Ambiente, territorio & dissesti — 14 Giugno 2013

Misure 2013 di INNEVAMENTO al ghiacciaio Ciardoney: forte accumulo grazie alle nevicate di primavera

SMI Redazione Nimbus – 14 giugno 2013

Il 12 giugno 2013 gli operatori della Società Meteorologica Italiana hanno eseguito le consuete misure di accumulo nevoso stagionale e il controllo della stazione meteorologica automatica al Ghiacciaio Ciardoney (Gran Paradiso).
Come sempre, IREN Energia ed Ente Parco Nazionale Gran Paradiso hanno contribuito in modo fondamentale alla logistica della missione, inoltre le operazioni sono state riprese da un’équipe della sede RAI di Torino.


 

 

12.06.2013: in discesa verso la fronte del ghiacciaio Ciardoney,
ricoperta da spessori nevosi variabili tra 380 e 500 cm.
Siamo al culmine della stagione di accumulo (l’ultima nevicata dell’8-9 giugno ha ancora deposto mezzo metro di neve fresca sul ghiacciaio) e l’aumento termico degli ultimi giorni ha dato ormai avvio alla stagione di fusione, come dimostra il piccolo specchio d’acqua
sul pianoro frontale.

Al termine di una primavera straordinariamente ricca di precipitazioni, il ghiacciaio era coperto da un manto nevoso di notevole spessore, variabile tra i 320 cm misurati al sito n. 6 (circa 2950 m) e i 550 cm del sito n. 1 (circa 3100 m, Colle Ciardoney).

Le frequenti e intense nevicate giunte con episodi di sbarramento da Sud, e occorse in particolare dalla metà di aprile 2013, hanno permesso in poche settimane di colmare ampiamente il relativo deficit di innevamento che si era protratto per gran parte dell’inverno sulle medie e basse valli comprese tra il Monviso e la Valle d’Aosta sud-orientale, zone rimaste in ombra pluviometrica durante le perturbazioni provenienti da Ovest / Sud-Ovest, prevalenti tra dicembre 2012 e marzo 2013.



Ore 08.30: arrivo al Colle Ciardoney elitrasportati dalla ditta Airstarelicotteri.
Siamo sul settore più elevato del ghiacciaio (3100 m), sullo spartiacque Orco-Soana,
dove si trova il punto di misura n. 1.

Ore 08.30: arrivo al Colle Ciardoney. Il cielo è sereno salvo sottili velature di cirri trasportate da venti tesi da Nord-Ovest in quota. E proprio grazie al flusso nord-occidentale e all’aria asciutta, lo sviluppo diurno di cumuli è assai modesto, e la visibilità resta ottima durante le operazioni. Lo strato superficiale del manto nevoso è costituito dai 40-50 cm di neve fresca caduti tra sabato 8 e domenica 9 giugno.



Le frequenti e abbondanti nevicate della primavera 2013, avvenute con venti intorno Sud/Sud-Est, hanno determinato la formazione di imponenti “cornici”, spesse almeno
5 m e aggettanti verso Nord sulle creste sovrastanti il Colle Ciardoney. Coerentemente con i dati rilevati sul ghiacciaio, formazioni di questa entità erano state osservate anche a fine primavera 2001 e 2009.

La missione è stata l’occasione per proseguire i test con il nuovo carotiere da neve realizzato dalla ditta Valtecne. Affinato nei dettagli tecnici da un gruppo coordinato da Vittorio e Mattia Ortelli (Sondrio), cui si è affiancata anche la Società Meteorologica Italiana, si dimostra leggero e maneggevole, caratteristiche fondamentali quando si lavora nelle difficili condizioni dell’ambiente d’alta montagna, e adatto ad intercettare e prelevare in modo soddisfacente i campioni di neve lungo il profilo del manto. Per questo ne è consigliabile la diffusione tra i ricercatori che si occupano di bilanci di massa glaciali, nivologia e idrologia sulle Alpi, al fine di conferire maggiore praticità e omogeneità alle misure di densità del manto nevoso.

Dettaglio dell’elemento perforatore del carotiere da neve Valtecne.

Composto da elementi di 50 cm di lunghezza ciascuno, il carotiere Valtecne può essere allungato in base alle esigenze e alla profondità del manto nevoso da campionare.

Nelle due immagini qui sopra, Luca Mercalli e Mattia Ortelli estraggono e pesano tramite dinamometro campioni di manto nevoso al sito di misura n. 1 (Colle Ciardoney). Qui la neve è spessa 550 cm, situazione simile a quella osservata durante la missione del 4 giugno 2009.

Qui sopra e nell’immagine sotto: sempre al Colle Ciardoney, si scava per potersi spingere, con il carotiere, a prelevare campioni di neve fino alla base dello spesso strato nevoso accumulatosi sul ghiacciaio tra l’autunno e la primavera.

I campionamenti hanno permesso di rilevare densità della neve comprese tra 360 e 390 kg/m3 su gran parte del ghiacciaio, vicine alla media degli anni precedenti, mentre al Colle Ciardoney si è ottenuto un valore nettamente più elevato, pari a 530 kg/m3, probabilmente a causa di strati profondi fortemente induriti e compattati da processi di trasporto eolico (in questo punto, nel 1992 e 1993 si misurarono tuttavia densità anche superiori, pari a 580 kg/m3).

