Editoriali Slider — 16 Agosto 2020

Ad un anticiclone classicamente estivo che, tuttora abbastanza solido, cerca di resistere e di riproporre persino onde afro-mediterranee, si contrappongono infiltrazioni atlantiche che, ben attive sull’europa centro e nord-occidentale, non ottengono invece granché in mediterraneo. Si tratta di una configurazione che regna da qualche tempo e che, per quanto riguarda la nostra penisola ed in termini di instabilità, non va oltre il risultato, salvo qualche eccezione, di mantenere attivo un certo potenziale temporalesco diurno su alpi e settentrione. La medesima serve, tuttavia, a impedire franche affermazioni del sub-tropicale assimilabili a forti onde di calore e a tenere sotto controllo i valori barici. Gli stessi valori barici al suolo, di fatto, continuano a non presentare picchi particolari, e, invece, a strutturarsi come un campo livellato dai valori solo medio-alti. Dal punto di vista del periodo stagionale, sia anche in termini di fenomeni e di temperature, nulla di più normale. Nel corso dei primi giorni della settimana il menzionato atlantico tenterà di forzare un pò la mano nel tentativo di agitare le acque in un modo un pò più consistente, a determinare un più significativo passaggio temporalesco, a ridurre i valori termici ed a produrre estensioni temporanee della instabilità sul centro-nord. A seguire non potrà, poi, mancare il classico ripristino anticiclonico dettato da un sub-tropicale tutt’altro che arrendevole e persino minaccioso nel proporre una bella onda con richiami dall’entroterra africano. Ma, e secondo quanto vuole enfatizzare il disegno, le ambizioni dell’africano, troveranno, come in altre occasioni precedenti, l’ostacolo di un forcing zonale in grado di riequilibrare, in tempi relativamente brevi, la distribuzione barica, al punto di pilotare un trasferimento graduale dei massimi verso occidente e di scongiurare ogni minaccia di persistente onda di calore. Lo stesso disegno, che segnala la situazione prevista in quota ed al suolo nei giorni 23-24, individua, infatti, anche con il profilo di una isoipsa di riferimento, una chiara influenza dell’anticiclone oceanico, e dopo che, 48 ore prima, la distribuzione barica in quota si era caratterizzata con l’affermazione di un evidente e significativo promontorio, assai poco simpatico per gli amanti del fresco. Ancora da decifrare, poi, il corso dei giorni successivi, e, soprattutto, le effettive possibilità che negli ultimissimi giorni del mese si possa manifestare il transito di un affondo in grado di produrre gli effetti di un break degno di tale nome…

Pierangelo Perelli

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