Alla fine l’alta delle azzorre, collegata ad una rossby positiva di limitata ampiezza, si è disposta in maniera tale da consentire le sbuffate del nord-atlantico (freccia blu). Nulla che non sia in sintonia con il periodo stagionale. Anzi. In questo modo un minimo d’inverno è destinato a tenere, quanto meno a ondate di spinte polari marittime, peraltro non associate ad irruzioni di vero e proprio freddo. La storia delle grandi onde planetarie, e dell’emisfero nord in questo caso, ci racconta anche di un aleutinico in spolvero e di un affondo marcato in sede nord-est USA (vedi bufere di neve relative); ma quella è tutta un’altra storia, si collegata dinamicamente a quanto avviene sul nostro continente, ma con cui non dobbiamo confrontarci. Il disegno, che corrisponde alla situazione prevista tra l’inizio e la metà della settimana prossima, è emblematico di un trend corrispondente ad un periodicità di impulsi e destinato a produrre brevi fase alterne di segno opposto. Inevitabili, nel corso di detti affondi, raffrescamenti e precipitazioni diffuse, con i segni tipici di una stagione variabile. Il primo impulso della serie sta sopraggiungendo e caratterizzerà il fine settimana, con il classico peggioramento da depressione mediterranea in un contesto, comunque, assai evolutivo e di miglioramento da nord-ovest, già nel corso della giornata di domenica (possibile post frontalità con variabilità ed instabilità residua in estensione da nord-ovest verso sud-est nella seconda parte della giornata). In dirittura di fine mese, poi, detta successione di moderate irruzioni potrebbe stimolare una maggiore estensione anticiclonica verso levante o nord-est, tale da conferire alla configurazione una fisionomia più continentale e maggiormente associata a richiami orientali (freccia viola)…