km orari.
Mentre la temperatura è scesa a 18 gradi sotto lo zero.
A Rasovizza, paese situato alle porte della città, il termometro segnava stamane 20 gradi sotto lo zero.

LA STAMPA 12 FEBBRAIO 1929 – QUINDICI CENTIMETRI DI NEVE A BRESCIA

La neve caduta durante la notte ha raggiunto l’altezza di 15 centimetri provocando interruzioni alla viabilità
in provincia e danni e ritardi alle comunicazioni, specialmente nelle zone alpestri.
Il venticinquenne Giacomo Venni ritornando da Cremona a Verolanuova sul suo carro, si addormentò e per uno sbalzo del veicolo cadde al suolo ferendosi alla testa.
I cavalli proseguivano intanto per Verolanuova e il disgraziato che aveva perduto i sensi,
veniva preso da assideramento e cessava di vivere.
Alcuni passeggeri a bordo di un automobile che trovarono più tardi il cadavere lo trasportarono in paese.
Anche in città sono segnalate numerose disgrazie per cadute nelle strade dove la neve è ghiacciata.

LA STAMPA 12 FEBBRAIO 1929 – FREDDO INTENSISSIMO E NEVE A VALENZA

Valenza 

Il freddo intensissimo ha ripreso in questi ultimi due giorni,
mentre il termometro è nuovamente disceso a oltre 10 gradi sotto lo zero.
Ieri sera, dopo le 22, è caduta la terza neve dell’annata,
che in breve ha imbiancato la città e la campagna.
Favorito da un vento gelido del nord, il freddo stamane ha sfiorato i 13 gradi sotto zero.
Il tempo si mantiene coperto e minaccioso, mentre la neve ghiacciata rende pericolosa la circolazione dei pedoni.

LA STAMPA 12 FEBBRAIO 1929 – CLIMA SEMPRE MOLTO RIGIDO E NEVICATE AD ALESSANDRIA

Alessandria 

E’ caduta stamane nuovamente la neve per uno spessore di parecchi centimetri;
La temperatura è sempre rigida, inasprita da raffiche di vento di tramontana.

LA STAMPA 12 FEBBRAIO 1929 – FREDDO SEMPRE MOLTO INTENSO A STRADELLA

Stradella 

Il freddo, dopo essersi fatto di nuovo intenso, raggiungendo in alcune località 17 gradi sotto zero,
è stato seguito da una abbondante nevicata.

LA STAMPA 12 FEBBRAIO 1929 – FREDDO E NEVE NEL NOVARESE E VALSESIA

Novara 

Anche sulla regione novarese e specialmente in Valsesia e nell’ossola,
è caduta abbondante la neve.
Il Gelo ha poi arrecato danni considerevoli per l’arresto dei corsi d’acqua
e di numerose aziende per mancanza di acqua o di elettricità per interruzioni delle condutture.
Il freddo ha superato gli otto gradi sotto lo zero.

LA STAMPA 12 FEBBRAIO 1929 – DIECI GRADI SOTTO LO ZERO E LAGUNA GHIACCIATA A VENEZIA

Venezia 

Oggi la temperatura si è abbassata fino a 9.9 gradi sottozero.
Il vento fischia.
Alle 4 di stamane ha cominciato a cadere la neve.
in città manca il latte e le uova.
Qualche corsa dei vaporini è stata sospesa in seguito al ghiaccio che si trova al largo.

LA STAMPA 12 FEBBRAIO 1929 – NEVE E FREDDO INTENSO A TORTONA

Tortona 

Ieri sera, ha ripreso a nevicare.
La neve caduta ha raggiunto i dieci centimetri, superati nelle valli del Grua e del Curone.
La temperatura si è fatta nuovamente rigida.

LA STAMPA 12 FEBBRAIO 1929 – L’ACQUA CHE FUMA NEL GOLFO DI GENOVA, TEMPERATURA SCESA A 12 GRADI SOTTO LO ZERO

Genova 12/02/1929
Un eccezionale ondata di freddo si è riversata oggi su Genova, flagellando la nostra città in maniera che non si ricorda l’eguale a memoria d’uomo.
Questa mattina il gelo ha raggiunto una intensità tale da spaventare i buoni genovesi avvezzi in questa stagione ai tepori primaverili.
La notte scorsa la neve è caduta con abbondanza e quanto in terra ve ne furono dieci centimetri, il freddo
prese a rincrudire fino ai 12 gradi sotto zero, forse mai raggiunti prima.
Spira un aria aguzza e tagliente che rende il gelo ancora più sensibile.
Un simile stato di cose ha provocato sul mare una scena impreveduta e forse mai vista,
l’acqua del mare, che misura qualche grado al di sopra dello zero, si è messa a fumare.
Pareva che sotto il mare un immenso fuoco provocasse un getto continuo di vapori,
dando al golfo Ligure un apparenza di nebulosità strana e pittoresca.
Una vera giornata siberiana che ha fatto rinchiudere in casa buona parte della cittadinanza.
Le fontane della città sono ghiacciate e presentano aspetti fantastici.
Il gelo ha fatto scoppiare numerose tubature cosicchè l’acqua è mancata in non poche abitazioni, specie sulle alture della città.
La circolazione si è presentata per tutto il giorno particolarmente difficoltosa nelle salite dove si era formato un sottile strato di ghiaccio che ha posto in pericolo l’incolumità dei passanti.
Ne danno prova le numerose cadute che si sono verificate nello spazio di poche ore.

Anche in Trams hanno dovuto in taluni momenti sospendere le loro corse nei tratti di maggiore pendenza
dato che l’acqua si era congelata nella scanalatura delle rotaie.
Alle ore 15, il termometro di piazza Corvetto segnava dieci gradi sotto lo zero.
Più in giù la colonna dell’alcool non poteva andare perché mancavano le gradazioni al di sotto di questo grado.
Anche nell’Appennino Ligure si sono raggiunte stamane temperature rigidissime che variano dai 10 ai 20 gradi sotto lo zero con abbondanti nevicate.

LA STAMPA 12 FEBBRAIO 1929 – CLIMA GELIDO IN TUTTA LA RIVIERA LIGURE ANCHE SOTTO I 10 GRADI SOTTO LO ZERO

Questa notte, con un impetuosissimo vento, il termometro è sceso sino agli 11 gradi sotto lo zero.
Oggi il termometro si mantiene sugli 8 gradi sotto lo zero.
Fenomeno che a memoria d’uomo non si era ancora verificato nella nostra riviera, dove gli inverno più rigidi, non segnarono che zero gradi, ed era gia una eccezione.
La cittù appare deserta.
Le comunicazioni con Genova sono interrotte.
Mentre vi telefono continua a soffiare con estrema violenza un vento gelido.
Sul mezzogiorno era incominciata a scendere un po di neve, ma il turbine ed il freddo non permisero a questa di arrivare sino a noi.
Anche sul mare infuria un vero uragano di vento.
I danni che questo gelo insistente va producendo al raccolto ed alla seminagione sono ingentissimi.

LA STAMPA 12 FEBBRAIO 1929 – IN TOSCANA TRENI IN RITARDO PER LE ABBONDANTI NEVICATE

Fin dalle prime ore di stamane ha ripreso a nevicare.
Il servizio dei trams è stato ostacolato dalla neve e ha dovuto, infine cessare.
Anche alcuni treni provenienti da Faenza e da Bologna sono giunti alla nostra stazione con ritardo a cagione della neve caduta in gran copia sull’Appennino Tosco-Emiliano.

LA STAMPA 12 FEBBRAIO 1929 – QUASI VENTICINQUE GRADI SOTTO LO ZERO IN FRANCIA

RIGIDA TEMPERATURA IN FRANCIA
Parigi 12
/02/1929

Un freddo intensissimo infierisce in quasi tutta la Francia.
Numerose nevicate sono registrate ovunque rendendo le comunicazioni assai difficili.
Molti treni subirono ritardi considerevoli.
A Parigi Osservatorio Astronomico, registrò stamane 14 gradi sotto lo zero e si prevede che essendo il cielo sereno e spirando un vento di Nord – Est, questa notte il termometro scenderà ancora di più.
A Strasburgo il termometro è disceso a 20 gradi sotto lo zero, a Beitos a 23 sotto zero, Digione 20 sotto zero, e Verdun 22 sotto zero.
Ivi in Mosa è completamente gelata.

LA STAMPA 12 FEBBRAIO 1929 – OLTRE 25 GRADI SOTTO LO ZERO NEL BIELLESE

Dalla vallata del Ponzona giunge notizia che sono state registrate temperature al di sotto dei 25 centigradi sotto lo zero.
Numerosi alberi sono scoppiati, il per freddo con notevole fragore.

LA STAMPA 12 FEBBRAIO 1929: A BRESCIA NEVE E TEMPERATURA COSTANTEMENTE SOTTO I MENO DIECI

La nevicata incessante ha prodotto ritardi e interruzioni nelle comunicazioni con la provincia.
La temperatura è costante, a -10.

LA STAMPA 12 FEBBRAIO 1929 – A IVREA QUASI VENTI GRADI SOTTO LO ZERO

Il freddo persistente di questi giorni ha avuto anche oggi una recrudescenza.
Difatti il termometro ha segnato 17 gradi sotto lo zero.
Il Lago Sirio e gli altri laghi nei pressi di ivrea sono completamente gelati.

LA STAMPA 12 FEBBRAIO 1929 – FREDDO INTENSISSIMO A VALENZA, CON PUNTE DI 20 GRADI SOTTO LO ZERO NELLE ZONE INTORNO

Dalla vallata del Ponzona giunge notizia che sono state registrate temperature al di sotto dei 25 centigradi sotto lo zero.
Numerosi alberi sono scoppiati, il per freddo con notevole fragore.

LA STAMPA 12 FEBBRAIO 1929 – A STRADELLA LA NEVE CONTINUA A CADERE INCESSANTEMENTE, 18 GRADI SOTTO LO ZERO IN ALTA VALLE TIDONE

La neve continua a cadere incessante.
La temperatura è rigidissima;
Infatti il termometro è sceso a 15 gradi sotto lo zero;

LA STAMPA 12 FEBBRAIO 1929 – A MODENA E NEL MODENESE CONTINUA A NEVICARE, TEMPERATURE RIGIDISSIME E PUNTE DI UN METRO DI NEVE

Da quarantotto ore nevica e la temperatura è quanto mai rigida.
La Circolazione è interrotta.
Dalla provincia giungono notizie di grandi nevicate.

LA STAMPA 12 FEBBRAIO 1929 – A PAVIA CONTINUA A NEVICARE, E IL FREDDO E’ MOLTO INTENSO, LA TEMPERATURA MASSIMA SI E’ FERMATA A MENO NOVE

La nevicata di ieri ha portato ad un abbassamento eccezionale di temperatura,
ha ripreso questa sera alle 21 e continua.

LA STAMPA 12 FEBBRAIO 1929 – TORMENTA DI NEVE A BOLOGNA, QUARANTA CENTIMETRI DI NEVE, E TEMPERATURA A MENO DODICI

Continua ad imperversare la bufera di neve ed in certe località,
ha raggiunto l’altezza di 40 centimetri.
La temperatura è rigida.

LA STAMPA 12 FEBBRAIO 1929 – A TORTONA NEVE E VENTO VIOLENTISSIMO, CLIMA SIBERIANO

Un vento violentissimo ha portato una temperatura siberiana.

LA STAMPA 12 FEBBRAIO 1929 – CLIMA RIGIDO IN TUTTA LA VALLE PADANA, NOTIZIE DI NEVICATE OVUNQUE, CORSI D’ACQUA IN GRAN PARTE GELATI

In tutta la Valle Padana, il maltempo ha provocato un nuovo abbassamento della temperatura.
Notizie di nevicate e di rigido freddo giungono da località della pianura e dell’appennino.
I corsi d’acqua sono in gran parte gelati.

