Editoriali — 18 Marzo 2016

Il visionario architetto belga Vincent Callebaut ha un sogno: salvare il nostro pianeta dallo sconsiderato sfruttamento delle risorse naturali, cercando nuove strade che garantiscano la sopravvivenza della Terra grazie ad un più equilibrato rapporto dell’uomo con la natura. Recentemente ha sviluppato il progetto di una futuristica città oceanica, con edifici che si estendono per 1.000 metri sotto la superficie dell’acqua.

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Aequorea, il progetto di Vincent Callebaut 07La proposta di Callebaut, insieme a molte altre visibili sul suo sito web, è quella di riciclare l’enorme massa di rifiuti che galleggia nell’Oceano Pacifico, il famigerato settimo continente, creando, grazie alla stampa 3D, degli oceanscraper (grattaoceano) che formerebbero Aequorea, una immaginaria città acquatica al largo delle coste che bagnano Rio de Janeiro.

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Aequorea, il progetto di Vincent Callebaut 03Il progetto ha lo scopo di evidenziare quanto sia drammatica la diminuzione delle risorse naturali sulla terra, e quanto sia urgente ripulire gli oceani dalla “disgustosa zuppa di rifiuti a base di petrolio” creata dallo scarico della plastica in mare.

Aequorea, il progetto di Vincent Callebaut 05Aequorea, il progetto di Vincent Callebaut 06Callebaut presenta il suo progetto sotto forma di una lettera indirizzata al “popolo della terra”, che con la sua noncuranza sta attualmente ”ipotecando il destino delle generazioni future”. La missiva è scritta da un immaginario adolescente “Aquanaut” di nome Oceane, residente ad Aequorea, ed è datata 24 dicembre 2065.

Aequorea, il progetto di Vincent Callebaut 09“Quando mio nonno mi racconta il suo modo di vivere terrestre a quel tempo, sembra totalmente assurdo oggi”, si legge. “Stavano consumando la città come una merce, piuttosto che come un bene comune che deve essere alimentato in simbiosi con la natura.”

Aequorea, il progetto di Vincent Callebaut 10Aequorea, il progetto di Vincent Callebaut 13Una serie di cupole marine di 500 metri di diametro rappresenterebbero l’accesso all’ambiente sottomarino. Un nuovo materiale composito, l’algoplast, ottenuto da alghe e spazzatura, dovrebbe essere stampato in 3D per creare le 1.000 torri progettate per ospitare 20.000 Aquanauts.

Aequorea, il progetto di Vincent Callebaut 12 Invece dei combustibili fossili, i cittadini dovrebbero sostenere la loro vita acquatica con nuove fonti di energia rinnovabili, il cibo sarebbe fornito da allevamenti di alghe, plancton e molluschi, mentre frutteti e orti dovrebbero crescere sulla sommità emersa delle strutture.

Aequorea, il progetto di Vincent Callebaut 11La lettera si chiude con un avvertimento minaccioso: “Non dimenticate mai questo:.! Gli oceani producono il 50 per cento di ossigeno del nostro pianeta. Essi sono il polmone più attivo! Vale ben la pena di tenerli puliti, per “re-incantare” il nostro modo di vivere insieme, non credi? “

Aequorea, il progetto di Vincent Callebaut 08Aequorea può sembrare il sogno utopico di una mente un po’ folle, ma come diceva qualcuno che di sogni se ne intendeva “le persone che sono abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo sono coloro che lo cambiano davvero.” (Steve Jobs)

 

 

 

 

 

Fonte Vanillamagazine

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