La speranza di avere le necessarie piogge rischia di rimanere tale. Lo sguardo al cambio circolatorio di inizio settimana prossima e sostenuto da rialzo barico in oceano sino sull’islanda, indica, tra le varie possibilità evolutive, quella di una spinta settentrionale semi-retrograda, evidentemente poco conforme ad infiltrazioni nord-atlantiche piovose. Tra un contesto pur meridiano ma semi-mobile, associato ad ondulazioni nord-oceaniche secondarie foriere di instabilità, e quello della tendenza ad un generale ristagno con approfondimento di vortice ad ovest del continente e rimonta del ramo africano del sub-tropicale, la differenza è sostanziale. Questo secondo contesto, che appare come quello, previsionalmente ed al momento, più credibile, rende l’atlantico completamente assente ed implica la possibilità che la siccità persista. Sappiamo, peraltro, che uno sviluppo di vortice sul vicino atlantico e a ridosso dell’iberia potrebbe risultare, alla fine ed in termini di influenza mediterranea, non così estraneo, ma, conoscendo l’intraprendenza di questi ultimi anni della minaccia africana suddetta, pensare ad una benefica progressione verso oriente della depressione medesima può non venire così spontaneo. Di certo non disperiamo, giacché certi movimenti sono sempre assai difficili da prevedere ed è pur vero che tra un rialzo di pressione che tiene distante il vortice iberico ed una certa sua estensione verso est capace di produrre persistente sciroccata e relative piogge sui settori occidentali, la differenza, in termini di disegno barico generale, non è poi così elevata. Rimane il fatto sicuro che l’atlantico continua ad essere il grande assente, sempre assai ostacolato da barriere anticicloniche che lo frenano in parte o completamente, costringendolo a spinte verso latitudini molto settentrionali. Insieme alla situazione generale prevista in quota ad inizio settimana prossima ho disegnato anche i forcing, ovvero gli streak principali associati al jet stream (linee e relative frecce rosse più o meno piccole a seconda dell’intensità del jet streak stesso) e, con le frecce più grandi, i movimenti dettati da detti forcing. In termini generali si può notare come l’azione principale della corrente a getto si esplichi a latitudini molto settentrionali, come le uniche possibilità infiltrative instabili siano quelle dettate da azioni meridiane settentrionali e come detti movimenti settentrionali tendano a scissione con il determinarsi di un flusso secondario retrogrado verso sud-ovest destinato ad approfondimento ciclonico e relativo ristagno…
Pierangelo Perelli