LA STAMPA 13 FEBBRAIO 1929 – LAGHI E FIUMI GHIACCIATI IN FRIULI E VENETO


Udine 13/02/1929
I Treni giungono con fortissimi ritardi.
Il diretto Vienna Roma è partito con 3 ore di ritardo.
Si segnalano dalla provincia vari casi di assideramento.
A Codroipo per l’eccessivo freddo i grandi platani che abbellivano un viale si sono spaccati e dovranno essere abbattuti.
Il Natisone è completamente gelato ed in parte il Tagliamento e la laguna di Marano.
I consorzi delle rogge hanno dovuto dare l’asciutta a tutti i canali, per cui numerose officine
in città e in provincia si sono dovute chiudere temporaneamente.
Tra queste anche aziende elettriche, per cui in vari paesi manca l’illuminazione.
Ad Udine quasi tutte le tubature dell’acqua hanno subito guasti e per questo la città
è in grande parte priva del prezioso elemento.

LA STAMPA 13 FEBBRAIO 1929 – ADRIA – IL PO GHIACCIATO SI ATTRAVERSA A PIEDI

Ieri a Corbola il trentenne Burghiani Simone, ebbe l’imprudente e audace idea di scommettere
coi suoi amici per una bottiglia di vino ch’egli avrebbe attraversato a piedi il fiume Po, completamente gelato.
Iniziata l’impresa, il Burghiani giunto nel mezzo del fiume, piombò d’un tratto sotto il ghiaccio,
ma avendo trovato sotto il primo, un secondo strato di ghiaccio, potè salvarsi a stento.
Continuando il cammino, giunto a venti metri dalla sponda opposta piombò nuovamente nell’acqua,
ma potè egualmente guadagnare la riva con un buon bagno… invernale, vincendo così la scommessa,
ma tanto intirizzito che per metterlo a letto gli si dovettero tagliare i vestiti congelati.
Una violenta bufera di neve si è abbattuta ieri nel nostro Polesine ed ha coperto le strade per circa mezzo metro.

LA STAMPA 13 FEBBRAIO 1929 – A FERRARA PER TUTTA LA NOTTE HA IMPERVERSATO UNA BUFERA DI NEVE, PO CONGELATO

In tutta la notte ha imperversato sulla città e provincia una bufera di neve.
Il vento forte e freddissimo ha provocato notevoli danni alle linee telefoniche e telegrafiche.
Paralizzando parzialmente anche il traffico sulle strade.
Si segnalano 10 gradi sotto lo zero.
Il Po è quasi totalmente gelato.
Sulla corrente passano grossi massi di ghiaccio carichi di neve,

LA STAMPA 13 FEBBRAIO 1929 – CONGELATO ANCHE IL FIUME ARNO IN TOSCANA

Firenze 13/02/1929
Il freddo intenso e la bufera di neve abbattutasi sulla nostra città non accennano a cessare.
Nelle zone periferiche, la neve ha raggiunto una altezza notevole
ed il vento in certi momenti fortissimo provoca dei veri turbini.
La temperatura ha raggiunto un minimo 8.5 gradi sotto lo zero.
Il servizio tranviario procede lentissimo ed a scartamento ridotto.
I treni malgrado le forti nevicate verificatesi sull’appennino tosco-emiliano,
continuano a passare per la via della Porrettana.
Come è naturale subiscono forti ritardi.
Il diretto 40 bis ha avuto cento minuti di ritardo.
Ritardi notevoli si verificano anche sulla linea di Faenza.
Anche dalle altre città della Toscana giungono notizie di forti nevicate e di maltempo e freddo intenso.
Pure a Livorno la neve cade da stamane ininterrottamente raggiungendo l’altezza di 30 centimetri.
La circolazione è interrotta.
Anche in porto il lavoro è sospeso.
L’arno in alcuni punti completamente gelato, presenta un suggestivo ed insolito aspetto.
I servizi automobilisti in partenza da Firenze per le varie città della Toscana,

LA STAMPA 13 FEBBRAIO 1929 – TRE VALANGHE SULLA ROMA – FALCONARA

Roma 13/02/1929
Sulla linea Roma – Falconara, presso Fabriano sono cadute tre valanghe,
che hanno fatto accumulare neve sul binario sino all’altezza di 7 metri,
ciò che ha causato la sospensione del servizio per alcune ore.
Fra Palestrina e Segni, sulla linea di Cassino, il torrente Sacco ha straripato,
determinando un allagamento dei binari per due chilometri circa,
ed ostacolando il passaggio di alcuni treni.
Sulla linea di Pescara è caduta una frana in vicinanza della stazione di Castel Madama.

LA STAMPA 13 FEBBRAIO 1929 – BUFERA DI NEVE A FABRIANO, TETTI CROLLATI SOTTO IL PESO DELLA NEVE

Fabriano 13/02/1929

Una violenta bufera di neve ha interrotto i servizi automobilistici e paralizzato la vita cittadina.
Le fabbriche sono chiuse.
Alcuni tetti sono crollati dal peso della neve.
I treni provenienti da Roma sono bloccati a fossato di Vico.
Una valanga di neve, caduta presso Serra San Quirico,
ha ostruito la strada ai treni in arrivo da Ancona.
Reparti di truppa e milizia Volontaria e numerosi operai lavorano per riattivare il traffico.
I treni nonostante il servizio di numerosi spazzaneve arrivano con ritardo.
Non si ha a deplorare la prossima disgrazia.

LA STAMPA 13 FEBBRAIO 1929 – VENTI GRADI SOTTO ZERO AD AOSTA

Aosta 13/02/1929

Superato il record di una decina d’anni a questa parte,
in tutta la Valle d’Aosta il freddo si è fatto intenso,
sebbene sia caduta ad intermittenza la neve.
Stamattina in certe contrade della città il termometro segnava venti gradi sotto zero.
Nel pomeriggio ha cominciato a soffiare un vento gelido, mentre sulle montagne
s’è sviluppata una violenta tormenta.

LA STAMPA 13 FEBBRAIO 1929 – IN PROVINCIA DI REGGIO EMILIA, QUASI VENTICINQUE GRADI SOTTO LO ZERO

Reggio Emilia 13/02/1929

La neve cade di nuovo senza interruzione dalla notte scorsa.
La temperatura è rigidissima, ha raggiunto i 15 gradi sotto zero in città,
e, verso il Po, nel territorio di Roggiolo, i 23 gradi sotto lo zero.
Vi è cresciuto timore per la vite, della quale si teme il gelo.

LA STAMPA 13 FEBBRAIO 1929 – A MILANO SCUOLE CHIUSE PER IL FREDDO ECCEZIONALE

Milano 13/02/1929

La direzione centrale delle scuole elementari ha commentato alle sezioni,
che in considerazione dell’eccezionale freddo, non essendo possibile,
mantenere una temperatura sufficiente a permettere la presenza degli alunni,
Venerdì le scuole elementari rimarranno chiuse e così unire la vacanza di giovedì e quella di sabato,
riconosciuta dal calendario scolastico in occasione del carnevale,
e fare in modo che le lezioni si riprenderanno soltanto lunedì mattina.
Le scuole serali dove giovedì, venerdì, sabato o domenica vi sarà vacanza,
le lezioni saranno riprese lunedì sera.
Nel frattempo si spera che la temperatura diventerà meno rigida,
riservandosi in caso contrario, la direzione centrale di prendere altri provvedimenti.

LA STAMPA 13 FEBBRAIO 1929 – A PIACENZA NEVICA INTENSAMENTE DA 48 ORE

Da 48 ore cade incessantemente la neve.
In città ne sono caduti oltre 30 centimetri.
Il traffico cittadino funziona però regolarmente.
Le comunicazioni tra Vernasco e Bardi sono interrotti.
Anche il valico del Penice verso Ortone è chiuso.
A Santa Giustina una tormenta di neve che ha infuriato per più di cinque ore,
ha accumulato sulla strada provinciale circa tre metri di neve.

LA STAMPA 13 FEBBRAIO 1929 – UN METRO DI NEVE A STRADELLA, GELO ECCEZIONALE A PAVIA

Pavia 13/02/1929

La neve di questi giorni e la temperatura eccezionalmente rigida,
hanno causato diverse disgrazie.
A Stradella la neve ha raggiunto un metro di altezza.

LA STAMPA 13 FEBBRAIO 1929 – A BRESCIA DA TRE GIORNI IMPERVERSA UNA TORMENTA DI NEVE

Brescia 13/02/1929

La bufera di neve che imperversa da tre giorni non accenna a diminuire
e la visibilità è resa penosa con frequenti disgrazie.
I treni tranviari della provincia circolano con materiale ridotto
e specialmente quelli provenienti dalle vallate subiscono forti ritardi.
Non si ricorda da molti anni un inverno così rigido.

LA STAMPA 13 FEBBRAIO 1929 – A CUNEO DODICI GRADI SOTTO LO ZERO DI TEMPERATURA MASSIMA

Cuneo 13/02/1929

Alle ore 6 di questa mattina il termometro registrava 15 gradi sotto lo zero.
La temperatura verso mezzogiorno è scesa sino a 12 gradi sotto lo zero.
Il gelo così ha prodotto danni ad eccezione del congelamento dell’acqua.
Ieri a Limone Piemonte il termometro segnava 21 gradi sotto lo zero.

LA STAMPA 13 FEBBRAIO 1929 – GELO ANCHE A VENTIMIGLIA

Ventimiglia 13/02/1929

E’ caduta la neve nella notte di martedì sulle colline ed anche in città.
cosa che da anni non si ricordava.
La temperatura si conserva ad uno sotto lo zero.
Nella giornata i treni per la nuova linea ferroviaria del Piemonte,
sono ostacolati a San Dalmazzo dalla tormenta.
L’aggancio dei treni si è incostato di ghiaccio.

LA STAMPA 13 FEBBRAIO 1929 – IL DANUBIO E’ GHIACCIATO CON UNO SPESSORE ANCHE DI 3 METRI, PER OLTRE 550 CHILOMETRI, 43 GRADI SOTTO LO ZERO IN ROMANIA

Vienna 13 notte

Il freddo si è lievemente mitigato in Austria.
Oggi non si ebbero che 15 gradi sotto lo zero di giorno e più a sera.
Il Danubio è coperto da un ghiaccio spesso tre metri.
Il fiume è gelato completamente da Molme in Unghieria,
fino ad Altenwort in Austria, su una lunghezza di 500 chilometri.
Particolarmente gravi sono state le conseguenze della temperatura
in Romania dove non ci sono stufe:
In un villaggio presso Campins dieci persone sono morte assiderate.
La stessa fine hanno fatto dodici contadini a Bozen.
A Kiscinef, in Bessarahia, sono morte di freddo 14 persone.
La temperatura di Cernoviz in Bocovina è stata ieri di 43 gradi sotto lo zero.
Budapest è coperta dalla neve che continua a cadere,
il termometro segna 19 gradi sotto lo zero.
A poca distanza dalla capitale ungherese hanno dovuto fermarsi,
a causa della neve, in aperta campagna, il direttissimo,
proveniente da Nizza e quello che da Budapest era partito per Nizza.
I due treni sono fermi quasi allo stesso punto l’uno di fronte all’altro.
Telegrammi da Sofia dicono che il Mar Nero è gelato lungo tutta la costa
bulgara per una lunghezza di tre chilometri.
Lo spessore della crosta di ghiaccio è tale da permettere di passarvi sopra con le slitte,
cosa che non si notava da ottant’anni.

