Il segno della variabilità e di una primavera titubante può essere costituito anche da spinte meridiane che, in piena area mediterranea, caratterizzano spinte settentrionali da perfetta involuzione stagionale. La recente irruzione artica ne è testimonianza. Ma lo è anche il rapido successivo ripristino di un contesto zonale caratterizzato da modeste ondulazioni che, alla fine, imprimono un ulteriore elemento di variabilità. Ulteriormente, poi, detta successione o alternanza può riproporsi con una certa periodicità, a dare una fisionomia ben definita al periodo. Ed in effetti la storia della recente irruzione sembra proprio doversi ripetere a distanza di una settimana circa, e, più o meno, insieme al suo carattere episodico. Una nuova spinta meridiana dell’anticiclone oceanico è segnalata, infatti, in corrispondenza del fine settimana (il disegno illustra la situazione in quota ed al suolo di domenica 12), unita alla discesa rapida, lungo la penisola, della conseguente circolazione negativa. Quest’ultima, con destini in apparenza molto simili alla sua precedente, può, comunque, anche un pò differenziarsi da essa, per due aspetti: 1) per la possibilità di una influenza appena appena meno diretta per i bacini ad ovest; 2) per la possibilità di un relativo maggiore approfondimento con ristagno sul centro-sud (trend simboleggiato dalle linee rossa e blu). Di certo, anche questa volta, l’occidente appare in grado di operare un ripristino dello zonale relativamente rapido, ma, forse, non così rapido come nel caso dei giorni corsi e più aperto alla possibilità di una breve fase da insistente circolazione ciclonica mediterranea, alimentata, per qualche giorno, da freschi apporti continentali…
Pierangelo Perelli