Notte uguale al giorno, come durata, ovvero 12 a 12. Un istante nell’arco dell’anno che già gli antichi Romani conoscevano come “Aequus nox”. Un istante dunque, non un giorno intero. Quest’anno, nel 2016, il sole ha raggiunto lo zenith (ovvero la posizione più alta sulla verticale dell’equatore. Quell’istante è scattato alle 05.30 di questa mattina, 20 marzo, momento in cui la primavera ha fatto il suo esordio, anche dal punto di vista astronomico (quella meteorologica era partita lo scorso 1° marzo).
Il passaggio che archivia definitivamente l’inverno e introduce la primavera vede il Sole salire sopra l’equatore celeste, in un punto corrispondente ben preciso noto come “Punto dell’Ariete”. Nel giorno dell’equinozio (vale naturalmente anche per il prossimo corrispondente autunnale che cade il 22 settembre) il Sole sorge esattamente ad est e tramonta esattamente ad ovest, infatti la linea di demarcazione fra luce e buio, passa proprio per i due poli geografici terrestri.
Per questo motivo il giorno e la notte hanno uguale durata di 12 ore e il Sole si trova allo zenith sull’equatore, mentre in ogni altro luogo della superficie terrestre raggiunge un’altezza sopra l’orizzonte pari alla differenza tra 90° e la rispettiva latitudine.
Insomma, un istante che vale un’intera stagione, quella della primavera, da oggi è ufficializzata anche dal punto di vista astronomico. Questo significa che da oggi in avanti le giornate (intese come ore di luce), che avevano iniziato ad allungarsi lo scorso 22 dicembre, accelereranno il processo che ci porterà verso il traguardo della giornata più lunga il prossimo 20 giugno.
Luca Angelini per Meteoservice.net