LA STAMPA 13 FEBBRAIO 1929 – NAVI BLOCCATE DAL GHIACCIO NEL MARE DEL NORD E NEL MAR BALTICO

Berlino 13 notte

La media di Berlino ha ancora oscillato fra i 10 e i 20 gradi sotto lo zero durante la giornata.
Cio che è ancora più sconfortante,
è che quest’oggi le previsioni dei meteorologi escludono
un qualsiasi miglioramento sensibile per ora.
Nel Mare del Nord e nel Baltico continua l’azione di
soccorso che due incrociatori tentano di svolgere in favore
di bastimenti rimasti presi nel ghiaccio.
Ma le condizioni della temperatura rendono tali azioni,
estremamente difficili e il ghiaccio è talmente spesso
che neppure le navi da guerra possono avanzare con facilit

LA STAMPA 14 FEBBRAIO 1929 – BARRIERE DI NEVE IN UNGHERIA, TRENI DI CARBONE ASSALTATI DALLA GENTE

Budapest 14 notte

Una vera e propria catastrofe è stata causata ieri dalla neve in Ungheria.
Budapest è quasi priva di comunicazioni urbane:
I veicoli incontrano enormi difficoltà a procedere
in mezzo a un metro di neve caduta nel corso di una notte.
L’amministrazione comunale si trova impotente perché
perché non è possibile mettere insieme il necessario numero di spalatori.
Ieri se ne sono presentati 800, ma ne abbisognerebbero 6 mila.
Le condizioni della provincia sono anche più disastrose.
La città di Nagykanisxa si può dire tagliata fuori da ogni traffico.
Sulle linee ferroviarie e sulle strade vi sono da due a tre
metri di neve che le rendono assolutamente impraticabili.
Da ieri mattina tutti i treni della zona e quelli della linea
Vienna – Budapest hanno dovuto essere sospesi.
I tentativi compiuti di apprestarne almeno uno da una capitale all’altra
fallirono miserevolmente.
Dopo un po le locomotive incontrarono ostacoli insuperabili
e barriere di neve compatte che non era possibile rimuovere.
A questo punto i macchinisti dovettero fare macchina indietro
e riportare i viaggiatori intirizziti alla prossima stazione.
Il diretto Budapest – Ventimiglia è fermo alla stazione di Szekesfelhervaz
che attende lo sgombro della linea.

LA STAMPA 14 FEBBRAIO 1929 – A VIENNA RISALGONO LE TEMPERATURE, OGGI 13 GRADI SOTTO LO ZERO

Vienna 14/02/1929

E’ opinione generale che il culmine del freddo sia ormai superato,
ma intanto si sentono crudelmente le conseguenze dei nuovi rigori invernali
delle ultime settimane.
Vienna ha carbone per due giorni ancora e se i rifornimenti chiesti di urgenza
in Cecoslovacchia, in Germania ed in Polonia dovessero tardare a causa
della difficoltà delle comunicazioni ferroviarie,
la situazione di quelle famiglie della capitale austriaca che non hanno avuto
la precauzione di fare provvista abbondante diventerebbe tra poco assai disagevole.
Il ministero del commercio ha impartito istruzioni ai commercianti di combustibili
che equivalgono ad un razionamento del carbone il quale non potrà essere venduto
che a minute quantità e solo ai compratori usuali di ciascun negozio in modo che
l’incetta e l’aumento dei prezzi possano essere impediti.
Il leggero aumento di temperatura ha determinato un immediato aumento
anche nell’afflusso dell’acqua nei serbatoi comunali.
La temperatura è divenuta alquanto più sopportabile di quella di tre giorni fa
e oggi si registrano solo 13 gradi sotto lo zero.
Vi è dunque un miglioramento di ben 10 gradi.

 

LA STAMPA 14 FEBBRAIO 1929 – ANCHE A BERLINO TORNANO A SALIRE LE TEMPERATURE

Berlino 14/02/1929

Inaspettatamente quando gia non si aveva speranza in un immediato
miglioramento della rigidissima temperatura,
questa si è alquanto mitigata in seguito alla caduta di neve,
che è cominciata dalle prime ore del mattino
ed è durata per quasi tutto il pomeriggio,
facendo subire un discreto rialzo al termometro,
che da circa 20 gradi sotto zero è oggi risalito verso i 10
e nel pomeriggio verso i 5.
Per i giorni prossimi i meteorologi prevedono nuove abbondanti nevicate.
A Berlino comincia a farsi sentire la scarsezza del carbone e degli altri combustibili.,
il che ha indotto le autorità a ordinare la chiusura delle scuole,
dei bagni pubblici e degli altri impianti non strettamente necessari.
Tuttavia le autorità scolastiche si sono opposte all’esecuzione del provvedimento,
adducendo il danno che ne subirebbero gli alunni nel loro profitto.
Ne è sorto di conseguenza un conflitto che dovrà essere risolto dalle autorità superiori.
Difficoltà molto gravi hanno dovuto subire le navi da guerra inviate
nel Baltico in soccorso di diversi bastimenti rimasti bloccati dai ghiacci.
Gli stessi incrociatori hanno corso il rischio di non poter andare avanti od indietro,
anzi sembrava che fossero definitivamente bloccati anch’essi,
ma in tarda ora si apprende che hanno potuto raggiungere la base di Kiel.
Due incrociatori l’Alsazia e lo Slerigieh Hotsfein che hanno potuto salvare tre
delle navi bloccate, sono però gravemente avariati.

LA STAMPA 14 FEBBRAIO 1929 – A NIZZA VENTI CENTIMETRI DI NEVE, NON ACCADEVA DAL 1870

Nizza 14/02/1929

Il Cattivo tempo non ha risparmiato la Costa Azzurra.
Dopo la prima caduta di neve che fece la sua apparizione circa
quindici giorni fa e dopo una bellissima giornata favorita da un sole
veramente primaverile la neve è nuovamente caduta questa notte
a Nizza e su tutto il Litorale ostacolando in maniera generale qualunque
traffico sia all’interno che al di fuori della città.
I treni che giungono a Nizza hanno ritardi perfino di dieci ore.
La neve ha raggiunto a Nizza oltre venti centimetri di altezza
il che non avveniva dal 1870.
Questo spettacolo è stato tuttavia molto gradito dai nizzardi
i quali per la maggior parte si sono dati a ingaggiare
tra loro vere battaglie a colpi di palle di neve.

LA STAMPA 14 FEBBRAIO 1929 – A GENOVA TORNA A SALIRE LA TEMPERATURA, OGGI SOLTANTO 3 GRADI SOTTOZERO DI MINIMA

Genova 14/02/1929
Quest’oggi il tempo ha ripreso a migliorare e il termometro lentamente
ha iniziato la sua ascesa verso lo zero.

LA STAMPA 14 FEBBRAIO 1929 – IN TOSCANA QUASI TRE METRI DI NEVE

Firenze 14/02/1929

La neve ha cessato di cadere stanotte.
La minima temperatura segnata oggi è stata di 7 gradi e mezzo sotto lo zero.
La temperatura si è addolcita un po’ verso mezzogiorno allorchè è comparso il sole.
Il Podestà ha deciso che le lezioni nelle scuole elementari
riprenderanno definitivamente lunedì.
Dalla Toscana giungono intanto notizie di forti nevicate.
A Pistoia la neve ha raggiunto l’altezza di 40 centimetri,
mentre all’Abetone si è elevata a 3 metri,
alla collina a due metri e 50 cm, ed al paradiso 2 metri.
I treni subiscono forti ritardi.
Anche a Follonica, Grosseto e Lucca le nevicate sono state abbondanti.

LA STAMPA 14 FEBBRAIO 1929 – IN VALLE D’AOSTA PUNTE DI 24/27 GRADI SOTTO LO ZERO

Aosta 14/02/1929

Il freddo intensissimo cresce anziché diminuire.
Tanto che la Dora Baltea che il Bhuither,
la cui confluenza avviene alle porte di Aosta,
sono ambedue gelati, anche nel loro corso inferiore.
In città ed in diversi paesi della valle le condutture dell’acqua potabile
sono parzialmente scoppiate per il grande gelo,
lasciando sprovviste di acqua intere località.
A Courmayeur il freddo ha raggiunto i 22 gradi sotto zero,
a la Thuile i 23 gradi sotto lo zero, a cogne i 21 gradi,
a Saint Rhemy i 23 gradi ed all’ospizio del Gran San Bermardo
i 28 gradi sotto lo zero, temperatura che si verificò solamente 134 anni fa.
All’ospizio la neve ha raggiunto sinora l’altezza di 7 metri,
mentre in questa stagione normalmente essa raggiungeva i 10 e 12 metri,
e ciò lo si deve al gran freddo che impedisce la caduta della neve.
Nella parte bassa di Aosta il freddo ha raggiunto, nella scorsa notte
i 24 gradi sotto zero e, come massimo della giornata,
i 18 gradi sotto lo zero.

LA STAMPA 14 FEBBRAIO 1929 – IL GELO NON SMETTE DI COLPIRE IL BIELLESE

Biella 14/02/1929

Questa notte il freddo è stato nuovamente d’una intensità notevole:
15 gradi sotto lo zero.
Stamane numerose case sono apparse arabescate di uno strato notevole
di ghiaccio formatosi con l’acqua fuggita dalle tubature dell’acqua potabile,
posto sotto i tetti.
Il grave inconveniente,
che ha ridotto parecchie case inabitabili nei piani sottostanti ai solai,
va in gran parte imputato al fatto che ancora non sono munite dei contatori.

LA STAMPA 14 FEBBRAIO 1929 – IL NOVARESE STRETTO NELLA MORSA DEL GELO

Novara 14/02/1929

Anche nella nostra regione il freddo ha fatto segnale al termometro
i 15 gradi centigradi sotto lo zero durante la scorsa notte.
Si lamentano molti casi di congelamento delle condutture dell’acqua potabile.
Nelle campagne manca anche l’acqua del bestiame,
poiché tutti corsi d’acqua sono gelati.
Si temono danni per causa della siccità portata dal gelo.

LA STAMPA 14 FEBBRAIO 1929 – NELL’ASTIGIANO TORNA IL SERENO, MA IL FREDDO E’ SEMPRE INTENSSISSIMO

Asti 14/02/1929

Dopo parecchi giorni di neve, il cielo si è rasserenato.
Il freddo però si è fatto sensibilmente più acuto,
stamane ha raggiunto il massimo della presente stagione invernale,
il termometro ha segnato nelle prime ore del mattino 15 gradi sotto lo zero.

LA STAMPA 14 FEBBRAIO 1929 – IL BASSO PIEMONTE STRETTO NELLA MORSA DEL GELO, OLTRE VENTI GRADI SOTTO LO ZERO, FIUMI E TORRENTI GHIACCIATI

Valenza 14/02/1929
La temperatura è scesa improvvisamente ai 20 gradi sotto lo zero,
ed il termometro stamane sostava alle 8 a 17 gradi sotto lo zero.
Tutti i torrenti sono ghiacciati ed anche il Po coperto da uno strato di ghiaccio,

LA STAMPA 14 FEBBRAIO 1929 – TORMENTE DI NEVE IN FRIULI, MENO 37 A TARVISIO, JUGOSLAVIA TAGLIATA FUORI DAL MONDO PER IL MALTEMPO

GIORNATA DI TREGUA A TRIESTE
Trieste 14/02/1929

L’ondata turbinosa che ha sconvolto l’intera regione Giulia sembra placarsi.
Infatti questa sera il termometro non era più che a 5 gradi sotto lo zero.
La bora anche essa ha diminuito di violenza e sebbene il cielo sia grigio,
è caduta una neve abbondantissima.
Tutto fa sperare in un prossimo miglioramento di tempo.
L’aspetto squallido e triste della città si è un po’ mutato,
mentre lentamente riprende il movimento cittadino
grazie agli urgentissimi provvedimenti presi dal comune
e dallo splendido spirito di abnegazione e di sacrificio dei vigili del fuoco e dei tranvieri.
Il porto ha un non so che di nordico,
e specialmente il Canal Grande che quest’oggi per la prima volta
si è presentato con un denso strato di ghiaccio.
Dalla provincia però giungono notizie poco rassicuranti.
Infatti tutta la regione carsica è sotto la gelida sferza di una tormenta impressionante.
La temperatura è salita bensì di qualche linea,ma il tempo non accenna a migliorare.
Tutti i paesi dell’altopiano sono interrotti
da ogni comunicazione poiché la neve è troppo alta,
impedendo alle autocorriere di procedere al normale servizio.
Fiume poi è da due giorni completamente isolata da qualsiasi comunicazione
stradale e ferroviaria e da due giorni i giornali del regno non giungono a Trieste,
mentre una tormenta di neve imperversa su tutta la zona.
Da Tarvisio si comunica che ieri il termometro è sceso a 37 gradi sotto lo zero.
La Jugoslavia è per così dire, completamente tagliata fuori dal mondo.

