Lanciare tempestivamente l’allerta in caso di alluvioni e monitorare in tempo reale le relative situazioni di emergenza per salvare vite ed evitare danni a immobili, infrastrutture e ambiente. E’ l’obiettivo di Imprints, WeSenseIt e UrbanFlood, tre progetti finanziati dall’Unione europea per un totale di undici milioni di euro (a due dei quali partecipa anche l’Italia) che hanno messo a punto “sistemi unici di previsione e allerta” spiega la Ue.
Maire Geoghegan-Quinn, Commissaria per la ricerca, l’innovazione e la scienza, ha rilevato che “l’Ue continua ad investire nella ricerca e nell’innovazione finalizzate alla prevenzione e alla gestione delle inondazioni. Nostro obiettivo è aiutare i governi ad adottare misure adeguate e coordinate per ridurre questo rischio e proteggere i loro cittadini”.
La prevenzione e la gestione delle inondazioni sono al centro del progetto Imprints, “che ha sviluppato una piattaforma di allerta precoce in grado di ridurre a circa due ore, o anche meno, i tempi di reazione a piene improvvise” sottolinea l’Ue aggiungendo che “si basa su previsioni più accurate delle precipitazioni. Il software è in grado di prevedere i flussi d’acqua a livello del suolo e di fornire un sistema completo di allerta precoce per le inondazioni improvvise, la quantità di detriti che esse possono trasportare e i danni potenziali alle infrastrutture locali.
Il progetto ‘WeSenseIt’, che si concluderà nel settembre 2016, “fa leva sulla capacità di osservazione umana”. I cittadini, spiega Bruxelles, fanno misurazioni con nuove applicazioni, attualmente in via di sviluppo nell’ambito del progetto, e inviano informazioni e immagini tramite il telefono cellulare. Le nuove tecnologie e i nuovi approcci sono attualmente testati in Italia (grazie al partenariato con l’azienda Quinary e con l’Autorità di bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave, Brenta-Bacchiglione), nei Paesi Bassi e nel Regno Unito. “Abbiamo sviluppato applicazioni per dispositivi mobili che consentono alle guardie fluviali nel Regno Unito, mentre percorrono le rive, di fare foto taggate con indicazioni o osservazioni se ritengono di aver notato qualcosa di preoccupante”, spiega il coordinatore del progetto Fabio Ciravegna dell’Università di Sheffield. Le dighe, gli argini e le rive dei fiumi sono a rischio durante un’inondazione.
Il progetto UrbanFlood ha messo a punto sensori e tecnologia correlata per monitorare gli argini di protezione dalle piene e lanciare un’allerta precoce in caso di rischi di cedimento. I sensori sotterranei controllano lo stato degli argini e rilevano qualsiasi cambiamento a livello delle acque e altri fattori, quali temperatura, umidità e movimenti di terra. Informazioni che sono poi analizzate dal “software di modellizzazione del progetto, che può far scattare un allarme. Il software calcola la velocità con cui il sito sarà allagato in caso di cedimento e suggerisce persino i modi migliori per trasferire i cittadini in aree più sicure”.
Fonte: Ansa.it