Le incerte prospettive di terza decade continuano ad essere tali e lo dimostrano le varie proiezioni modellistiche, non proprio uniformi, e anzi, talora assai dissimili. Stimolano la fantasia dei freddisti come il sottoscritto alcune proiezioni che, passata l’attuale fase atlantica associata a moderate irruzioni, danno credito a spinte calde in quota capaci di perturbare il vortice polare sino al punto di configurare disegni antizonali o, quanto meno, conformi a richiami freddi da oriente. Ma occorre anche e soprattutto dire che regna una tale incertezza da rendere tali proiezioni non così affidabili. Nulla vieta che alla fine possano prevalere ma risultano altrettanto ben definiti altri forecast che, pur evidenziando rimonte anticicloniche sul continente, non delineano dette rimonte come strappi tali da scompaginare un fisiologico corso occidentale. In ogni caso queste stesse rimonte non appaiono destinate a produrre blocchi veri e propri ma ad alimentare rialzi barici alle alte latitudini tali da produrre configurazioni con antizonale più probabile a quei livelli e con infiltrazioni oceaniche al livello di europa meridionale. Peraltro l’idea della possibilità di contesti da grandi movimenti opposti in quota con relative eventuali interessanti confluenze al suolo non può effettivamente non far pensare a situazioni di tipo invernale ed anche umide ed instabili, ma, come suddetto, viaggiamo nel campo di ipotesi assai meritevoli di conferme, e, al massimo, paritarie rispetto a quelle associate a prospettive assai meno stimolanti. Il disegno in questione, ad es., si riferisce alla situazione in quota prevista a 240h dal modello europeo che delinea si una certa rimonta anticiclonica ed anche un certo richiamo da nord-est diretto verso la grecia, ma in un quadro generale di mobilità ovest-est che non lascia certo sperare in grandi afflussi freddi. Nel contempo la simbologia vuole mettere a confronto quelle che, al momento, e per i giorni intorno a metà decade, rappresentano le due visioni previsionali indicate, ovvero quella di una evoluzione ancorata ad una generale mobilità da occidente (colore blu) e quella più interessante che vede rialzi barici alle latitudini del nord-europa e/o del nord-atlantico e che, di conseguenza, da consistenza ad una configurazione caratterizzata da spinta atlantica alle latitudini mediterranee e, contemporaneamente, da spinta opposta fredda da est o nord-est (colore viola)…
Pierangelo Perelli