 

LA STAMPA 15 FEBBRAIO 1929 – QUASI VENTI GRADI SOTTO LO ZERO A BERLINO, SLESIA DEVASTATA DAL GELO, PRUSSIA ISOLATA

Berlino 15/02/1929

Il freddo persistente va assumendo in tutta la Germania un grado assolutamente insopportabile.
Da tutte le parti giungono infatti notizie sempre più sconfortanti di congelamenti,
di interruzioni del traffico e di soppressione dei servizi pubblici.
Una delle città più duramente colpite p stata Breslavia,
dove fin dall’inizio del rincrudimento invernale,
si sono segnalate costantemente le temperature più basse della Germania.
Fin dalla notte passata le officine elettriche della grande città slesiana,
sono completamente paralizzate.
La centrale idro-elettrica alimentata dall’Oder,
aveva gia da tempo dovuto sospendere ogni attività in conseguenza del ghiaccio nel fiume.
Questa mattina si è sviluppato un fortissimo incendio nell’officina elettrica a vapore
posta nel centro della città.
L’incendio ha subito divorato le centrali di derivazione e le condutture.
In tutta Breslavia non arde un lampione e anche il servizio tranviario è del tutto sospeso.
la città soffre anche terribilmente perché l’impianto di riscaldamento centrale,
che alimenta interi quartieri della città si è mostrato insufficiente ai bisogni di questo terribile inverno.
Anche la massima parte degli uffici è chiusa e i giornali hanno dovuto sospendere le pubblicazioni.
A Berlino la situazione comincia a presentare qualche sintomo di gravità,
dopo il miglioramento effimero che aveva portato la nevicata di ieri.
Questa mattina il termometro è ridisceso fino a 17 gradi sotto lo zero
ed anche nel pomeriggio non è riuscito a superare i 15 gradi sotto lo zero.
La Prussia Orientale è ormai tagliata fuori dal resto della Germania,
e vicino a Gobrinen vi sono ben otto treni bloccati dalla neve.
Il servizio dei Ferry – Boats tra Svezia e Germania che da alcuni è ridotto ad una corsa quotidiana,
ha dovuto essere sospeso del tutto se non interviene un miglioramento nelle condizioni atmosferiche.

LA STAMPA 15 FEBBRAIO 1929 – PUNTE DI 25 GRADI SOTTO LO ZERO NEL NORD EST ITALIANO, FIUMI E LAGHI GHIACCIATI



I FIUMI DELLE VENEZIE GELATI
CINQUE VITTIME D’UNA VALANGA

Trento 15/02/1929

Anche nella giornata d’oggi il gelo è stato eccezionale e il vento ha soffiato con violenza,
specialmente nella parte alta della provincia dove ha infuriato una tormenta di neve.
Nella zona delle Dolomiti il termometro è sceso fino a 25 gradi sotto zero.
L’Adige ha ripreso a trasportare grossi lastroni e blocchi di ghiaccio strappati
alle rive gelate della Val Venosta.
Tutti gli altri corsi d’acqua, come pure trecento laghetti alpestri sono completamente ghiacciati.
Anche il lago di Caldonazzo, uno dei più vasti della regione è nuovamente ricoperto da un fitto strato di ghiaccio.
La viabilità sui transiti alpini è quasi ovunque interrotta.
Causa la neve caduta i treni dal Brennero e da Verona giungono con grandi ritardi.
Nelle vicinanze del Brennero in Valle di Vizze, una grossa valanga di neve
staccatasi dall’alto del monte, investiva una comitiva di giovani in cammino.

LA STAMPA 15 FEBBRAIO 1929 – VENTITRE’ GRADI SOTTO ZERO IN FRIULI

Oggi finalmente, dopo cinque giornate di freddo siberiano, la temperatura è ritornata quasi normale.
Il termometro in poche ore da 7 gradi sotto zero è passato a zero.
Nella giornata di ieri si era gelato il fiume But e il lago Cavazzo,
mentre a Spilimbergo numerosi capi di bestiame sono morti assiderati.
La violenza della bora e l’eccessiva temperatura si sono placate anche nel Goriziano ove,
nella giornata di ieri, sono stati registrati in città 20 gradi sotto zero,
e in qualche punto della provincia 23 gradi sotto lo zero, come pure un caso mortale di assideramento
e danni per oltre centomila lire.
Vi furono pure parecchi feriti da sassi, tegole e travi sollevate dai tetti e trasportate dalla bora.
L’isonzo e tutti i suoi affluenti sono gelati.
Oggi qualche linea telefonica ha ripreso a funzionare.

LA STAMPA 15 FEBBRAIO 1929 – IL NUOVO FASCINO DI VENEZIA

Il gelo non cede: Venezia ha acquistato una bellezza nuova qualunque non desiderata.
Bello è comunque l’aspetto della laguna biancheggiante di quella vasta distesa di ghiaccio,
tutto merlato di concrezioni e di spume sulle paludi e sulle velme.
Un abbagliante scintillio era oggi sotto il sole pallido su quei lastroni grossi e compatti
e dalle fondamenta nuove il punto più rigido della città aperto a tutti i venti
molti veneziani guardavano dopo tante grigie giornate lo spettacolo raro.
Si ripete infatti oggi quanto non avveniva dal 1878 ad oggi.
Monelli, e non monelli soltanto,
si avventurarono sulla improvveduta banchisa ed i loro capitomboli furono molti
ma qualcuno raggiunge a piedi il cimitero, all’isola di San Michele
e qualcuno andò ancora più in là ancora:
raggiungendo l’isola di Murano, passeggiata storica,
non più veduta da circa un secolo e mezzo, poiché tanti anni sono trascorsi da quando
sui ghiacci della Laguna non si facevano di queste prove.
I canali che formano i labirinti della città non sono tutti gelati.
Bisogna vedere tra questi il casino di Orscole.
Alcuni portano alla deriva blocchi e blocchetti e quando l’acqua cala
(poiché ognuno sa e lo accenna anche Dante:
la marea cala e cresce nelle 12 ore ) le case ed i palazzi rimangono oriati di rabeschi

LA STAMPA 15 FEBBRAIO 1929 – INTERE ZONE ISOLATE NELLA REGIONE DANUBIANA PER IL GELO E LA NEVE

Vienna 15/02/1929
Alcuni competenti cercano di consolarsi con l’asserire che il periodo di freddo eccezionale
è terminato o che sta per terminare.
Ma siccome le anormalità atmosferiche da troppo tempo prevalgono su quella che si suole dire normalità,
i giornali riferiscono l’ottimismo dei competenti senza fare mistero della loro diffidenza, ironia della natura;
mente i viennesi si sono trasformati in abitatori delle regioni polari,
giunge notizia che gli esquimesi si lagnano della temperatura insolitamente elevata che li priva della neve.
Qui nevica a tutto andare.
La nevicata ha fatto leggermente salire il termometro, tanto che a Vienna abbiamo appena 13 gradi sotto zero.
Però le comunicazioni ferroviarie subiscono turbamenti notevoli.
Da ieri sono interrotte le linee con la Jugoslavia, con la Polonia e con l’Ungheria.
Il direttissimo per l’Ungheria ieri sera dovette rientrare a Vienna,
mentre i treni partiti da Budapest alla volta della capitale austriaca
furono fermati lungo il percorso e trattenuti in varie stazioni.
Le società calcistiche austriache date le abbondanti nevicate,

LA STAMPA 15 FEBBRAIO 1929 – DANNI INGENTISSIMI NELLE SERRE LIGURI PER NEVE E GELO

Ventimiglia 15/02/1929
Anche nella notte del 14 ha nevicato;
nella giornata la temperatura si conserva rigida, pure col sole.
Il termometro segna lo zero.
La nevicata ha creato danni ingentissimi, oltre che a Ventimiglia,
in tutta la Riviera di Ponente, dove è andata quasi totalmente perduta
la coltura dei fiori, fonte principale di ricchezza per questa regione.
Perfino in talune serre i fiori si sono gelati,
malgrado le cure dei floricultori e i fuochi accesivi.
Dalla Francia i treni provenienti da oltre Nizza giungono da alcuni giorni con

LA STAMPA 15 FEBBRAIO 1929 – VENTI GRADI SOTTO LO ZERO A CASALE MONFERRATO, E A ORA DI PRANZO SI REGISTRAVA MENO OTTO

Casale 15/02/1929
Abbiamo avuto nelle prime ore di stamane la temperatura più bassa di tutto l’inverno.
Il termometro è disceso a -20.
Ancora a mezzogiorno si era a 8.0 sotto lo zero.

LA STAMPA 15 FEBBRAIO 1929 – I LAGHI DI MANTOVA QUASI COMPLETAMENTE GHIACCIATI

Mantova 15/02/1929

Il freddo intensissimo di questi giorni, oltre alle inevitabili note per la circolazione,
ha anche procurato una sorte di disgrazie.
Il gelo, accompagnato da nevicate intensissime e da impetuosi soffi di vento siberiano,
ha anche provocato il quasi completo congelamento dei laghi,
divenuti per molti appassionati degli sports invernali magnifiche palestre di pattinaggio sul ghiaccio.

LA STAMPA 15 FEBBRAIO 1929 – A PIACENZA VENTI GRADI SOTTO LO ZERO, DOPO LA NEVICATA DURATA OLTRE 2 GIORNI

Piacenza 15/02/1929

Cessata la nevicata, che è durata per oltre 50 ore,
si è ora avuto un eccezionale rincrudimento di temperatura.
Difatti l’osservatorio alberoniano ha registrato quest’oggi la temperatura minima di 19.6 gradi sotto lo zero.

LA STAMPA 16 FEBBRAIO 1929 – PIROSCAFO INCAGLIATO NEI GHIACCI DEL MAR NERO, CITTA’ ALLAGATE IN GRECIA



Sofia 16/02/1929

Il piroscafo francese Charles Freycinet,
in viaggio nel Mar Nero è andato a finire a causa della fitta nebbia sopra uno scoglio
tra i porti di Sokopol e Cupria ed è affondato.
La acqua penetrando nelle caldaie le ha fatte esplodere.
La maggior parte dell’equipaggio composto da 41 uomini ha potuto salvarsi su dei battelli.
Due ufficiali ed alcuni marinai hanno raggiunto a nuoto la riva,
dove sono stati accolti dai pescatori di Cupria.
Il Freycinet aveva 7000 tonnelate di stazza ed aveva a bordo un carico di circa quattro mila tonnellate.
Da alcuni giorni vagano nel mar Nero blocchi di ghiaccio,
fenomeno che dal 1900 non si era più verificato.
In Grecia il maltempo ha ripreso con nuova violenza.
Le nevicate, dai monti della Macedonia si sono propagate
anche sui punti meridionali della penisola.
Piogge torrenziali si sono avute sui territori della Macedonia e della tracia.
I fiumi hanno inondato le campagna, i villaggi e le città, arrecando gravi danni.
Le città di Cavalla e di Serra sono invase dalle acque.
Le strade rotabili per recarsi nelle località colpite, sono intransitabili.
Anche le comunicazioni telegrafiche hanno subito danni,
e dalla parte della Turchia, sono completamente interrotte.

