La discussione, la solita ed inutile, dopo le tragedie, sulle alluvioni e sulle loro conseguenze, istiga gli appassionati di meteorologia a fare delle riflessioni. Come tale mi chiedo se certe situazioni, come quella di questi ultimi giorni e che molti associano ai fantomatici cambiamenti climatici, sono davvero situazioni che si manifestano oggi molto più e con più forza che in passato. Ovvero, si può pensare che certe alluvioni siano una prerogativa dei nostri tempi e non del tempo dei nonni, dei bisnonni e degli antenati? La domanda è difficile, e non è certo da escludere che questo sia vero, ma a me viene di fare anche certe considerazioni: 1. avendo qualche anno di situazioni simili ne ho viste e riviste (vedi alluvione del novembre 1966); 2. la trasformazione dell’ambiente nel senso di cementificazione, aumento delle strutture abitative, disboscamento e incuria, ha fatto certamente il suo, contribuendo a produrre danni ben maggiori a parità di evento meteo; 3. la cassa di risonanza associata ai media ed alla comunicazione di oggi, ben superiore a quella del passato enfatizza, evidentemente, tutto ciò che è fenomeno meteo estremo, catastrofe e via dicendo. E mi fermo qui, aggiungendo soltanto il disegno della situazione meteo (molto schematizzata) di questi giorni, quale situazione che, a mio parere, nei decenni e, verosimilmente, nei secoli, si sarà manifestata chissà quante volte (non mi si fraintenda; da non studioso e da non climatologo sul global warming non mi pronuncio e che certi fenomeni si siano andati amplificando non sono in grado di escluderlo….). Una situazione come quella disegnata corrisponde ad un sistema ciclonico bloccato, ovvero frenato verso est da un muro anticiclonico. Per conseguenza le correnti umide meridionali, che risalgono sin dall’africa sono richiamate verso nord e verso l’alto, per ragioni termiche e dinamiche, in un flusso stazionario, in cui si generano sistemi temporaleschi autorigeneranti, che non assumono la caratteristica di cold front, ma che evolvono e permangono lungo il flusso e colpiscono la medesima area in modo persistente. Se il sistema avesse la possibilità di spostarsi verso levante i cluster temporaleschi in sviluppo da sud a nord, ma anche in spostamento verso est, interesserebbero le aree per un tempo limitato. Da cui le ragioni dei fenomeni alluvionali, in una situazione che mi ricorda tantissimo quella del novembre 1966…
Pierangelo Perelli
massimo tosini
insultatori di mestiere………….soliti sproloqui offensivi quando non la si pensa come voi……..