Editoriali Slider — 26 Novembre 2020

Quanto ci dice, in termini di tendenza meteo, il jet stream non è naturalmente tutto; di fatto la troposfera, da questo punto di vista, va esaminata, ora per ora, nel suo insieme e in tutto il suo spessore. In ogni caso, però, dice molto, giacché rappresenta quel grande flusso che è all’origine del tempo e che della fisionomia generale e della tendenza relativa ci fa la perfetta sintesi. Nel caso di questa fase ci spiega ad es. il motivo di una vorticità sull’europa nord-orientale che, per il momento, non sarà pilotata verso sud-ovest apprezzabilmente, ci spiega dell’azione umida iberico-mediterranea in evoluzione e ci spiega, a maggior ragione, di cosa si prepara per il medio ed il lungo termine. Di fatto una certa tendenza a rialzi barici alle alte latitudini presuppone la possibilità di azioni vorticose fredde retrograde ma la scacchiera dei forcing, frutto di complesse ragioni termodinamiche ed associati appunto al jet stream, non consente loro di guadagnare in modo franco in senso antizonale e, soprattutto, in direzione sud-ovest. La stessa corrente a getto, poi, che muove una diramazione in direzione dell’atlantico iberico, rende attiva una ritornante occidentale delle basse latitudini associata ad ondulazioni secondarie e con sviluppi ciclogenetici da ovest all’altezza del mediterraneo che, con difficoltà e per le ragioni sopra dette, tende ad entrare in fase con poli freddi continentali. A fronte di tutto questo c’è, infine, un anticiclone atlantico che oscilla molto continuando a promuovere spinte verso nord e nord-est e che, se imprime spallate da occidente alla eventualità di spinte retrograde e continentali, rinnova un disegno di nuovi affondi nord-atlantici tutti da verificare nella loro possibilità di influenzare l’inizio del mese in senso più o meno autunnale o invernale. Il disegno, con la simbologia blu, mostra l’andamento del jet stream a 9.000-10.000 mt e la corrispondente sintetica situazione isoipsica previsti a 36-48 ore, mentre la simbologia rossa ne vuole indicare l’andamento per i primi di dicembre. Si nota in modo evidente la spallata che il quadro dei forcing e da occidente, pur in un contesto di oscillazioni meridiane di rilievo, spinge il tutto verso est, ma si nota anche come significativi affondi groenlandesi e islandesi si preparano a sfondare verso più basse altitudini e a disegnare prospettive di azioni cicloniche mediterranee tutte da decifrare in termini di fisionomia di matrice strettamente autunnale, oppure di capacità di interazione con masse d’aria fredde continentali, e ancora in termini di depressioni in grado di aprire a successivi flussi freddi settentrionali…

Pierangelo Perelli

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