NEVICA SUL NORD AFRICA
Parigi 4 Febbraio 1956
Al quarto giorno, l’ondata di freddo, che giungendo dalle pianure russe, ha investito l’Europa centrale e occidentale, sembra un poco mitigato.
La Francia settentrionale, il Belgio, l’Olanda, l’Inghilterra hanno visto risalire lentamente il termometro.
Per contro il freddo sembra essere disceso verso il Sud.
In questo inverno paradossale, la neve è caduta, per la prima volta da dieci anni a questa parte, a Tunisi, Algeri, Bona;
ed è caduta nelle Baleari, dove talvolta in febbraio si possono già fare i bagni di mare.
Paradossalmente, la temperatura è “mite” nella zona del Circolo Polare Artico:
a Murmansk, dove il mare è spesso ingombro di Icebergs, il termometro è salito
questa mattina ad 1 grado sopra lo zero.
La situazione non accennerebbe, invece, a migliorare nell’Europa orientale.
In Ungheria il corso del Danubio è gelato, e gelata è l’intera superficie del grande lago Balaton.
In tutta l’Europa le vittime del freddo sono valutate ad un centinaio.
I danni sono, naturalmente, ingentissimi: pare che sulla Costa Azzurra, in seguito alla neve
ed al gelo, le coltivazioni di fiori abbiano subito danni per un miliardo di lire.
La navigazione è pericolosa in tutti i mari europei.
Due navi italiane sono il motivo di serio allarme: il mercantile “Fredianna”, appartenente alla “patrisanda”
di Trieste e diretto dall’Aude a Marsiglia, non dà segni di vita da quattro giorni;
il “Taurinia” ha segnalato di essere in difficoltà nell’Adriatico.
Al largo della costa scozzese, dinanzi al porto di Wick, tre elicotteri inglesi hanno portato a termine
una delle azioni più rischiose che la storia del soccorso marittimo ricordi.
Con venti che soffiavano a velocità tremende, i tre apparecchi si sono abbassati diverse volte,
a rischio di cadere fra le onde del mare infuriato, sulla nave norvegese “Dovrefiell”
incagliatasi pericolosamente su alcuni scogli.
Tutti i 41 membri dell’equipaggio, per la maggior parte italiani, sono stati tratti in salvo.