LA STAMPA 16 FEBBRAIO 1929 – DOPO LA BUFERA, A FIUME TORME DI LUPI, TRAGICA FINE DI DUE GUARDIACACCIA

Dopo una settimana di interruzione i primi treni sono partiti sulla linea di Trieste,
Finalmente riattivata.
La città riprende la sua animazione, nonostante l’abbondante neve che tutta la copre.
Ne hanno largamente approfittato molti cittadini per abbandonarsi agli sports di stagione:
lo sky e la slitta.
Ma un ordine del prefetto ha subito fermato l’entusiasmo degli scorrazzanti
vietando l’uso dei singoli veicoli, che parevano riservati alle piane filandesi, nelle vie centrali della città.
Le scuole sono chiuse fino al 18 per mancanza di combustile:
Il solo Istituto Tecnico non ha sospeso le lezioni.
Si lamenta la mancanza del latte dovuta, oltre che alle difficili comunicazioni con la campagna,
alla presenza di orme di lupi che terrorizzano le contadine portatrici del prezioso alimento.
I lupi sono segnalati a Grolmico, a tre ore di marcia da Fiume.
Nella vicina Gorizia, presso Cabar, due guardia sono stati assaliti dai lupi.
Un violento combattimento si è impegnato, ma i due uomini
non hanno potuto liberarsi dagli animali affamati e inferociti.
Dopo una difesa disperata uno dei disgraziati è stato sopraffatto e divorato;
il suo compagno riusciva ad arrampicarsi su di un albero,
ma i lupi si accovacciarono ai piedi del tronco,
e l’infelice moriva assiderato sulla pianta.
Altri lupi hanno assalito la stazione di Brne, sorprendendo un cantoniere
che è stato divorato.
I treni da Zagabria trovano ancora le linee bloccate.
A Fusine il vento ha accumulato enormi quantità di neve sui binari.

LA STAMPA 16 FEBBRAIO 1929 – L’ADIGE GHIACCIATO IN TRENTINO

Trento 16/02/1929

Il freddo persiste nella sua eccezionale rigidezza:
stanotte sono stati registrati quindici gradi sotto lo zero
nei dintorni della città e ventisei gradi di gelo nelle valli d’alta montagna.
L’Adige si è completamente congelato per la lunghezza di un chilometro all’altezza del ponte
di Borgo Sacco presso Rovereto;
un rigagnolo d’acqua scorre sotto i blocchi ghiacciati che formano un unico piano,
di uno spessore consideravo,e tanto che alcune persone hanno potuto attraversare
il fiume a piedi e con slitte da una riva all’altra.
Tale avvenimento non si verificava da circa un secolo,
perché anche negli anni di freddo intensissimo un angusto e rapido
corso d’acqua riusciva sempre ad aprirsi la via tra il ghiaccio.
L’Adige si è pure ghiacciato sotto il ponte di Ravazzone presso Mori,
negli immediati paraggi della grande diga di sbarramento costruita dalla società dell’alluminio.
Il grosso cono formato dallo stillicidio della cascata di Sardagna
completamente gelata continua ad elevarsi ed ha raggiunto una notevole altezza.
Anche nella zona del Lago di Garda,
zona nota per la temperatura mitissima nella stagione invernale,
il termometro ha segnato a Riva dodici gradi sotto zero.
A Rovereto, causa il freddo intenso e per l’insufficienza del riscaldamento,
sono state chiuse le scuole medie cittadine.

 

LA STAMPA 16 FEBBRAIO 1929 – CALATA DI LUPI IN CAMPANIA

Napoli 16/02/1929

Giungono notizie da vari paesi della Campania che nelle località di montagna,
il freddo e la neve hanno spinto i lupi ad abbandonare i boschi.
Molti di essi hanno scatenato un’ offensiva dapprima
contro le vittime preferite: le pecore.
Queste bestie fameliche fatte più audaci hanno iniziato la caccia
ai conigli, ai gatti e anche ai cani.
A Perdifumo ci sono state delle vere invasioni di lupi famelici in quell’abitato.
L’altra notte audaci belve penetravano nell’abitazione del coloni Giuseppe N.
dove hanno sbranato i due mastini di guardia.
I figli del colono hanno teso un agguato alle bestie uccidendo due enormi lupi.
E’ stata organizzata intanto la caccia contro le belve.

16 FEBBRAIO 1929 – DICIANNOVE GRADI SOTTOZERO A MODENA

Modena 16/02/1929

Stamane la temperatura è scesa a 19 gradi sotto lo zero.
Sono 50 anni precisi che non si registra simile temperatura
il termometro segnò nel 1869 12.2 gradi sotto lo zero.
Nelle case sono gelate le tubature dell’acqua potabile e
si sono spaccati alcuni tubi della conduttura del gas.
Ovunque il gelo ha fatto danni gravi,
il combustibile è diventata cosa preziosa ed è salito ad alti prezzi.
Le scuole sono chiuse anche perché gli apparecchi di riscaldamento non funzionano regolarmente.

LA STAMPA 16 FEBBRAIO 1929 – PUNTE DI MENO 22 IN PROVINCIA DI TORINO

Pinerolo 16/02/1929

Il freddo continua rigidissimo in tutta la regione
In città si ebbe a registrare nella decorsa notte la minima di 18 gradi sotto lo zero,
mentre in vari comuni della valle il termometro è sceso fino a 22 gradi sotto lo zero.
Tutti i corsi d’acqua sono completamente gelati,
con grave danno delle industrie.
In città sono gelate numerose condutture dell’acqua potabile,
cosicchè varie zone sono totalmente prive di acqua.

LA STAMPA 16 FEBBRAIO 1929 – ANCORA MOLTO FREDDO A BIELLA E NEL BIELLESE

Biella 16/02/1929

Il freddo questa notte ha fatto scendere in città i termometri a 15 gradi centigradi sotto lo zero.
Stamane la temperatura è migliorata alquanto, al sole è stata registrata una massima di
18 gradi centigradi, mentre all’ombra di 2 gradi centigradi.
A sera la minima registrata era di solo 1 grado centigrado sotto lo zero,
ciò che lascia sperare nel ritorno alla normalità.

LA STAMPA 16 FEBBRAIO 1929 – TEMPERATURE ANCORA RIGIDISSIME A TORTONA

Tortona 16/02/1929

La temperatura, durante la notte , ed al mattino, si mantiene rigidissima
variando dai 10 ai 16 gradi sotto lo zero.

LA STAMPA 19 FEBBRAIO 1929 – COMUNICAZIONI RIATTIVATE IN AUSTRIA

L’INVERNO
LE COMUNICAZIONI RIATTIVATE IN AUSTRIA
I BAGNI NEL DANUBIO DI UNA BIMBA

Vienna 19/02/1929
Gli ultimi bollettini sul freddo, sul carbone e sull’acqua, promettono bene.
Continuando sincremente lo sgombro delle linee,
entro oggi o domani la crisi dei combustibili che era diventata per Vienna così acuta,
potrà essere considerata superata.
Soltanto l’industria non è in grado di riprendere il lavoro normale
richiamando nelle officine gli operai licenziati.
Se non sopraggiungeranno nuove complicazioni le restrizioni nel campo
industriale avranno termine alla fine di questa settimana o al principio della settimana ventura.
I Serbatoi di acqua di Vienna essendo il freddo diminuito ieri,
si sono tornati a riempire in soddisfacente misura.
Però il municipio mantiene le draconiane ordinanze d’economia.
Il traffico ferroviario fra Vienna e Budapest ha potuto essere ripreso in misura quasi normale.
Certi viaggiatori sono arrivati a Vienna dopo d’essere rimasti fermi bloccati dalla neve per 80 ore.
Un curioso episodio si è avuto oggi.
Le autorità cedendo alle pressioni della <vox populi> hanno fatto esaminare dai loro medici,
la piccola Vera Fibingen, alla quale la madre malgrado il ghiaccio fa regolarmente prendere il bagno nel Danubio in omaggio al motto “Raffreddati ogni giorno”.
La vispa bambina è apparsa ai sanitari in eccellenti condizioni di salute,
e così florida che un esame dei suoi organi interni è stato senz’altro definito superfluo.
Dopo questa dichiarazione ufficiale bisognerebbe attendersi un aumento,
di coloro che fanno il bagno del Danubio gelato, e se non di bambini di due anni,
di uomini e donne in età matura.
Purtroppo la schiera degli entusiasti continua ad essere ristretta.
Si ha da Zagabria che finalmente la linea ferroviaria con Spalato,
la quale dall’11 del mese era bloccata, oggi ha potuto essere riaperta.
A Budapest la grippe infierisce.
Secondo una statistica ufficiale, nella scorsa settimana sono morte di questa malattia
93 persone.
Nei soli due ultimi giorni si sono avuti 36 decessi.

LA STAMPA 19 FEBBRAIO 1929 – IN SLITTA SULLE STRADE, RETE FLUVIALE NELLA MORSA DEL GHIACCIO, MINIME FINO A MENO 21



Ferrara 19/02/1929


La cronaca odierna del freddo registra un record a Ferrara.
Nella notte sono stati segnalati 21 gradi sotto zero:
freddo eccezionalissimo, che ha sorpassato di vari gradi quello
memorabile dell’inverno 1880 che finora serviva come pietra di paragone.
Essendo state riattivate quasi tutte le comunicazioni,
molta gente si è riversata a Pontelagoscuro per osservare il Po completamente gelato.
Una vera schiera di fotografi ha invaso la banchisa,
ponendo sotto il fuoco degli obbiettivi frotte di turiste e di turisti ed il naviglio fluviale
stretti da vari giorni nella morsa dei ghiaccio.
Il podestà di Ferrara ha posto in palio una coppa per sciatori che è stata disputata
con molto concorso di pubblico sugli spalti del montagnone, l’altura più alta di tutta la provincia di Ferrara.
Tale venere di sport, date le locali condizioni di clima non è mai stato praticato finora nella nostra città.
La vegetazione erbacea non soffre a causa dello strato spessissimo di neve che la ricopre;
oltrettanto non può dirsi della vegetazione arborea la quale ha sofferto molto del freddo
intensissimo di questi giorni.
Molti alberi sono stati abbattuti per ricavarne legna,
della quale si comincia a sentire penuria.
A tale proposito le autorità cittadine hanno calmierato tutti i combustibili.
Si nota anche da tempo la penuria di acqua dati i congelamenti di una percentuale altissima delle condutture.
Le linee ferroviarie principali hanno quasi ripreso l’orario normale,
mentre le secondarie sono ancora bloccate; saranno ripristinate fra oggi e domani.
Si ha notizia da varie parti della provincia che la neve
in certe località ha raggiunto i due metri trattasi di veri records.
La Valle Mezzano (acqua salsa) che giace all’estremo lato est della provincia,
verso l’Adriatico, è completamente gelata, offrendo uno spettacolo pittoresco.
In quasi tutti i centri sono sorti comitati di beneficienza per lenire i dolori
e le preoccupazioni cagionati dal clima implacabile.
In città è stato intensificato il funzionamento delle cucine economiche comunali.
Sulle strade perdura uno strato grossissimo di ghiaccio e neve,
tanto che sono visibili in circolazione le slitte:
mezzo che mente umana non ricorda nella Valle Padana.

