La sfuriata temporalesca od instabile in transito è il frutto, non di un guasto generalizzato e di un affondo ad ampio raggio, ma della rapida discesa di una saccatura atlantica in veloce trasferimento verso levante. L’attesa e la speranza delle piogge o di vere ed estese piogge sono state, ancora una volta, non soddisfatte. Inevitabile che un sistema depressionario in spostamento da nord-ovest a sud-est, all’altezza longitudinale del mediterraneo centrale, non porti più di tanto, non si associ ad una adeguata ciclogenesi e non riesca a innescare quella ritornante sud-occidentale sul mediterraneo occidentale che è poi l’elemento veramente in grado di guastare il tempo sull’italia in un modo adeguato e durevole. I fenomeni forti, in casi come questi, con l’innesco di sistemi temporaleschi di una certa intensità, sono, comunque, fisiologici, ma risultano anche assai sparsi ed inseribili in una contesto dalla connotazione ancora estiva. Tuttavia, ora e finalmente, a dispetto del fatto che ritorni estivi futuri sono sempre da mettere in conto, si nota una progressione stagionale ben confortata da quanto il trend ci racconta in termini di latitudine del fronte polare e di dinamismo ovest-est. L’evoluzione di una isoipsa di riferimeno, nel disegno simboleggiata dalle linee, può, infatti, guidarci nel descrivere una tendenza proiettata nella direzione di un guasto ben più consistente dell’attuale, inquadrabile intorno a fine decade e caldeggiato dal centro di reading. Dalla metà alla fine di questa settimana il trend suddetto, per come simboleggiato, mostra il passaggio da un contesto ovest/est o nord-ovest/sud-est a quello di un progressivo affondo, stavolta, oltre che ben marcato, diretto in direzione di gibilterra e dei bacini occidentali del mediterraneo. Se il tutto merita le doverose conferme, è anche per il fatto che, ahimé, non sussiste, tra la modellistica e nel merito, un accordo degno di tale nome.
Ma vedremo…