Con il jet stream, nel suo flusso principale, disposto a latitudini ben settentrionali sul continente, le latitudini meridionali finiscono per risultare terra di ristagni, di flussi secondari e di contesti semi-indipendenti dal grande zonale. Le frecce blu indicano le linee di detto grande flusso, e mostrano, anche, una derivazione capace di sfondare all’altezza dell’iberia e di insidiare il tempo mediterraneo. La sintesi del tempo di questi giorni sta in questa descrizione, che vede, come protagonista, appunto, piuttosto che un grande forcing ovest-est, alquanto distante, l’essenza di una moderata infiltrazione capace di raggiungere il mediterraneo occidentale e di mantenervi un contesto depressionario, soprattutto in quota. Si tratta di una configurazione che, nel contempo, mantiene un africano sempre in agguato, e, talora, capace di arginare le correnti sud-occidentali instabili della circolazione depressionaria indicata. La suddetta competizione, tra l’africano ed infiltrazioni capaci di produrre ondate di instabilità in moto da meridione o sud-ovest sui nostri bacini occidentali, è altresì destinata, a continuare. Si potranno, ovvero, avere fasi più stabili e calde (con caldo afoso) per prevalenza della rimonta e della barriera africana, e fasi più instabili ed associate a peggioramenti, in prevalenza di tipo temporalesco e più presenti nelle ore diurne per spostamento dell’equilibrio a favore dell’oceano. E così al prossimo fine settimana può toccare il miglioramento da recupero dell’africano, mentre il corso della prima parte della prossima settimana può subire gli effetti di una sua ritirata collegata a significativa spinta atlantica. Il disegno, che illustra la situazione prevista in quota proprio ad inizio settimana, mostra, appunto, la spinta legata alla derivazione del getto diretta su iberia e mediterraneo, incisiva, e capace di allontanare verso est e con decisione, le velleità del promontorio africano…
Pierangelo Perelli