Editoriali Slider — 20 Novembre 2019

Il wave pattern degli ultimi tempi, caratterizzato da una situazione bloccata a levante sull’europa orientale, mostra ancora una certa resistenza ma è destinato, gradualmente, a sfociare in favore di nuove configurazioni a ben più alto indice zonale. La transizione verso detta zonalità passa attraverso un ridisegno dell’affondo atlantico in mediterraneo, un certo aumento della pressione da est e lo scompaginamento della grande onda anticiclonica continentale. Una evoluzione siffatta non corrisponde, almeno inizialmente, a stabilizzazioni ma, di certo, rappresenta la sofferta via di uscita dal contesto instabile generalizzato stazionario degli ultimi tempi. In tal senso fa spicco un primo step evolutivo costituito da una divaricazione del jet stream (frecce grandi) che vede il medesimo strutturare, in direzione delle basse latitudini in mediterraneo occidentale, un deciso forcing (streak indicato dalla simbologia associata alla freccia grande in basso) assai insidioso ma, nel contempo, corrispondente a peggioramenti del tempo meno generalizzati e maggiormente confinati ad occidente e sul basso mediterraneo. Il fatto, di per sé, costituisce l’ennesima ciclonizzazione mediterranea ed il rischio, su dette aree, di possibili peggioramenti significativi, ma costituisce anche un disegno perturbato dalla fisionomia ben diversa rispetto a quello degli ultimi giorni perché associato ad una depressione confinata ad ovest e successivamente in fuga verso est alle basse latitudini. Esaurita detta spinta derivata del getto ed in base allo step evolutivo successivo, il medesimo getto può, quindi, ricompattarsi in un flusso deciso e teso a componente ovest-est alle latitudini dell’europa centrale, per fornire un finale di mese nel segno di miti correnti occidentali. Il disegno segna la situazione prevista in quota alla fine della settimana, con la depressione mediterranea in fuga verso est ed i segnali generali della tendenza verso la occidentalizzazione suddetta…

Pierangelo Perelli

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