LA STAMPA 19 FEBBRAIO 1929 – TEMPERATURE PIU’ MITI IN TRENTINO DOPO QUASI 2 MESI DI GELO

Trento 19/02/1929

Oggi il freddo si è molto mitigato, e il termometro è salito per la prima volta nelle ore diurne,
dopo quasi due mesi di gelo ininterrotto, sopra zero.
Nelle valli i corsi d’acqua e le cascate si mantengono tuttavia completamente gelati.
Dalla valle di Fiemme giunge notizia che l’altra notte è stata registrata la più rigida
temperatura della stagione;
il termometro ha segnato infatti a San Lugano, un minimo di trenta gradi sotto lo zero.

LA STAMPA 19 FEBBRAIO 1929 – IN AUTOMOBILE SUL LAGO TRASIMENO

Perugia 19/02/1929
Il freddo intensissimo ha ghiacciato completamente il lago Trasimeno,
tendendolo di una bellezza incantevole.
Sulla superficie ghiacciata transitano a piedi ed in bicicletta moltissime persone.
Ieri un audace automobilista, certo Germano Dolanni,
si è spinto colla sua sua macchina sino al pontile di San Feliciano destando in tutti enorme curiosità.

LA STAMPA 19 FEBBRAIO 1929 – LA LINEA BELGRADO ZAGABRIA SEPOLTA DALLA NEVE

Belgrado 19/02/1929

Durante la scorsa notte hanno imperversato tormente di neve che hanno seppellito
le linee ferroviarie Belgrado – Zagabria, e Belgrado – Nisch,
arrecando pertanto nuove difficoltà alle comunicazioni.

LA STAMPA 20 FEBBRAIO 1929 – 43 GRADI SOTTO LO ZERO



Mosca 20/02/1929

Siamo arrivati a 43 gradi sotto lo zero.
Temperature così basse nella Russia Europea non venivano registrate da parecchie decine d’anni.
Alcuni affermano che bisogna risalire all’epoca dell’invasione napoleonica
e della sua disastrosa ritirata, per ritrovare un freddo simile o quasi.
Ed, invero, con 43 gradi sotto lo zero, il nostro pensiero spontaneo si rifà a Bonaparte e agli
orrori di quelle terribili giornate di Mosca e della Beresina, che dovevano segnare il principio della sua tragedia.
Contro simili attacchi della natura, l’uomo non poteva che soccombere.
Ma i buoni moscoviti che serbano nella memoria dei 40 gradi sotto zero di circa un
secolo fa, ora se la prendono con i meteorologi.
I poveri meteorologi secondo i moscoviti questi non l’imbroccherebbero mai,
onde il tempo sarebbe sempre il contrario di quello previsto dai fallaci strumenti
di questi scienziati.
Ma il fatto di sbagliarla sarebbe il meno, perché il grave consiste consiste
in un altro fatto di natura molto più seria:
i moscoviti attribuirebbero ai poveri meteorologi la terribile negativa virtù
-facciamo i debiti scongiuri – della jettatura.

LA STAMPA 20 FEBBRAIO 1929 – IL GHIACCIO NEL DESERTO

Cairo 20/02/1929

Un ondata di freddo ha raggiunto il deserto fra Marsa Matruh e l’oasi di Siwa.
Il deserto in quel punto è stato coperto dal ghiaccio dopo un abbondante pioggia.
La città del cairo gode invece del più bel sole.

LA STAMPA 20 FEBBRAIO 1929 – IN AUSTRIA SI RISCHIANO INONDAZIONI PER IL DISGELO, ALTISSIMI COSTI PER IL FREDDO

INONDAZIONI MINACCIATE DAL DISGELO IN AUSTRIA
QUANTO E’ COSTATO IL FREDDO: 185 MILIONI

Vienna 20/02/1929


Il tempo rimane mutevole e perciò le preoccupazioni nutrite nei giorni scorsi
in fatto di rifornimento di carbone non sono ancora scomparse.
Se a Vienna l’aumento della temperatura minaccia di determinare
una catastrofica liquefazione della neve ed a fare sorgere il pericolo che i ghiacci
del Danubio sciogliendosi provochino inondazioni su lunghi tratti,
dalla Cieco Slovacchia telegrafano che il movimento ferroviario
è tutt’altro che normale e su molti punti può svolgersi soltanto su di un binario.
Le officine elettriche ed i gasometri viennesi difettano di carbone in allarmante misura.
Anche gli stabilimenti industriali sono in condizioni criticissime.
Il freddo intenso però si fa ancora sentire nelle regioni montuose e numerosissimi
branchi di lupi affamati si spingono fin presso i centri abitati facendo anche qualche vittima.

LA STAMPA 20 FEBBRAIO 1929 – NUOVA ONDATA DI GELO IN PRUSSIA, I CAMION SUL MARE GHIACCIATO

NUOVA ONDATA DI GELO IN PRUSSIA
GLI ISOLANI DEL BALTICO SENZA VIVERI – IL MARE ATTRAVERSATO IN CAMION

Berlino 20/02/1929
Nelle prime ore di questa mattina e per l’intera giornata su tutta la Germania Settentrionale si è rovesciata
una nuova ondata di freddo proveniente come quella di otto giorni fa dalla Russia.
Il termometro che ieri sera a Berlino si era tenuto quasi sempre all’incirca sui cinque gradi sotto lo zero,
è sceso la notte scorsa fino ai dodici gradi per risalire in giornata fino ai nove gradi sotto lo zero,
e nelle prime ore di questa notte è già sceso fino ai quindi gradi sotto lo zero.
Anche questa nella parte settentrionale della Germania e specialmente nella Prussia Orientale,
si segnalano le più basse temperature generalmente inferiori ai venti gradi sotto zero.
Da tutte le parti vengono segnalate gravi interruzioni nei servizi pubblici,
i soliti ritardi ferroviari e soprattutto difficoltà sempre crescenti per l’approvvigionamento
dell’acqua nelle case.
Le condutture sono difatti tutte ghiacciate e in alcune parti anche di Berlino,
l’acqua è diventata una assoluta rarità tanto da venire razionata e venduta a litri per le strade.
Le previsioni meteorologiche ritengono unanimemente che per il momento non c’è nessuna speranza
di miglioramento.
Le regioni più duramente colpite dal freddo intenso è conseguentemente dal ghiaccio,
sono le coste del mar Baltico e del Mare del Nord.
Continuano ad essere segnalati moltissimi bastimenti rimasti prigionieri del ghiaccio
ed i due incrociatori che hanno operato finora diversi salvataggi non sono in grado
di riprendere il mare sia per le avarie riportate durante i primi salvataggi,
sia perché non sono assolutamente in grado di spezzare il ghiaccio fortissimo che sbarra loro il cammino.
In una condizione difficilissima si trovano gli abitanti delle isole del mare Baltico e del mare del Nord che
non hanno più alcuna comunicazione con la terra ferma essendo i bracci di mare che li separano da questa,
completamente ghiacciati.
La popolazione comincia a soffrire gravemente per la mancanza di viveri e di carbone,
e già quest’oggi è stato organizzato un servizio di approvvigionamento con gli aeroplani
per portare i primi soccorsi ai casi più urgenti.
Alcuni tratti di mare presentano un ghiaccio talmente spesso che dei pesantissimi camion
possono procedere su di esso senza la minima difficoltà di modo che anche questo mezzo.

LA STAMPA 20 FEBBRAIO 1929 – NEL FERRARESE SI BALLA SUL PO GHIACCIATO, NON ACCADEVA DAL 1879

SI BALLA SUI GHIACCI DEL PO

Ferrara 20/02/1929

Nel pomeriggio di ieri presso il paese di Occhiobello, si è svolta una festa danzante sui ghiacci del Po.
L’avvenimento eccezionalissimo è stato il bis di altre danze consimili svoltesi nel dicembre 1879
a Pontelagoscuro ed a Polesella.
In quest’ultima località, anzi, il ghiaccio si inabissò un ora circa dopo il termine della festa.
La festa di ieri aveva richiamato sul posto una grande folla.
Alcuni rivenditori di dolciumi si erano portati sul fiume coi carretti della loro mercanzia.
Varie centinaia di persone hanno attraversato il Po dalla sponda veneta a quella ferrarese a piedi.
Il primo a passare, per provare la resistenza del ghiaccio è stato il podestà del comune.
Lo spettacolo però sta volgendo al termine perché la temperatura si è fatta più mite.

LA STAMPA 21 FEBBRAIO 1929 – GRAVI INONDAZIONI NEI BALCANI, DANNI PER CENTINAIA DI MILIONI



L’INVERNO
GRAVI INONDAZIONI NEI BALCANI
CENTINAIA DI MILIONI DI DANNI

Atene 21/02/1929

Le notizie che giungono sulle inondazioni in Tracia e nella Macedonia greca provocate dallo straripamento
del Vardar, dello Strimone, del Nesto e della Maritza fanno apparire la catastrofe molto più grave
di quella che non sembrasse in un primo tempo.
Numerosi villaggi della valle dello Strimone e particolarmente quelli fondati
dai profughi greci dell’Asia Minore con l’aiuto finanziario del governo mercè prestiti speciali
emessi allo scopo sono stati completamente invasi dalle acque.
Ponti ferroviari e strade sono state completamente distrutti.
La furia delle ha travolto depositi alimentari e magazzini militari di farina
rendendo perciò molto difficile l’approvvigionamento per le popolazioni.
Secondo calcoli approssimativi nella pianura dello Strimone 10 mila ettari sono sotto l’acqua.
Danni particolarmente gravi ha avuto la città di Cavalba
ove i quartieri dei profughi e molti magazzini pieni di merci sono stati invasi dalle acque.
I danni sono calcolati a vari milioni.
Ieri due aeroplani hanno potuto far cadere qualche sacco di viveri in alcuni villaggi
ma le provviste pervenute con questo mezzo agli abitanti non sono certo sufficienti per i molteplici bisogni.
Il numero dei capi di bestiame perito è incalcolabile.
Anche nel Peloponneso e nella Tessaglia si segnalano inondazioni.
E’ impossibile finora fare un compatto complessivo dei danni, i quali però
raggiungono certe varie centinaia di milioni di dracme.
Il governo ha preso d’urgenza tutte le misure per venire in aiuto dei danneggiati.

LA STAMPA 21 FEBBRAIO 1929 – CINQUE RAGAZZI ANNEGATI NELL’ADIGE

Adria 21/02/1929

Giunge notizia da Anguillara Veneta che mentre un gruppo di ragazzetti
si divertiva ad attraversare il fiume Adige, gelato, cinque di questi compresi
due fratelli, per un improvviso squarcio apertosi nel ghiaccio,
furono inghiottiti dall’acqua, affogando sotto il crostone.

LA STAMPA 21 FEBBRAIO 1929 – ASSIDERATI DAL FREDDO A TORTONA

Tortona 21/02/1929

Si debbono lamentare altri due casi di assideramento.
Sulla statale Sarezzano – Tortona alcuni contadini hanno trovato morto un vecchio mendicante.
Nei pressi di Tortona, sulla neve è stato trovato assiderato il contadino Giovanni Zanna da Torriglia.
Il disgraziato era stato sorpreso da malore ed era caduto svenuto.
Il gelo della notte ha provocato la morte.

LA STAMPA 21 FEBBRAIO 1929 – LA TEMPERATURA SI E’ MITIGATA IN TRENTINO

TEMPERATURA MITIGATA NEL TRENTINO

Trento 21/02/1929

Il freddo si è molto mitigato e il termometro ha segnato anche oggi alcuni gradi sopra lo zero
nelle ore diurne, mentre durante la notte la temperatura minima è stata di tre gradi sotto zero.
L’Adige che era ghiacciato in più punti si è quasi dovunque sgelato.
Invece i laghetti alpestri e le cascate permangono ghiacciate.