Gli equivalenti d’acqua del manto nevoso, variabili dai 1150 mm del sito n. 6 ai circa 2900 mm del sito n. 1, si traducono in un accumulo specifico di 1590 mm, mediato sull’intero ghiacciaio, valore che pone la stagione di accumulo 2012-13 sul ghiacciaio Ciardoney al quarto posto tra le più abbondanti dall’inizio delle misure nel 1992, dopo i casi del 1992-93 (2340 mm), 2000-01 (2000 mm) e 2008-09 (1840 mm), come visibile nel grafico sottostante.


Serie dei valori di accumulo specifico sul ghiacciaio Ciardoney dalla stagione idrologica 1991-92 al 2012-13: l’ultimo inverno occupa la quarta posizione, con 1590 mm di accumulo specifico. Una situazione favorevole, che predispone a una buona disponibilità d’acqua per la produzione idroelettrica e per l’agricoltura padana nelle prossime settimane, ma per quanto riguarda la salute del ghiacciaio, tutto dipenderà dall’andamento meteo-climatico dell’estate 2013: se le temperature medie della stagione saranno normali, una parte dell’abbondante neve caduta potrà conservarsi e contribuire così all’alimentazione del Ciardoney (situazione divenuta rara negli ultimi anni); se invece, ancora una volta, dovesse essere molto calda, allora il manto nevoso stagionale potrà fondere completamente nonostante l’abbondanza di neve primaverile, come accaduto di recente anche nel 2009.

Ore 10: esteso passaggio di cirrostrati da Nord-Ovest al di sopra del ghiacciaio, alcuni cumuli in sviluppo sulla zona prealpina, ma per il resto l’atmosfera si mantiene limpida, a tratti mossa da raffiche di vento che nella conca del Ciardoney si presentano con direzione orientale per turbolenze locali dovute all’interazione tra flusso aereo principale e orografia.

Ore 12: si scende alla fronte del ghiacciaio in direzione della stazione meteorologica.

La stazione meteorologica automatica Campbell, installata nell’agosto 2010 sulla soglia del pianoro glaciale a quota 2850 m, ha egregiamente superato un altro duro inverno alpino, con temperature scese fino a un minimo di -23.2 °C il 23 febbraio 2013. E, salvo poche e trascurabili interruzioni, la trasmissione dei dati meteo e delle immagini webcam, resa possibile dalla collaborazione tra SMI e CSP – Innovazione nelle ICT, è stata ottimale. Al sopralluogo del 12 giugno la neve era ancora alta 250 cm in prossimità del traliccio.

Temperature medie orarie al Ghiacciaio Ciardoney dal 15 settembre 2012 al 13 giugno 2013: le più importanti ondate di freddo invernale sono culminate il 17 gennaio, 9 e 22-23 febbraio, e 15 marzo 2013, con valori medi orari fino a -20 ÷ -22 °C, ma si sono registrati anche alcuni episodi di mitezza, come quello del 30 gennaio (media oraria 5.2 °C alle h 13).
La prima significativa ondata di tepore primaverile si è verificata a metà aprile 2013 (11.7 °C alle h 14 del giorno 18), ma poi il significativo il freddo di fine maggio (-11.1 °C alle h 05 del giorno 25) ha ritardato un po’ l’avvio della stagione di fusione nivale.

Andamento giornaliero dello spessore nevoso totale al suolo nella stagione 2012-13 presso la stazione meteorologica del ghiacciaio Ciardoney, desunto dalla lettura dell’asta nivometrica attraverso le immagini webcam.
Dopo l’importante nevicata di fine novembre 2012 (130 cm di neve fresca in 3 giorni e massimo spessore al suolo di 150 cm il giorno 29), l’inverno è proseguito con precipitazioni scarse e superficie del manto frequentemente rimaneggiata dal vento.
Soltanto con la seconda metà di aprile 2013 sono giunte, come spesso accade, copiose nevicate di origine atlantica-mediterranea, che hanno permesso di colmare il deficit dei mesi precedenti. In 3 fasi perturbate principali (20-22 aprile, 27 aprile-1°maggio e 15-19 maggio) lo spessore è cresciuto fino a un massimo stagionale di 340 cm (19 maggio 2013), mentre la quantità totale di neve fresca caduta da ottobre a giugno ammonta a 900 cm.

In questi caldi giorni di inizio estate la fusione è iniziata, e il manto perde circa 10 cm di spessore al giorno.

Si tenga presente che di norma sopra la superficie del ghiacciaio la neve si accumula in quantità maggiori rispetto alla zona in cui è posta l’asta nivometrica, non solo per la quota un po’ più elevata, ma anche per la più efficace deposizione e conservazione del manto sul ghiaccio nei primi periodi autunnali, a differenza delle circostanti aree detritiche,
ancora tiepide dopo l’estate.


Un particolare ringraziamento a Valtecne
per il supporto alle campagne di misura sul Ciardoney

 

FONTE:  http://www.nimbus.it/ghiacciai/2013/130614_CiardoneyNeve.htm

 

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