Quello che spinge i calcoli fisico-matematici o i modelli a formulare, in certe situazioni di forecast di lungo termine, interessanti quadri meteo che poi, in tempi più o meno brevi, sistematicamente, vengono radicalmente smentiti, è difficile da capire. Ad ogni inverno la più o meno frequente proposta di situazioni meteo di freddo con frammentazione del vortice polare e con retrogressioni del suo lobo siberiano, che poi svaniscono nel contesto di un VP testardamente assai compatto, ha assunto connotazioni quasi ritualistiche. Ammettere che il fenomeno potrebbe essere legato a variazioni climatiche recenti che i modelli, con i loro algoritmi, ancora non contemplano, non è cosa fantasiosissima ma è, certamente, molto semplicistica. Che però l’attesa, sulla base di una fisiologica periodicità, di rallentamenti del jet stream successivi a sue accelerazioni, finisca per rimanere spesso tale, mi sembra un dato di fatto. L’anno scorso, infatti, il vortice polare ebbe pochissimi cedimenti e mantenne la sua aria freddissima nel suo “core” compatto per quasi tutto l’inverno, producendo una stagione, e parliamo ovviamente del livello emisferico, assai scialba e monotona. E non ingannino certi afflussi freddi USA, che, anche per ragioni orografiche, sono l’assoluta normalità. E quest’anno? Beh, quest’anno vedremo. Di certo, intanto, certe proiezioni di interesse intraviste in recenti forecast associati alla terza decade del mese, sono già svanite. Non che si trattasse, dato la distanza temporale e la non uniformità dei modelli, di proiezioni particolarmente affidabili. Quando compaiono, tuttavia, inculcano la pur flebile speranza che la stagione possa non finire per essere scialba e monotona. Non sto certamente dicendo che anche quest’anno di vero inverno ne vedremo poco e vedremo, come l’anno scorso, un lungo ristagno fatto di nebbie e di stratocumoli. L’inverno, 20/21 infatti, è appena iniziato, è inziato con modi ben più dinamici, e nessuno può sapere come sarà. Faccio solo certe riflessioni nel valutare un contesto e nel considerare che il mese, alla luce delle ultime elaborazioni, potrebbe terminare senza particolari sconquassi e con una caratterizzazione sostanzialmente di matrice zonale ed atlantica. Il disegno mostra, infatti, quanto i vari modelli prevedono in quota per fine seconda decade e, con la simbologia, quanto prevedono per i giorni natalizi, secondo una fisionomia generale in cui il vortice polare rivela pochi tentennamenti ed il freddo se ne sta dalle sue parti…
Pierangelo Perelli