LA STAMPA 21 FEBBRAIO 1929 – PRIMAVERA IN ALTA VALLE D’AOSTA

PRIMAVERA IN ALTA VALLE D’AOSTA

Aosta 21/02/1929

Dopo l’eccessiva ondata di freddo il clima, in tutta la valle si è fatto mite.
Nei paesi di montagna la neve sta man mano sciogliendosi e le giornate si sono fatte quasi primaverili.

LA STAMPA 23 FEBBRAIO 1929 – TRENTA GRADI SOTTO LO ZERO IN BOSNIA



L’INVERNO
IL CICLONE SUI BALCANI
30 GRADI SOTTO ZERO IN BOSNIA

Belgrado 23/02/1929
L’ondata di freddo che imperversa su tutta la Jugoslavia e che si sperava si sarebbe attenuata,
continua a manifestarsi con intensità.
La temperatura si mantiene dovunque sotto zero,
anche nel litorale adriatico dove sono stati registrati 5 gradi sotto zero a Spalato e 2 sotto zero a Ragusa.
Nelle altre città e località il termometro ha subito degli sbalzi ancora più notevoli.
Stamane infatti la temperatura a Belgrado e discesa a 17 gradi sotto zero,
a Zagabria 18 gradi sotto lo zero, a Kraguyeva e a Sarajevo 30 gradi sotto lo zero.
Questo straordinario periodo invernale provoca, come è comprensibile,
numerosi danni al servizio ferroviario e alle comunicazioni cosicchè gli orari dei treni
continuano ad essere mantenuti in limite ridotto.
Gli approvvigionamenti scarseggiano in maniera sempre più preoccupante e la penuria
di combustibile si fa risentire in modo gravissimo specialmente nelle città.

LA STAMPA 23 FEBBRAIO 1929 – A GRATZ ESPLOSE UN MILIONE DI BOTTIGLIE DI VERNICE PER IL GELO

UN MILIONE DI BOTTIGLIE DI VERNICE SCOPPIANO A GRATZ CENTINAIA DI PERSONE DIPINTE

Gratz 23/02/1929

L’intensissimo freddo ha provocato lo scoppio di un deposito di bottiglie contenenti vernici.
Ben presto lo scoppio si è propagato a tutte le bottiglie che erano ammonticchiate
nel vastissimo deposito, circa un milione.
Il fragore dello scoppio è stato così formidabile che tutti coloro che abitano nei dintorni
del deposito di vernici hanno creduto trattarsi nientemeno che di un terremoto
e si sono riversati nelle strade anche semivestiti.
Poiché la vernice era sprizzata dovunque e le strade prossime al luogo dello scoppio
erano pressoché allagate si può immaginare in che stato parecchie
centinaia di persone si erano ridotte in pochi minuti.
Molti sembravano appena usciti da un bagno nella vernice,
altri avevano gli abiti e il viso cosparsi dai più vari colori.

LA STAMPA 23 FEBBRAIO 1929 – SITUAZIONE CRITICA IN GRECIA

Atene 23/02/1929

Da stamane il freddo è divenuto molto più intenso in tutta la Grecia.
A Calavryta, nel Peloponneso, la neve ha raggiunto due metri e mezzo di altezza.
Le linee telegrafiche sono quasi ovunque distrutte.

LA STAMPA 23 FEBBRAIO 1929 – NEL CENTRO ITALIA, LINEE INTERROTTE PER IL GELO E LA NEVE

Roma 23/02/1929

La bufera di vento e neve si è spostata verso gli Abruzzi e le Puglie.
Il servizio ferroviario è stato ostacolato nei tratti più alti ed esposti delle linee,
per forti cumuli di neve di struttura granulare, provocati dal vento e dal gelo,
che hanno causato qualche temporanea interruzione.
Sulla Avezzano – Sulmona presso la stazione di Carrito che è la più elevata
della linea, 900 metri sul livello del mare, alle 17 di ieri giovedì,
è rimasto incagliato il treno accelerato per Roma,
i viaggiatori hanno potuto profittare di un treno speciale per fare ritorno a Sulmona.
La linea è tuttora interrotta, sarà riattivata in giornata.
La linea Sulmona Caianello è rimasta interrotta, in seguito allo svio di un carro spartineve,
verificatosi nel pomeriggio di ieri presso la stazione di Alfedena, che è ad 878 di metri di altezza sul mare.
Sulla Termoli Campobasso, tra Bonefro e Campolieto, la neve accumulata dal vento
ha ieri raggiunto 4 metri di altezza.
Sulla Foggia Potenza, tra le stazioni di Barile e Rionero, la neve ha raggiunto i tre metri,
provocando l’incaglio dello spartineve in circolazione, che con successivo treno di soccorso
è stato liberato poco dopo il mezzogiorno.
La linea sarà ristabilita entro oggi.
Il treno proveniente da Castellammare Adriatico che doveva giungere colà alle ore 18
è rimasto bloccato dalla tormenta a qualche chilometro dalla stazione di Pescina.
Così pure un treno merci è rimasto bloccato lungo il tronco ferroviario tra le stazioni
di Collarmele e Pescina.
Per la grande quantità di neve e per la violenza della tormenta sono deviati sette carri del treno merci.
Appena avvertita la stazione di Avezzano è stato subito provveduto per la formazione
di treni di soccorso il primo dei quali è partito all’una di questa notte con un centinaio di operai.
Il secondo treno di soccorso è partito stamane alle 4 con 44 ferrovieri avventizi e 60 militi della 132° Legione
Un terzo treno di soccorso è partito stamane alle otto con viveri e provviste.
le comunicazioni sono ancora interrotte, però si lavora alacremente allo sgombero della linea.
Sul posto vi sono oltre seicento operai, i treni dal lato di Sulmona arrivano fino alla stazione
di Ortona e dal lato di Avezzano fino alla stazione di Collarmele.

LA STAMPA 23 FEBBRAIO 1929 – TORNA IL FREDDO INTENSO IN TRENTINO

RIPRESA DEL FREDDO NEL TRENTINO

Trento 23/02/1929

Dopo cinque giorni di temperatura relativamente mite che ha segnato nelle ore diurne alcuni gradi sopra zero, il freddo ha fatto stamane una nuova comparsa facendo scendere il termometro,
in città, fino a nove gradi sotto zero, mentre nelle valli sono registrate temperature ancora più rigide,
variabili tra i dodici e in venti gradi sotto lo zero.
I corsi d’acqua e le cascate che avevano iniziato lentamente a Sgelarsi nelle ore del sole,
si sono nuovamente ricoperti di un fitto e solido strato di ghiaccio.
In Valle di Non è stata rinvenuta assiderata, nei pressi del villaggio di Rallo, certa Maria Tolotti.
La disgraziata venne ricoverata all’ospedale di Cles dove i medici, constata la gravità dell’assideramento,
dovranno amputarle una gamba.

LA STAMPA 23 FEBBRAIO 1929 – NUOVA ONDATA GELIDA IN VENETO

L’ONDATA NEL VENETO

Udine 23/02/1929

Vengono segnalati parecchi casi di assideramento nella provincia provocati
da un improvviso rincrudimento del freddo.
Ieri il termometro è sceso a 7 gradi sotto lo zero e oggi -9.5.
Fuori porta sono stati superati i dieci gradi sotto zero.

LA STAMPA 24 FEBBRAIO 1929 – BUFERE DI NEVE AL CENTRO SUD, LOCOMOTIVE ROVESCIATE

L’ondata di freddo nell’Italia Meridionale

L’ONDATA DI FREDDO NELL’ITALIA MERIDIONALE

BUFERE DI NEVE – LOCOMOTIVE ROVESCIATE

Napoli 24/02/1929

La nuova e forse non ultima ondata di freddo ha causato notevoli danni in quasi tutte provincie
del Mezzogiorno d’Italia.
Da Benevento, da Campobasso, da Potenza e da vari paesi del Sannio e del Molise
giungono notizie della eccezionale violenza del maltempo, che ha, fra l’altro,
causato gravi danni all’agricoltura.
Nel Sannio e nel Molise le abbondanti e continue nevicate di questi giorni hanno interrotto
alcune linee ferroviarie.
Sulla Campobasso – Termoli alcuni treni viaggiatori sono rimasti bloccati dalla neve
e sono giunti a destinazione con notevole ritardo.
Tutti i treni della linea sono stati poi costretti a rientrare nel deposito di Termoli,
per l’assoluta impraticabilità dei binari, sui quali la neve è caduta copiosamente
per tre giorni consecutivi.
Le Ferrovie dello Stato hanno svolto un opera intensiva per riattivare le comunicazioni.
La situazione appare più grave sulla linea Isernia – Sulmona, che più delle altre è bloccata dalla neve.
Le comunicazioni ferroviarie fra il Molise e gli Abruzzi sono infatti completamente interrotte.
Alcune locomotive spartineve, sotto le furiose raffiche della bufera e a causa della neve
altissima che ingombrava i binari, si sono rovesciate.
Per fortuna non si hanno a deplorare vittime.
La violentissima tormenta di neve ha causato danni anche alle linee telegrafiche e telefoniche.
Le comunicazioni con Bari, con Benevento, con Potenza, con la Sicilia e con le isole dell’arcipelago napoletano sono attualmente interrotte.
Numerosi pali della rete aerea, sotto l’imperversare della bufera, si sono abbattuti.
Particolarmente grave è la situazione in alcuni paesi rimasti bloccati dalla neve da vari giorni.
Il comune di Baselice (Benevento) da ben dieci giorni è isolato essendo tutte le strade
di accesso al paese assolutamente impraticabili.
Il Prefetto di Benevento ha provveduto ad organizzare delle spedizioni di soccorso inviando
alcuni autocarri con viveri e combustibile.
Nello stesso tempo, centinaia di operai e di volenterosi lavorano incessantemente
a liberare la strada carrozzabile.
Sono stati inviati anche dei treni speciali di soccorso da Napoli, da Foggia e da Benevento.
A San Nazzaro nel Sannio le nevicate si susseguono continuamente da alcuni giorni
paralizzando il traffico con i vicini centri commerciali.
San Lorenzo Maggiore e San Lupo in provincia di Benevento sono rimasti bloccati dalla neve
per tre giorni e il servizio postale ha subito e subisce notevoli ritardi.
A Monte Sant’angelo la neve continua a cadere ininterrottamente
raggiungendo un’altezza di oltre un metro e per conseguenza il freddo è disceso a vari gradi sotto lo zero.
A Sansosti in Calabria impetuose e travolgenti bufere hanno imperversato per due giorni.
Il gelo intensissimo ha causato danni all’agricoltura.
A Muro Lucano, in provincia di Potenza le raffiche di vento e di neve
hanno raggiunto una violenza eccezionale e la temperatura è discesa a 7 gradi sotto lo zero.
Sulla linea Foggia – Potenza, la neve ha raggiunto i tre metri,
provocando l’incaglio di uno spartineve il quale è stato liberato soltanto
dopo alcune ore di difficoltoso lavoro.
Sulla linea Avellino – Sulmona, il cui livello è di 900 metri sul mare,
ieri un treno accelerato diretto a Roma rimase incagliato e i viaggiatori
dovettero operare il trasporto.
In alcuni punti della linea la neve ha raggiunto anche uno spessore di ben quattro metri.

