Se le cose si mettono per come sembra la stagione di aprile può maturare nella sua direzione più consona, seppur sempre con delle riserve. Quanto sta evolvendo costituisce un modello di rappresentazione dal valore didattico che, pertanto, merita di essere analizzato. Detta evoluzione ci spiega come si può passare da un contesto previsionale ad un altro molto diverso se non di segno opposto, anche nell’arco di pochi giorni. Chi mastica meteo e la materia non credo che per questo si sorprenda più di tanto, ed anzi, sa che la cosa rientra nella fisiologia. Il quadro emisferico in quota previsto per l’inizio di aprile (tra il giorno 2 ed il 3) indica una spinta evolutiva nella direzione di un profilo pattern simil WR 3 con disposizione rossby a conca in oceano ed a promontorio sull’europa occidentale. La disposizione simboleggiata con il n.2 disegna detta possibilità evolutiva. La disposizione simboleggiata con il n.1 è, invece, la possibilità evolutiva che molta modellistica indicava giorni fa, ammettendo una configurazione anticiclonica di freno estesa dal nord della groenlandia al vicino atlantico iberico. La configurazione n.1 costituisce il profilo esattamente opposto a quello che si prospetta, con ondulazione in opposizione di fase rispetto alla ondulazione n.2 ed associata ad una probabilità di discesa di saccatura fredda sull’europa e verso il mediterraneo. Detta configurazione, però, è andata perdendo credito a causa di un progetto split aleutinico-azzorriano meno energico e convinto del previsto e che ha visto le due configurazioni anticicloniche ritirarsi nelle loro separate sedi naturali ed aprire al vortice polare in pieno oceano. Da cui la tendenza verso un ripristino di approssimativa zonalità e la possibilità di una fase mediterranea di inizio mese nel segno del sud-ovest e, probabilmente, anche nel segno di una certa dominante anticiclonica…
Pierangelo Perelli