LA STAMPA 24 FEBBRAIO 1929 – BUFERE DI NEVE IN GRECIA, 32 GRADI SOTTO LO ZERO IN BULGARIA

LA GRECIA SOTTO LA BUFERA DI NEVE
32 GRADI SOTTO LO ZERO IN BULGARIA


Atene 24/02/1929

Su tutta la penisola Ellenica si è scatenata una furiosa tempesta di neve.
Il freddo è divenuto più rigido.
Atene è tutta ricoperta di uno strato nevoso.
Parecchi villaggi sono isolati ed in alcuni mancano i viveri.
Ad Atene è stata ordinata la chiusura delle scuole per cinque giorni.
L’opera di soccorso continua attivamente e la sottoscrizione nazionale
procede con grande slancio.
Sono stati sottoscritti in questi primi giorni cinque milioni e mezzo di Dracme.
Il Presidente del Consiglio, la signora Venizelos ed un altro membro della famiglia,
hanno sottoscritto per 500.000 dracme.
La Banca Nazionale ha offerto un milione.
Un’ondata di freddo si è nuovamente su tutta la Bulgaria,
in alcune località il termometro segna 32 gradi sotto lo zero.
Da Rustelnk viene segnalato lo strano fenomeno della caduta

LA STAMPA 24 FEBBRAIO 1929 – UN “CICLONE” A SAPRI

UN CICLONE A SAPRI

Sapri 24/02/1929

Un vento impetuoso, che aveva imperversato tutta la notte con raffiche di neve e pioggia,
verso le 10.30 divenne addirittura ciclone.
La bufera assunse forme devastatrici tanto che la popolazione fu invasa da terrore e
le campane suonarono a distesa per molto tempo.
I tetti hanno sofferto danni rilevanti.
Nelle campagne piante di ulivo sono state divelte ed abbattute.
I danni calcolati approssimativamente sorpassano di molto le 200 mila lire.

LA STAMPA 1 MARZO 1929 – FORTI NEVICATE A BIELLA E NEL BIELLESE, FINO A UN METRO DI NEVE IN MONTAGNA

BIELLA

Il cattivo tempo ha improvvisamente ripreso in tutto il biellese.

Una nevicata abbondante ha cominciato a cadere dalle prime ore di stamane.

In città la neve pur cadendo fittissima e copiosa si è sciolta abbondantemente sul selciato, per poi raggiungere un altezza di quindici centimetri.

Nell’alto biellese la neve ha trovato un terreno gelato ed ha, in certi punti, superato il metro d’altezza.

Ad Oropa è nevicato tutto il giorno e a tarda sera la neve continua a cadere fitta ed ha superato i trenta centimetri di altezza.

Si lamentano danni alle linee telefoniche aeree e alle condutture di energia elettrica.

LA STAMPA 1 MARZO 1929 – FORTI NEVICATE NEL CUNEESE, OLTRE 40 CENTIMETRI A CUNEO

CUNEO

La neve, dopo un lungo periodo di bel tempo, ha fatto di nuovo la sua apparizione accompagnata da un vento vorticoso e gelido: alle 23 essa aveva già raggiunto l’altezza di 40 centimetri in città e di mezzo metro nelle Valli vicine.

Sono segnalati ritardi nei treni in arrivo a Cuneo.

Le comunicazioni tranviarie ed automobilistiche sono seriamente ostacolate, sebbene sulle strade di maggiore traffico passino continuamente gli spartineve e per le vie della città squadre di manovali attendano a fare passaggi.

LA STAMPA 1 MARZO 1929 – NEVE A PINEROLO E NEL PINEROLESE, NEVE ABBONDANTE NELLE VALLATE

La temperatura ripiomba nel più crudo inverno.

Il termometro è ridisceso stanotte ad alcuni gradi sotto lo zero.

Da mezzodì cade la neve, senza sosta.

Le strade sono ricoperte da un candido tappeto alto alcuni centimetri.

Anche dai paesi vicini, e specialmente dalle vallate, giunge notizia di abbondanti nevicate.

LA STAMPA 2 MARZO 1929 – FORTI DANNI IN TOSCANA

FIRENZE Dopo alcuni giorni di normale temperatura, il freddo è sceso ancora una volta sotto lo zero.

Un vento ghiacciato soffia con sensibile violenza ed i danni causati dal rigore della temperatura si fanno sensibili.

La cattedra ambulante di agricoltura di Pstoia ha fatto una indagine in merito ai danneggiamenti subiti dalla orticoltura nel Pistoiese, ed è venuta alla conclusione che ssi, possono essere calcolati in tre milioni.

In conseguenza di questi ingenti danni, i proprietari di piante da vivaio, riuniti in assemblea, hanno formulato un voto alle superiori autorità  inteso ad ottenere sgravi fiscali.

Colpi di vento impetuosi hanno prodotto dissesti alla linea primaria della trazione elettrica in specie sulla linea porrettana; tra Montepascali ed Alberese molti pali telegrafici ed alcuni alberi sono stati abbattuti dal vento sui binari di corsa.

I treni notturni della Marremmana e quelli della linea Bologna – Firenze dovettero procedere con speciali precauzioni, hanno avuto sensibili ritardi.

La circolazione sarà tra breve normalmente ristabilita.

LA STAMPA 2 MARZO 1929 – ANCORA VITTIME IN TRENTINO, FREDDO E NEVICATE ABBONDANTI, LAGHI NUOVAMENTE GHIACCIATI

TRENTO

Giunge notizia dai paesi di Tuenno in valle di non che sulla strada provinciale è stata rinvenuta, priva di sensi e colpita da grave assideramento, la contadina Maria Toller.

La poveretta, trasportata all’ospedale, moriva poco dopo in seguito a congelamento degli arti.

A Lasa in Val Venosta, il Mugnaio Carlo Daniel, sdrucciolando sul ghiaccio, riportava la frattura di ambedue le gambe.

Dopo alcune giornate di temperatura mite, in cui si era iniziato il disgelo, il freddo ha fatto di nuovo la sua comparsa nelle valli dove ieri sono cadute copiose nevicate.

A Tesero e in altre località della valle di Fiemme, il termometro è sceso sotto zero e la neve è caduta abbondante per tutta la giornata.

Anche nella zona delle Dolomiti, in Val di Sole e sugli altipiani è nevicato abbondantemente, i laghetti alpestri che avevano cominciato lentamente a sgelarsi si sono nuovamente ricoperti di un fitto e solido strato di ghiaccio.

LA STAMPA 2 MARZO 1929 – IL TERRIBILE INVERNO ALBANESE

L’agenzia Dides ha da Sentari di Abania che il freddo rigidissimo di questo straordinario inverno continua a fare terribilmente soffrire gli abitanti poveri delle montagne albanesi.

Coloro che riescono a scendere dai monti sono ridotti in uno stato compassionevole.

Parecchi purtroppo sono coloro che sono morti di freddo, di fame o sono strati sbranati dai lupi affamati.

DIFFICOLTA’ DEGLI APPROVIGIONAMENTI IN AUSTRIA, TRE VITTIME DI UNA VALANGA

VIENNA

Abbiamo una nuova ondata di freddo e nuovi turbamenti nelle comunicazioni ferroviarie con gravi conseguenze anzitutto per gli approvigionamenti di carbone.

I treni di carbone giunti ieri sono stati pochissimi e in numero assai inferiore all’indispensabile.

Forti nevicate hanno impedito la partenza da Budapest dei diretti per Vienna.

Un treno che nel pomeriggio di ieri aveva lasciato la capitale ungherese, giunto alal frontiera dovette tornarsene indietro.

Per domani si prevede che il freddo aumenterà di intensità.

Però fra qualche giorno il termometro, secondo i meteorologi, dovrebbe salire.

Nei dintorni di Linz una valanga ha travolto tre persone.

LA STAMPA 3 MARZO 1929 – TRIESTE FLAGELLATA DALLA BORA A 150KM/H



TRIESTE

La bora che da due giorni continua a scatenarsi con violenza inaudita ha raggiunto l’impressionante velocità di 150 chilometri orari.

La cronaca registra numerosi incidenti sia in mare che nelle vie più esposte dove il transito è divenuto quasi impossibile e non si contano le persone atterrate e ferite da tegole o gettate contro le case.

Numerosi tetti, cornicioni e camini sono rovinati, abbattuti e crollati.

Il vento che ha pure sradicato alberi, pali telegrafici e telefonici ha rovesciato durante la sua corsa un carrozzone del tram con tutti i passeggeri dopo averlo strappato dalla motrice; per fortuna non si hanno a deplorare che due feriti leggeri.

I treni arrivano con notevoli ritardi e quelli della linea Trieste – Parenzo hanno sospeso le corse.

E’ stato pure sospeso il traffico aereo e marittimo.

La violenza della bora ha scoperchiato tra l’altro vari metri quadrati della tettoia della stazione ferroviaria di campo marzioM ha rovesciato parecchie automobili, una delle quali ha avuto il tetto addirittura asportato.

Il mare è agitatissimo.

E’ affondata una barca da palombari del genio civile.

I rimorchiatori della capitaneria di porto hanno soccorso piroscafi pericolanti e i vigili del fuoco hanno domato alcuni incendi e continuano a puntellare punti pericolanti.

LA STAMPA 3 MARZO 1929 – BORA VIOLENTISSIMA A FIUME IN ISTRIA

FIUME

Siamo al terzo giorno di una violentissima bora che si è iniziata a 90 chilometri all’ora e ha sorpassato i 127, limite non riscontrato da molti anni.

Molti inizi d’incendio, causati da camini, vennero soffocati dai pompieri.

Diverse case sono state scoperchiate, specialmente nei sobborghi; innumerevoli sono gli alberi stroncati.

Si lamentano cadute di molte persone.

Le comunicazioni telegrafiche sono interrotte.

LA STAMPA 3 MARZO 1929 – VALANGHE IN CARNIA

BELLUNO

Cadono nella provincia molte valanghe.

La strada di Longarone che conduce a Forno di Zoldo è ostruita.

La società automobilista che fa servizio di corriere deve far trasbordare i passeggeri.

Ieri in località Villanova si procedeva appunto a tale trasbordo quando una valanga investì la famiglia di certo Valentino Cercena di anni  40, da Forno di Zoldo.

LA STAMPA 3 MARZO 1929 – BASSE TEMPERATURE NEL BIELLESE – TRENTA GRADI SOTTO LO ZERO

BIELLA

Il cattivo tempo ha portato in tutta la regione biellese, ltre la neve, una nuova ondata di freddo.

Nelle vallate sono state registrate minime di 30 gradi sotto lo zero;

LA STAMPA 3 MARZO 1929 – FREDDO INTENSO IN RIVIERA

SAVONA

Siamo ripiombati in un periodo di freddo intenso.

Il termometro è nuovamente sceso sotto lo zero.

Da due giorni soffia costantemente e impetuosamente un vento gelido.

Sulle alture degli appennini è ridiscesa la neve.

Il ritorno del freddo eccezionale aggrava i danni già assai rilevanti che il gelo di questo inverno ha causato lungo la nostra Riviera particolarmente alle germinazioni e ai fiori.

LA STAMPA 3 MARZO 1929 – PIOGGIA DI TEGOLE A PADOVA

PADOVA

La bora che soffia impetuosa da ieri nella nostra città ha causato qualche danno, scardinando finestre, facendo cadere una pioggia di tegole.

In vari orti della nostra città sono stare sradicate piante.

Nessuna conseguenza però si è avuta per le persone.

LA STAMPA 3 MARZO 1929 – TRENI FERMATI IN TESSAGLIA

ATENE

La vettura Atene – Budapest dell’Orient Express, partito da qui l’altro ieri, è rimasta bloccata tra Larissa e Salonicco da inondazioni le quali diventano sempre più gravi dato che sull’Olimpo la neve si scioglie rapidamente.

Le inondazioni hanno causato danni in tutta la Macedonia Ellenica.

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Meteo Sincero

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